Tintolavanderie: nuova legge regionale ne disciplina l’attività

Il Consigliere di Centro Democratico Russo: "Ennesimo incomprensibile laccio burocratico contro la piccola impresa toscana. Solo con un elemento di liberalità del mercato si può consentire all'economia di tornare a crescere"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 ottobre 2013 22:36
Tintolavanderie: nuova legge regionale ne disciplina l’attività

Firenze– Nuove regole per le tintolavanderie. È stata approvata oggi a maggioranza la proposta di legge che disciplina il settore delle tintolavanderie e adegua la normativa alle disposizioni della legge nazionale. “La novità più importante introdotta dalla legge, e prevista dalla normativa nazionale del 2006 – ha detto la presidente della commissione Sviluppo economico Rosanna Pugnalini (Pd) –, è l’introduzione della figura obbligatoria del responsabile tecnico, titolo che potrà essere acquisito comprovando un periodo di cinque anni di attività nella mansione, oppure attraverso la frequenza ai corsi di formazione che saranno promossi dalla Regione Toscana”.

Nell’atto si escludono dall’obbligo della figura del responsabile tecnico le lavanderie a gettone, purché non vi sia presenza di personale nella sede dell’attività. Pugnalini ha precisato che in commissione sono state accolte molte delle osservazioni avanzate dai soggetti interessati. “Per aprire una tintolavanderia adesso – ha obiettato Marco Taradash (Pdl) – occorrerà il responsabile di gestione con conoscenze tecniche che la legge nazionale stabiliva si potessero acquisire attraverso un corso di formazione di ben 1200 ore, poi scese a 450, quelle recepite dalla Toscana”. Voto favorevole da Marina Staccioli (FdI) ad “un atto – ha detto – che va incontro alle richieste delle categorie e che disciplina la materia.” “Uscirò dall’aula – ha detto Rudi Russo (CD) -.

In un momento di recessione, non era necessario un atto come questo. Si introduce il responsabile tecnico, costringendo chi ha un esercizio da cinquant’anni ad una lungaggine burocratica. Con i corsi promossi dalla Regione – ha concluso – ci sarà un dispendio di risorse”. Il consigliere Pdl Nicola Nascosti ha sottolineato “la sproporzione tra quello che si chiede al responsabile tecnico e le ore di formazione necessarie per questa mansione”. Nascosti si è poi soffermato sull’aspetto innovativo della norma transitoria.

La norma prevede che, nel periodo che intercorre tra l’entrata in vigore della legge e l’avvio dei corsi di formazione regionali, chi avvia una nuova impresa o chi subentra a titolo di cessione dell’attività possa indicare un responsabile tecnico sulla base delle disposizioni della legge nazionale. Il responsabile potrà essere indicato anche in modo provvisorio nell’ottica dell’impegno a conseguire, entro i due anni dall’approvazione della legge regionale, il requisito professionale. Nella legge si parla dell’esercizio dell’attività, subordinato alla presentazione, per via telematica, della segnalazione di inizio attività (Scia) allo sportello unico per le attività produttive (Suap) presso i comuni di riferimento.

Nei locali dell’attività dovranno essere esposte le tariffe professionali e copia della Scia. L’articolato della proposta di legge definisce poi le sanzioni per ogni tipologia di infrazione alle norme prescritte dalla legge. Per l’esercizio dell’attività senza titolo abilitativo scatterà, oltre alla sanzione amministrativa prevista, anche la chiusura immediata. "Oggi in Toscana viene approvato e imposto un ennesimo e incomprensibile laccio burocratico per la piccola impresa".

Lo ha dichiarato, questa mattina nel corso della seduta del Consiglio regionale, il Consigliere di Centro Democratico Rudi Russo, intervenendo in Aula in merito alla proposta di legge che introduce la figura del responsabile tecnico nelle tintolavanderie della Toscana. "Con l'approvazione della legge, ci saranno corsi di formazione promossi e coordinati dalla Regione, ci sarà dispendio di denaro pubblico, ci sarà dispendio di denaro da parte dei piccoli imprenditori che dovranno affannarsi per adempiere a queste nuove imposizioni burocratiche.

A fronte di tutto questo, qual è il bene giuridico che andiamo a tutelare con questa nuova burocrazia? Ma la Costituzione mi chiede che, laddove c'è una materia concorrente tra Stato e Regione, dobbiamo sottostare ai principi introdotti dal Legislatore nazionale, quindi non posso far altro, purtroppo, che adeguarmi al dettato costituzionale". "In Commissione ho criticato molto questa proposta di legge - ha spiegato Russo - perché ci troviamo di fronte all'irrazionalità e alla follia del legislatore nazionale.

E' vero che nel 2006 la recessione ancora doveva arrivare, ancora si pensava che l'economia fosse solida e disciplinare ogni singolo aspetto della vita economica di questo Paese non avrebbe pesato più di tanto. Ma ora siamo in un momento di crisi dove questo vizio diventa folle". "Personalmente, avrei fatto volentieri a meno di votare una simile proposta di legge, perché in un momento di simile recessione continuare a mettere lacci e lacciuoli burocratici significa stringersi il cappio al collo", ha concluso Russo.

"Il boom economico che in passato ha conosciuto questo Paese è stato possibile soltanto grazie a una certa liberalità del mercato, e in un momento di crisi questo deve essere un elemento che torna nella consapevolezza e nella mente del legislatore".

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