Troppi antidepressivi, ma non è colpa della crisi

La spesa farmaceutica aggregata italiana, sia quella privata che quella a carico del Sistema sanitario nazionale, non ha sperimentato rialzi di particolare rilevanza in concomitanza con il peggioramento degli indicatori economici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2013 17:47
Troppi antidepressivi, ma non è colpa della crisi

I dati sull’uso dei farmaci resi noti oggi dall’Aifa (Agenzia Italiana del farmaco) confermano i recenti studi effettuati da Eurispes. La spesa farmaceutica aggregata italiana, sia quella privata che quella a carico del Sistema sanitario nazionale, non ha sperimentato rialzi di particolare rilevanza in concomitanza con il peggioramento degli indicatori economici principali. Al contrario, analizzando il consumo di farmaci scomposti per gruppo terapeutico, si osserva come le categorie che comprendono malattie riconducibili, almeno in parte, a problemi connessi agli stili di vita abbiano un trend di consumo in crescita.

In particolare parliamo dei problemi di natura cardiovascolare, gastrointestinale, del metabolismo e del sistema nervoso centrale. Le dosi giornaliere prescritte di farmaci antidepressivi considerati nel complesso sono, ad esempio, in continuo aumento: dal 2004 a oggi l’Aifa ha registrato un +4,5%. Analizzando nel dettaglio i principali indicatori degli stili di vita della popolazione italiana, in particolare quelli comunemente associati ai disturbi dell’umore e allo stress, e isolando il periodo di scoppio della crisi, dai dati Eurispes emerge che l’incidenza dell’obesità e dei fumatori abbiano in realtà avuto un andamento altalenante, non esattamente riconducibile a fattori economici.

Questo dato è solo apparentemente anomalo e può essere spiegato con il cosiddetto “tempismo nella reazione”. In pratica la crisi economica sta cambiando profondamente gli stili di vita di molti italiani che sempre più spesso, per motivi contingenti, ricorrono a cibi ipercalorici, il cosiddetto “cibo spazzatura”, o che attraverso l’utilizzo di fumo e/o alcol cercano una dannosa via di fuga ai problemi di ogni giorno. In Italia 2,5 milioni di famiglie vivono al di sotto della soglia di povertà e altrettante appena sopra questa soglia.

In pratica circa 16 milioni di persone hanno serie difficoltà ogni giorno a mettere insieme il pranzo con la cena e spesso il cibo non è della migliore qualità. Gli effetti delle modifiche degli stili di vita non è immediato dal punto di vista medico e può richiedere un orizzonte temporale decisamente lungo per subire modifiche significative ed evidenti. Insomma, le variazioni del consumo di farmaci che serviranno per curare le malattie causate dal peggioramento degli stili di vita saranno note solo fra alcuni anni.

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