Microcredito, ricorso alle banche per aiutare lavoratori in difficoltà

A rischio la dignità umana - Chi non riceve stipendio e neppure il sussidio cosa può fare? La toscana cerca di dare una risposta alle esigenze di ogni giorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 ottobre 2013 15:15
Microcredito, ricorso alle banche per aiutare lavoratori in difficoltà

La crisi? In Toscana sempre più alto il numero dei lavoratori che svolgono il loro impiego senza ricevere stipendio e chi dovrebbe avere un sussidio è in attesa del proprio turno che sembra non arrivare mai. Come possono sopravvivere le famiglie? "Oggi è partito il microcredito per i lavoratori cassintegrati e esodati che da mesi non ricevono nessun sostegno a causa del mancato finanziamento del fondo da parte del governo. - lo scrive in una nota il presidente toscano, Enrico Rossi - Abbiamo attivato 25 milioni all' anno, d intesa con le banche e con i sindacati a cui i lavoratori possono rivolgersi per accedere al prestito. Alla Regione questa iniziativa costa 5 milioni all' anno più gli interessi al 4 per cento che ci accolliamo. Soldi ben spesi.

Noi non vogliamo lasciare solo chi ha bisogno". Il microcredito aiuterà migliaia di lavoratori e lavoratrici toscani a superare una fase di difficoltà economica. Grazie a un fondo annuo di 5 milioni di euro per la durata di tre anni, la Regione consentirà a chi da mesi non riceve uno stipendio di poter accedere a un prestito personale di 3.000 euro con cui fronteggiare le necessità più impellenti. Marco Bragadin, responsabile della Rete BMps, commenta così l’accordo: "Banca Monte dei Paschi di Siena è da sempre vicina al proprio territorio e consapevole delle difficoltà a cui le famiglie italiane sono esposte per fronteggiare questa particolare situazione economica.

Sono particolarmente lieto della firma di questo accordo promosso dalla Regione Toscana che si innesta in un percorso che il Monte dei Paschi ha adottato sin dai primi segnali di questa crisi e lo sono ancora di più perché si realizza in uno dei territori di riferimento per la Banca e perché lo realizziamo insieme alle istituzioni creando un “sistema” di accesso agevolato al credito per coloro che in questo momento soffrono maggiormente la congiuntura economica. Sosteniamo e sosterremo il nostro territorio e i nostri clienti, in attesa di una svolta economica che tutti noi aspettiamo per l’impegno che stiamo profondendo e che in futuro ci garantirà sicuramente le soddisfazioni che meritiamo" L'accordo che consentirà a questo strumento di diventare operativo è stato sottoscritto oggi a Firenze dalla Regione e da undici banche o gruppi bancari operanti in Toscana.

Per la Regione Toscana la firma è stata apposta dal presidente della Regione Enrico Rossi. "E' una misura – ha detto - che cerca di incidere sulle necessità più immediate di chi da mesi è senza stipendio o non riceve gli ammortizzatori sociali e che dunque ha bisogno di risposte concrete davanti a una domanda sempre più drammatica: come faccio ad andare avanti? Situazioni di questo tipo sono purtroppo molto frequenti in questo periodo soprattutto a causa dei ritardi dello Stato nell'erogazione della cassa integrazione: la nostra misura consentirà di dare una risposta non completa, ma sicuramente significativa: in tre anni potranno essere infatti attivati sino a 15.000 prestiti". I destinatari L'accordo definisce bene i soggetti destinatari dell'intervento: si tratta di lavoratori e lavoratrici dipendenti, residenti in Toscana, che da almeno due mesi non ricevono lo stipendio o che sono in attesa di percepire gli ammortizzatori sociali.

