Ferma la produzione industriale così come l'export, disoccupazione alle stelle

Crollano i contratti a termine, a progetto e in compartecipazione a causa dei disincentivi, ma non esistono i contratti a tempo indeterminato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2013 15:12
Ferma la produzione industriale così come l'export, disoccupazione alle stelle

Calano vistosamente gli avviamenti al lavoro, cresce a 2 cifre la cig con la straordinaria che rappresenta ormai quasi il 50% del totale e i contratti a termine trasformati in tempi indeterminati, nonostante gli incentivi, si riducono drasticamente. Secondo CGIL: "Positivo il crollo anche a seguito dei disincentivi della Legge Fornero delle forme come il lavoro intermittente o il lavoro a progetto o in compartecipazione" ma i contratti non si vedono, l'apprendistato sparisce (-26%) e per i giovani non ci sono strade per l'avviamento al lavoro (-12%) Nel secondo trimestre 2013 in raffronto al 2012 scende “solo” di 8.000 unità lo stock degli occupati ( erano stati 36.500 nel primo trimestre) .

Il segno più sia pure quasi impercettibile (+0,16%) si registra solo tra i lavoratori autonomi. Il dato percentuale di disoccupati, che risente anche del dato stagionale, scende al 8,6% in aumento sul 2012 ma in calo sul primo trimestre di circa 1 punto. Si conferma quindi il rischio di una ripresa senza lavoro che da tempo CGIL paventa. Il dato sugli avviamenti è significativo: l’ultimo trimestre disponibile in modo organico riferito al periodo Gennaio-Marzo 2013 registra sul corrispettivo del 2012 un calo degli avviamenti al lavoro del 12% da 178.543 a 156.621 in valore assoluto.

Il dato peggiore Pistoia con il -24% il “ migliore” Prato con il -9% Il segno che il calo della domanda persiste e che, in questo quadro si mostrano poco efficaci anche i bonus e gli incentivi. Unico dato positivo l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato che crescono del 6% e rappresentano il 14% del totale; positivo il crollo anche a seguito dei disincentivi della Legge Fornero delle forme come il lavoro intermittente o il lavoro a progetto o in compartecipazione, ma il crollo dell’apprendistato, uno dei caposaldi annunciati della riforma (-26%) segnala la difficoltà del mercato verso l’insieme dell’offerta ai giovani. Da segnalare che dei 21.163 avviamenti a tempo indeterminato il 46% sono avviamenti a tempo parziale, per lo più involontari cosa che evidenzia un problema importante rispetto al reddito di questi lavoratori. I settori che “cedono” più della media negli avviamenti sono il commercio (-22,2) ancora, le costruzioni (-17,6) i servizi alle imprese (-16,6) che in tutta evidenza sono l’effetto dell’ulteriore calo dei consumi. La fascia di età che risulta più penalizzata è quella dai 25 ai 34 anni (- 14,7) ma soprattutto quella degli over 55 enni ( -19,2).

Questi lavoratori sono quelli che a 3 anni dalla perdita del lavoro come certifica la stratificazione anagrafica degli iscritti alle liste di mobilità non sono riusciti in larga parte ancora a rioccuparsi. Un dato significativo sulla scarsa incidenza dei bonus premianti alle assunzioni è testimoniato dalle trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato che calano dell’8% così come per l’apprendistato che vede il dato delle trasformazioni ridursi del 24%. Sono noti i problemi connessi al rifinanziamento della cassa in deroga che fa sì che le ore approvate formalmente per quanto in aumento del 6,3% nei primi 9 mesi del 2013 non rispecchino la reale situazione produttiva.

Le ore perse conteggiando le richieste di cassa e non lavorate e non ancora statisticate ( e quindi pagate ai lavoratori) rappresenterebbero con 42.105.000 ore il 27,6% in più dei primi 9 mesi del 2012 con una proiezione a 60.000.000 annue che sono il peggior dato dall’inizio della crisi. Preoccupa l’aumento del 233% della cassa straordinaria che come noto si applica alle aziende in grave crisi strutturale e rappresenta ormai il 47% del totale. Rallenta la caduta della produzione industriale che nel trimestre Aprile Giugno scende del 1,8% ( era del - 4,9 nel primo trimestre) e lascia intravedere per la fine dell’anno o l’inizio del 2014 una inversione del segno meno. Cala dell’1,9% l’export ( è il secondo trimestre consecutivo ) con perdite rilevanti della metalmeccanica (-4,1) mentre tra gli altri settori, il sistema moda nel suo complesso continua a crescere (+1,8%).

Il fatto che si mantenga stabile all’8,2% la quota toscana sull’export nazionale, dimostra che siamo di fronte ad un problema che investe tutto il paese e alla saturazione della capacità di assorbimento in primo luogo dell’Europa. L’analisi dei salari sul campione delle denunce effettuate presso i CAAF CGIL continua a segnalare, tra le altre cose, una persistente perdita di salario specie tra i dipendenti pubblici, per i quali si profila un’ulteriore blocco della contrattazione con la Legge di stabilità. Continua la caduta dei consumi anche nel secondo trimestre (-4,8%) anche se la caduta rallenta rispetto al primo trimestre. Rimane difficile la situazione del sistema delle imprese e delle famiglie col mondo bancario: stabile lo stock dei mutui finanziati per le abitazioni, mentre calano gli impieghi per le imprese di costruzioni per il 26 esimo mese consecutivo e sia nell’industria che nei servizi il calo è di oltre 2 mld di euro negli ultimi 2 anni. Impressionante lo stock di sofferenze delle banche che continua a crescere in modo esponenziale e supera gli 11 miliardi. Secondo Fabio Giovagnoli, direttore di IRES Toscana, “questi dati confermano ulteriormente che anche qualora si dovesse invertire il ciclo economico in direzione dell’auspicata ripresa, come questa rischi di essere fragile in mancanza di interventi di politica economica orientati alla crescita e assolutamente “jobless”. Secondo Daniele Quiriconi, responsabile mercato lavoro e attività produttive della CGIL Toscana, “la profondità della crisi è tale che si rischiano molti anni con alti tassi di disoccupazione.

C’è bisogno di scelte in discontinuità da parte del Governo e dell’Europa. Non si tratta di avere più o meno coraggio, ma di compiere quelle scelte politiche, dalla tassazione dei capital gains, al rifinanziamento degli ammortizzatori, allo sblocco della contrattazione, ad una maggiore redistribuzione, che diano impulso ad una domanda inesistente tentando di ridurre diseguaglianza inaccettabili ed in aumento. E’ per questo che scioperiamo unitariamente il 13 Novembre anche in Toscana.”

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