Imprenditoria in rosa, la crisi non ferma le imprese femminili

Costante l’avanzata delle imprese guidate da donne, specialmente nei settori delle attività turistiche ed in quelle manifatturiere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 gennaio 2014 15:43
Imprenditoria in rosa, la crisi non ferma le imprese femminili

Firenze, 13 gennaio 2014 – Lenta ma costante l’avanzata delle aziende in rosa. Il sistema imprenditoriale toscano vede avanzare le imprese femminili che, a fine settembre 2013, erano 101.115 (pari al 24,4% delle imprese registrate nei registri camerali toscani). Rispetto a settembre 2012 l’incremento è stato del +0,9%: una performance ancora in controtendenza, dato che nello stesso periodo l’imprenditoria non femminile risulta essere rimasta sugli stessi valori dell’anno precedente).

La Toscana si conferma inoltre, subito dopo Lazio (+1,1%) e Lombardia (+1,0%), una delle regioni più dinamiche d’Italia per tasso di sviluppo dell’imprenditoria femminile, con una crescita ben al di sopra della media nazionale (+0,3%). Risulta tuttavia ancora una volta determinante il ruolo giocato dalle straniere, alla cui crescita (+7,4%) si contrappone la stabilità delle imprese guidate da italiane. E’ quanto emerge dall’Osservatorio sulle imprese femminili, frutto della collaborazione tra l’Ufficio studi di Unioncamere Toscana e il Settore Imprenditoria femminile e politiche di genere della Regione Toscana per il III trimestre del 2013. “In Toscana la crescita del numero delle aziende femminili è guidata da imprenditrici straniere - è il commento di Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana – ma anche fra le imprenditrici italiane ci sono segnali incoraggianti: diminuiscono le ditte individuali e crescono le società di capitali, segno evidente che i percorsi delle imprenditrici sono oggi più strutturati e qualificati rispetto al passato.

Il Sistema camerale toscano, insieme alle altre istituzioni pubbliche, ha spinto molto per questo salto di qualità e oggi arrivano le prime conferme. Naturalmente, c’è ancora tanto da fare per assicurare la promozione del talento femminile e la propensione imprenditoriale delle donne, a iniziare dal favorire l’acquisizione di competenze e capacità adeguate ad affrontare le nuove sfide che il mercato ci pone davanti.” Nel tessuto imprenditoriale femminile si registra una discreta espansione delle società di capitali (+673 unità pari al +4,5%), dovuta in massima parte alle imprenditrici italiane.

Le straniere, viceversa, preferiscono forme organizzative più elementari (+709 ditte individuali con titolare straniera, contro -584 imprese individuali con titolare italiana). Circa due terzi delle aziende “in rosa” (per un totale di 66.029 unità) operano nel settore dei servizi: 27.670 di queste operano nel commercio e 10.145 nel turismo (ricettività e ristorazione), e proprio verso quest’ultimo segmento di mercato si è prevalentemente orientato il “fare impresa” delle donne nel periodo in esame (attività turistiche di alloggio e ristorazione +279 unità). Le imprese femminili hanno comunque trovato spazi di sviluppo anche fra attività meno “tradizionali”, com’è il caso dell’industria in senso stretto (+245 unità) e dell’edilizia (+57).

Nell’ambito del manifatturiero, che conta 12.800 aziende femminili, l’incremento è legato soprattutto alla positiva dinamica della filiera abbigliamento-calzature (circa +200 imprese femminili). Il bilancio positivo dell’imprenditoria femminile regionale è legato in buona parte alla vitalità delle straniere: +858 unità in dodici mesi (+7,4%), un incremento superiore alla media nazionale (+6,2%). Sono soprattutto le imprenditrici non comunitarie a crescere (raggiungendo le 9.330 unità), ma in sensibile crescita sono anche le imprenditrici comunitarie (3.000 imprese).

Meno dinamico della media italiana è invece lo sviluppo dell’imprenditoria straniera non femminile (+3,5% in Toscana contro il 4,4% nazionale). Gli ambiti settoriali in cui le imprenditrici straniere hanno trovato più ampi spazi di sviluppo, nel corso dei dodici mesi presi in esame, sono l’industria (+300 unità) e il commercio (+240). In Toscana solo l’11,2% delle imprese “rosa” (11.293 aziende) è guidato da donne giovani (meno di 35 anni), che accusano inoltre una flessione nel periodo considerato (-0,5%) seppur meno marcata rispetto alla media italiana (-1,1%).

Il calo registrato è inoltre nettamente inferiore rispetto a quanto rilevato per le imprese giovanili non femminili (-5,7% per quelle guidate da uomini under 35, contro una media nazionale del -3,6%).

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