Operazione Skull 2: sequestrati 500mila articoli di bigiotteria

E da Prato l'assessore comunale Aldo Milone: "Il Parlamento fermi questo fiume di denaro in volo verso la Cina"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2013 19:06
Operazione Skull 2: sequestrati 500mila articoli di bigiotteria

Bigiotteria tossica destinata al mercato dei giovani. Sono oltre 500.000 gli articoli, tra orecchini, fermagli, braccialetti, anelli a forma di teschio "SKULL", contenenti percentuali di Nickel e Cadmio molto superiori alla soglia consentita, e pertanto nocivi alla salute dei consumatori, che sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Prato nel corso di una operazione condotta in questi giorni nel Centro-Nord Italia. Metalli pesanti questi che, se a contatto con l'organismo umano, con ritmo diluito nel tempo, possono provocare patologie cancerogene ed allergiche.

L'attività del Nucleo di Polizia Tributaria nasce da un‘ispezione effettuata un anno fa all'interno di 6 stands commerciali, gestiti da cinesi, del noto centro espositivo permanente di Prato dove le Fiamme Gialle hanno trovato e sequestrato 130.000 articoli di bigiotteria i cui campioni, inviati per l'analisi chimica ad un laboratorio specialistico certificato, evidenziavano la presenza altamente tossica di cadmio, metallo pressochè vietato dalla legge, e quella di nickel 500 volte superiore alla soglia consentita nonostante che, oltretutto, le etichette dei prodotti riportassero impresso un marchio con la dicitura "Nickel Free".

Gli elementi di prova acquisiti in quell'occasione, portavano la Procura della Repubblica di Prato ad ordinare una serie di perquisizioni presso i fornitori degli stands, ossia oltre 24 imprese ubicate a Roma e Milano, dove sono stati ritrovati e sequestrati dai finanzieri del posto altri 500.000 articoli "SKULL" che, se immessi sul mercato, avrebbero generato introiti per circa 2.500.000 di Euro. Le successive analisi chimiche sui campioni ne confermavano la pericolosità e pertanto i 24 titolari delle imprese cinesi venivano denunciati all'Autorità Giudiziaria, ai sensi del Codice Penale e del Codice di Consumo, per aver distribuito sul mercato articoli commerciali pericolosi, nonchè per aver adulterato e/o contraffatto prodotti in danno della pubblica salute ed infine per frode in commercio.

Obiettivo dell'operazione è stato quindi quello di "drenare" dal mercato tutti quei prodotti, dedicati prevalentemente al mercato giovanile ed all'apparenza innocui, il cui uso poteva invece presentare severe problematiche per la salute pubblica. Prodotti, il cui contatto con la pelle umana viene definito in gergo tecnico "minaccia invisibile", e che sono messi al bando da un preciso Regolamento Comunitario, meglio noto con l'acronimo di Registration Evaluation and Authorization of Chemicals (REACH) che elenca specificamente le sostanze la cui produzione, commercializzazione ed utilizzo devono essere soggette, in tutta Europa, a specifici autorizzazione e controllo di qualità.

In ragione di ciò il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza di Roma ha attivato la procedura di allerta "RAPEX" che è un circuito informativo telematico della Comunità Europea tramite il quale vengono segnalati agli organi di vigilanza sul territorio quegli articoli, come la bigiotteria skull cinese, che comportano un "rischio grave" per la salute del consumatore.

Approfondimenti

"Le indagini della Procura della Repubblica di Firenze hanno decretato che un fiume di denaro, circa 4 miliardi di euro, in pochi anni ha lasciato Prato per volare verso la Cina -afferma l'assessore alla Sicurezza, Aldo Milone- Fenomeno che ho sempre stigmatizzato. Si pensi anche al mancato introito per le casse pubbliche relativamente all'addizionale comunale IRPEF: diversi milioni di euro che potevano servire anche a contenere ulteriormente le aliquote IMU, oltre a quanto il Comune di Prato ha già fatto.

Un altro dato che mi fa decisamente arrabbiare, o meglio, ribollire il sangue nelle vene, è il comportamento di quella parte politica che, ostinatamente, ha sempre contestato la mia lotta all'illegalità e che ha sempre messo, come lo struzzo, la testa sotto la sabbia evitando di esprimere una ferma e decisa condanna verso questi fenomeni. Sono per altro felice che a distanza di quattro anni dalle operazioni concrete messe in atto da questa Amministrazione, finalmente, almeno a parole, il Presidente della Provincia, in un incontro con la rappresentante dell'Ambasciata cinese, chiede di far rispettare le regole alla comunità cinese.

Meglio tardi che mai. Giorni fa descrivevo la situazione di Prato: una città che viaggia a due velocità. Da una parte la stragrande maggioranza della comunità cinese che spende e spande in acquisti, anche voluttuari, grazie ad un arricchimento illecito, frutto di una grossa mole di evasione fiscale e una, purtroppo, la maggioranza dei pratesi che tira la cinghia, soffrendo in maniera spaventosa questa crisi economica. Per non parlare poi della mole di merce, soprattutto bigiotteria, sequestrata dalla Guardia di Finanza di Prato, importata dalla Cina e risultata altamente cancerogena, capace di provocare seri danni alla salute dei consumatori.

Chiudo con una riflessione e un invito al Parlamento. Invece di litigare sulla legge elettorale, che si pensi piuttosto ad approvare una legge utile ad arginare questo fiume di denaro in volo verso la Cina. Anche perché si tratta di risorse importanti che potrebbero rilanciare l'occupazione giovanile ed alleggerire la pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie".

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