Legge 1/2005: nota congiunta della Rete degli Ordini degli Architetti

Forti perplessità sulla proposta di legge di riforma urbanistica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2013 23:19
Legge 1/2005: nota congiunta della Rete degli Ordini degli Architetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dalla Rete degli Ordini degli Architetti della Toscana Firenze, lunedì 7 ottobre 2013- Apprendiamo dalla stampa che la Giunta Regionale della Toscana ha varato la proposta di legge di riforma urbanistica e riteniamo doveroso dare un contributo per migliorare il testo definitivo che sarà approvato dal Consiglio regionale. Ci spinge ad esprimerci il senso stesso del fare architettura, che è anzitutto responsabilità nei confronti della società e dell'ambiente, ancora prima che di un cliente. La riforma della legge regionale 1/2005, così, ci interessa in maniera non equivoca o di parte.

Ci interessa perché siamo convinti che gli indirizzi, le scelte politiche e i controlli in materia urbanistica debbano andare verso un corretto utilizzo delle risorse del territorio e verso la tutela della bellezza di questa regione che risiede, soprattutto, in un felice rapporto tra uomo e ambiente espresso nel nostro paesaggio antropizzato. Nel merito di quanto si conosce della proposta di riforma, esprimiamo forti perplessità sulla maggiore complessità del nuovo sistema di governo del territorio rispetto ad un maggiore centralismo dei controlli e degli strumenti di pianificazione e ad una impostazione generale tendente a porre divieti invece di definire un progetto per il territorio. I molteplici livelli di pianificazione previsti, inoltre, implicheranno tempi di elaborazione dei piani urbanistici, ed in generale delle decisioni in merito al governo del territorio, ancor più lunghi rispetto agli attuali. Preoccupa l'assenza di efficaci disposizioni che favoriscano la rigenerazione urbana mediante il recupero e il riuso del patrimonio edilizio esistente.

Si prevedono maggiori oneri per le operazioni di ristrutturazione urbanistica sull'edificato esistente, che finiscono per addossare sugli acquirenti finali i costi dell'edilizia residenziale pubblica che dovrebbero essere sostenuti dalla società nel suo insieme e non da chi acquista la casa. Permane indefinito il sistema perequativo, troppo lasciato ad una estemporanea definizione locale con grave pregiudizio della reale fattibilità delle previsioni contenute nei piani urbanistici. Siamo inoltre preoccupati per la diminuzione dell'effettiva facoltà di partecipazione dei cittadini alla formazione degli atti di governo del territorio: buona parte delle decisioni verranno prese dalla Regione che, al contrario dei Comuni, non ha un rapporto diretto con la cittadinanza. Siamo inoltre preoccupati per la diminuzione dell'effettiva facoltà di partecipazione dei cittadini alla formazione degli atti di governo del territorio: buona parte delle decisioni verranno prese dalla Regione che, al contrario dei Comuni, non ha un rapporto diretto con la cittadinanza né è pensabile che possa prendere in considerazione migliaia di osservazioni dei cittadini come fanno i consigli comunali. Dal momento che in realtà anche in questa prima fase, a nostro giudizio, il processo di partecipazione della Regione è stato poco chiaro e ristretto ai Comuni e a poche categorie, abbiamo deciso di farci promotori nelle settimane a venire di un ciclo di consultazioni pubbliche, attraverso dibattiti e convegni a tema, tra quelle parti di società che possano contribuire al miglioramento delle nuove norme per il governo del territorio nella nostra regione.

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