Tra stabili occupati e palazzi vuoti, si allunga la fila per le case popolari

A Firenze le famiglie in attesa di un alloggio popolare hanno superato quota 2.000, quasi 100 sfratti al mese.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2013 15:41
Tra stabili occupati e palazzi vuoti, si allunga la fila per le case popolari

Dalla Regione 480.000 euro per i 190 occupanti di via Slataper? Il consigliere regionale Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) e il consigliere del Quartie 5 Giovandomenico Guadagno: ”Le risorse siano investite nel ripristinare più di 160 case popolari dismesse” «Quasi 480.000 euro in un anno, ecco quanto investirà la Regione Toscana per trovare lavoro e abitazione ai 190 occupanti abusivi dello stabile di via Slataper. Intanto, a Firenze le famiglie regolari in attesa di un alloggio popolare hanno superato quota 2.000 e la media di sfratti per morosità ogni mese rasenta il centinaio».

È la denuncia del consigliere regionale del gruppo Più Toscana e membro della IV commissione “Sanità”, Gian Luca Lazzeri, e del consigliere di Quartiere 5 Giovandomenico Guadagno, che puntano il dito contro la delibera 372 del 27 maggio 2013 con cui la Regione destina 479.790 euro a un piano di inserimento degli occupanti della palazzina al civico 6 di via Slataper, occupato dal 2011 da 190 persone in prevalenza somale ed eritree. «Nell’immobile – spiegano – sorgevano gli uffici regionali della Direzione politiche ambientali della Regione Toscana che, dopo l’occupazione, ha continuato a pagare 300.000 euro di affitto all’anno nonostante il palazzo fosse occupato.

Con la delibera di 3 giorni fa, come se non bastasse, la Regione destina quasi mezzo milione di euro al progetto Scalea, promosso dalla cooperativa Onlus Cat. L’intento sarebbe quello di censire, alfabetizzare e cercare lavoro agli occupanti dello stabile, con l’obiettivo finale di sgomberare l’immobile e ricercare soluzioni abitative per gli occupanti. Un’operazione intorno alla quale graviteranno un team di mediatori linguistici, assistenti sociali, operatori sanitari e insegnanti di italiano.

L’iniziativa appare lodevole, ma nell’attuale momento stride con la situazione d’emergenza vissuta da molti fiorentini. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. Mentre, infatti, le Istituzioni stanziano a grandi mani risorse per i richiedenti asilo politico, ci sono famiglie come quella di Maurizio Villani, 53enne ex imprenditore edile con una moglie e 3 figli piccoli, costrette a vivere in camper lungo viale Lami in attesa di un alloggio popolare. Per quelli nella sua stessa situazione, la mole di risorse destinata è stata nulla o molto inferiore a quella degli occupanti di via Slataper.

Quello che chiediamo – concludono Lazzeri e Guadagno – è una delibera della Regione che sblocchi risorse da investire nel ripristino di circa 160 appartamenti vuoti del Comune che potrebbero essere trasformati in alloggi popolari: a beneficiarne sarà tutta la cittadinanza, rifugiati politici e fiorentini». “Siamo disponibili a partecipare ad eventuali iniziative atte a risolvere la situazione di degrado dell’area in cui è ubicato l’immobile di Via del Parlamento Europeo a Scandicci”.

Così l’assessore al Territorio della Regione Toscana, Anna Marson, ha risposto ad un’interrogazione presentata dal gruppo Idv in Consiglio e discussa nel corso della seduta della commissione Ambiente presieduta da Gianfranco Venturi (Pd). L’edificio che doveva diventare un centro del ministero delle Finanze e noto con l’appellativo di ”palazzaccio”, è una struttura di 29 mila metri quadri su tre piani edificata su un lotto di 58 mila metri quadri, mai completata, che versa in pessime condizioni.

Nata da un progetto degli anni Ottanta, anche se i lavori sono iniziati nel 1991, con l’intento di costruire, così come avveniva nelle altre regioni, un centro del ministero dedicato all’archivio dei dati dei vecchi mod.740 per tutte le regioni del centro Italia, i lavori non sono mai stati terminati. Furono bloccati nel 1994 per scelta dello stesso ministero che aveva cambiato progetti e idee rispetto all’intento iniziale, dopo aver già speso oltre 120 miliardi delle vecchie lire. Il “monumento allo spreco”, come è definito nel testo dell’interrogazione, è stato nel frattempo trasferito a Fintecna, società controllata per intero dal ministero delle Finanze, che ne gestisce il patrimonio immobiliare.

Nonostante il protocollo d’intesa siglato nel 2003 che prevedeva l’impegno da parte dell’Agenzia del demanio a presentare un progetto di recupero dell’edificio, il palazzaccio “giace ancora in stato di abbandono, completamente inutilizzato, trascinando nel degrado generale l’area su cui insiste”. “Pur sussistendo un rapporto diretto tra Comune di Scandicci e ministero – ha chiarito Marson – la Regione è concorde e disponibile a risolvere il problema. Al momento, comunque, non è pervenuta alla Giunta alcuna proposta riferita a ipotesi di ripristino o riuso”.

“Eventuali iniziative che saranno messe in campo, ci vedranno partecipi per una necessaria riqualificazione dell’area” ha assicurato l’assessore. Soddisfatta della risposta si è dichiarata la capogruppo Idv Marta Gazzarri.

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