Agli stipendi di questi lavoratori è legato il destino di tutta la famiglia: l'intervento è destinato infatti a famiglie monoreddito, o in cui entrambi i coniugi sono nella stessa situazione. Il prestito che la misura prevede è di 3.000 euro che saranno erogati in un un'unica soluzione e che potranno essere restituiti in 36 mesi, con una rateazione mensile. I lavoratori e le lavoratrici che ritengono di poter accedere a questa misura possono farsi assistere dai sindacati per istruire, in forma del tutto gratuita, la pratica che dovrà poi essere inoltrata a una delle banche che ha sottoscritto l'accordo. L'intervento regionale è rivolto da una parte a dare una garanzia totale sul prestito, dall'altra, attraverso Fidi Toscana, a coprire integralmente il costo di interessi che, secondo quanto sottoscritto oggi, saranno fissati nella misura del 4% nominale annuo. Sarà Fidi Toscana a erogare al lavoratore il corrispettivo degli interessi entro trenta giorni dall'erogazione del finanziamento garantito.

E dato che, nel primo anno, il lavoratore sarà tenuto a restituire esclusivamente gli interessi, l'intervento della Regione gli consentirà di iniziare a restituire il prestito di fatto a partire dal tredicesimo mese. Il fondo di 5 milioni di euro annui stanziato dalla Regione, destinato in parte al pagamento degli interessi ed in parte alle garanzie, permetterà di attivare prestiti cinque volte superiori: questo consentirà nell'arco triennale in cui si articolerà questa misura di poter concedere oltre 15.000 prestiti. Le banche che hanno aderito Sono ben 11 la banche che sin qui hanno aderito a questo intervento di microcredito e che, vista la loro presenza sul territorio, ne permetteranno una diffusione capillare. Si tratta delle Casse di Risparmio di Firenze, di Volterra, di San Miniato, di Pistoia e della Lucchesia, del Monte dei Paschi di Siena, di Banca Etruria, delle Banche di credito cooperativo di Castagneto Carducci e Cambiano, di Unicredit, di Banca Popolare Etica e di Banca Federico Del Vecchio.

Si prevede l'adesione di altri istituti bancari nei prossimi giorni Continua la vertenza sullo stabilimento Pirelli di Figline, luogo di produzione dello “Steelcord”, il cordino metallico. "L'azienda ha espresso l'intenzione di vendere o, in ogni caso, di ricercare partnership per la gestione di quella specifica produzione. Daniele Calosi (Segretario generale Fiom Firenze) ha così commentato le recenti notizie uscite sulla stampa, che confermano un interessamento del Senatore Matteoli alla questione, esplicitato in un incontro con le organizzazioni sindacali al quale Fiom ha scelto di non partecipare: “La nostra organizzazione ritiene che la vertenza Pirelli sia risolvibile soltanto su un piano squisitamente sindacale, attraverso una discussione franca sulle politiche e sul futuro industriale dello stabilimento figlinese.

E' sbagliato un approccio politico alla questione, la vertenza sarà chiusa al tavolo delle trattative e non con le telefonate riservate. La Fiom Cgil predilige i percorsi istituzionali, Comune, Provincia e Regione fino all'incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico di Mercoledì prossimo. La politica, indipendentemente dallo schieramento di cui fa parte, si attivi per favorire questo percorso piuttosto che fare passerelle, questa della Pirelli è una vertenza complessa ogni tentativo di strumentalizzazione sarebbe controproducente”" Si allarga l'outlet di Barberino, contro ogni previsione da parte dei sindacati Cgil Cisl e Uil: "Questa decisione ci lascia stupefatti, sostengono le organizzazioni sindacali, poiché a tutt'oggi le condizioni del lavoro non vedono un miglioramento e le nostre richieste di confronto con la direzione dell'Outlet, non trovano soddisfazione per discutere delle condizioni del lavoro. Sarebbe stato opportuno che il Comune di Barberino, avesse tenuto conto del comportamento della direzione dell'Outlet, visto che ha anche partecipato ai tavoli istituzionali, in occasione dei quali ha preso atto di tale comportamento. Crediamo, con convinzione, che lo sviluppo dell'Outlet debba coniugarsi con il rispetto delle condizioni di lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici, i quali hanno diritto ad organizzarsi e difendere i loro interessi, condizione che ad oggi purtroppo non è data in quella realtà".

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