Lunedì 16 all'alba il raddrizzamento della Concordia, vietato sbagliare

Non esiste un piano 'B' per il più grande recupero mai tentato prima. Interruzione dei collegamenti tra Porto Santo Stefano e l`Isola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 settembre 2013 19:10
Lunedì 16 all'alba il raddrizzamento della Concordia, vietato sbagliare

Il parbuckling, ovvero la rimessa in linea dello scavo usando cavi, argani e martinetti, potrebbe iniziare lunedì alle sei di mattina, una volta concluse tutte le operazioni preliminari e sempre che le condizioni meteo lo permettano. Lunedì 16 settembre all'alba dunque è stato deciso il raddrizzamento della nave Costa Concordia. Il capo della Protezione civile Gabrielli conferma il timing delle operazioni di recupero del relitto che si trova di fronte all'Isola del Giglio dalla notte del 13 gennaio 2012 quando agli ordini del comandante Francesco Schettino la nave si è inclinata dopo il famigerato 'inchino' e dopo l'intuizione o il caso fortuito che hanno portato la grossa nave ad inclinarsi definitivamente verso l'isola toscana.

"Il più grande recupero navale della storia. Non esiste un piano 'B' contro gli errori" ha spiegato il commissario. A Giglio Porto, per tutta la durata delle operazioni di raddrizzamento, non si potrà né attraccare né partire. Tutti i traghetti saranno sospesi. Se lunedì inizierà l'operazione di rimessa in piedi, l'ultimo traghetto a lasciare l'isola sarà quello delle sei la mattina.. L'operazione di rotazione della Costa Concordia sarà un momento delicato per lo sversamento di parte delle acque interne in mare (e assieme alle acque di parte delle suppellettili) ma ogni evenienza è stata presa in considerazione.

E' stato spiegato durante la conferenza stampa che si svolta stamani a Roma nella sede della Protezione Civile. "Tutta l'area di cantiere sarà circondata da una doppia cintura di panne assorbenti, una doppia cintura di panne di altura, panne costiere e panne a chiusura del porto, panne antitorbidita' a protezione della costa e reti di protezione per il contenimento delle eventuali fuoriuscite di materiali dal relitto" informa Maria Sargentini, presidente dell'Osservatorio. Il cordone di sicurezza è stata infatti potenziato, in vista del parbuckling.

"In porto pronti a entrare in azione – aggiunge – ci sono inoltre tutti i mezzi necessari per far fronte ad eventi critici e ridurre al minimo gli effetti e i tempi di contaminazione". L'accesso alle banchine e all'area del porto sarà limitato. Lo spazio sarà comunque accessibile agli abitanti del Giglio. Un'attenzione, è stato sottolineato durante la conferenza stampa a Roma, per non farli sentire ospiti a casa loro. La pulizia e il ripristino dei fondali dell'isola del Giglio proseguiranno anche dopo che la Costa Concordia sarà rimessa in piedi e il relitto portato via, assieme ad un monitoraggio costante per i cinque anni successivi.

Quello della pulizia e del ripristino dei fondali è uno dei punti del piano di sicurezza e del programma di salvaguardia dell'ecosistema dell'isola messo a punto parallelamente al progetto di rimozione della nave. Maria Sargentini, presidente dell'Osservatorio per la rimozione della Costa Concordia in rappresentanza della Regione Toscana - e con lei anche il responsabile della Protezione Civile Franco Gabrielli e l'ingegner Porcellacchia per Costa - lo sottolinea più volte durante la conferenza stampa. "Lo stato delle acque – rassicura – è buono, in linea con quello delle acque della Toscana, e non è stato registrato alcun danno rilevante all'ecosistema marino esterno all'area di cantiere".

Merito delle misure precauzionali e delle azioni messe in campo subito dopo che la nave, il 13gennaio 2012, si era spiaggiata. Un lavoro che ha coinvolto anche due università, quella della Sapienza a Roma e quella di Genova, con analisi tradizionali ed esami sofisticati, a campione, su mitili e varie specie ittiche, ma anche con misurazioni delle emissioni sonore e monitoraggi sulle specie terrestri. Anche i recenti cicli di campionamento delle acque interne al relitto non hanno destato particolari preoccupazioni.

In ogni caso, come misura di precauzione, prima della fase di rotazione della nave sono stati aspirati circa 4.000 metri cubi di acqua, in corrispondenza della zona delle lavanderie e delle cambuse, e l'operazione di aspirazione, tutt'ora in corso, proseguirà fino a quando tecnicamente possibile in relazione alle operazioni di raddrizzamento. Tutti i fondali del versante orientale dell'isola (e non solo quelli dell'area di cantiere) sono stati messi sotto controllo, da mesi. Le praterie di posidonia e il coralligeno, habitat protetti dall'Unione Europea, sono stati mappati e vengono continuamente monitorati.

Solamente nella zona dei lavori si rivelano modifiche allo stato dei fondali: il cono d'ombra dello scavo ha privato la Posidonia della luce indispensabile per la sua vita. All'esterno del cantiere non si avvertono invece segni di sofferenza ed alterazioni. "L'Isola del Giglio è attualmente uno dei siti più controllati dell'intero Mar Mediterraneo". Lo dice Maria Sargentini, presidente dell'Osservatorio per la rimozione della Costa Concordia, ma lo dicono soprattutto i numeri. "La questione ambientale è fin dall'inizio parte intrinseca del progetto per portare via la nave – rimarca – e il ruolo dell'Osservatorio non è quello di un eccesso di ambientalismo o un appesantimento burocratico.

Le acque del Giglio dovevano e devono essere salvaguardate e le prescrizioni fatte dalla conferenza di servizi che ha dato il via libera al progetto non sono certo una banalità". L'Arpat (ovvero l'agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) e l'Ispra, incaricati dall'Osservatorio, assieme all'Università "La Sapienza" di Roma e alla società D'Appollonia ingaggiate da Costa Crociere, da mesi effettuano controlli continui su tutta l'area interessata: non solo sulle acque interne allo scavo e sul mare ma anche sulla qualità dell'aria, sulle emissioni sonore e i beni architettonici presenti sull'isola. Dal naufragio della nave da crociera, a gennaio del 2012, sono stati effettuati 41 mila analisi ed oltre duemila campionamenti.

L'Università di Roma di analisi ne ha effettuate da sola 10mila, monitorando costantemente sia le acque interne sia quella esterne, con circa 120 campionamenti su 82 parametri diversi. Diciannovemila sono state le analisi sulle acque esterne fatte da Arpat e dodicimila quelle dell'Università di Genova con duemila campionamenti, 1 milione e 300 mila dati puntuali sullo stato delle correnti e sei rilevazioni mensili sui sedimenti. L'Università di Roma, tramite Oceanomare, ha messo in campo anche un monitoraggio sui cetacei, con circa 500 campagne di avvistamento Serbatoi ed acque nere già svuotati da tempo - Il carburante nei serbatoi della Concordia è stato aspirato poco dopo settimane il naufragio.

L'estrazione è iniziata il 12 febbraio 2012 e si è conclusa con successo il 24 marzo. Complessivamente sono stati aspirati 2.042,5 metri cubi di idrocarburi. Allora sono state rimossi anche 240 metri cubi di acque nere. In contemporanea è stato recuperato il materiale galleggiante e poi, concluse le operazioni di rimozione del combustibile, gli oggetti fuoriusciti dal relitto ed accumulatesi sul fondale: in tutto sono state portate via 24 tonnellate di materiali, pari a 570 metri cubi. A bordo sono ancora presenti principalmente prodotti di pulizia e di igiene raccolti in piccoli contenitori omologati e chiusi in depositi: la rimozione sul posto di questi prodotti avrebbe creato più rischi che benefici ed è stata rinviata a dopo la messa in piedi della nave. In occasione dell`avvio dei lavori per la rimozione della nave Costa Concordia, a partire da lunedì 16 settembre saranno attivati lungo la strada statale 1 `Via Aurelia` presso le uscite della Giannella e di Orbetello, i cartelli di preavviso per informare l`utenza che i collegamenti tra Porto Santo Stefano e l`Isola del Giglio saranno interrotti.

Il provvedimento ha l`obiettivo di evitare possibili disagi al traffico in avvicinamento al porto.

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