Aziende in crisi, in Toscana soffrono di più le piccole imprese

Tutte le vertenze aperte. L'assessore al lavoro Simoncini: “La Toscana sta facendo la sua parte ma serve una politica nazionale forte". Novità sulla Seves: stavolta forse una possibilità di salvezza c'è.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 maggio 2013 21:00
Aziende in crisi, in Toscana soffrono di più le piccole imprese

A Palazzo Sacrati Strozzi, sede della Giunta Toscana si fa il punto sulle vertenze aziendali delle imprese del territorio, quali e quante sono in sofferenza e richiedono di aiuti. Il bilancio che viene fuori è che la crisi si è abbattuta in modo particolare sulla piccola impresa; la piccola e media impresa costituiscono il cuore pulsante dell'economia del territorio toscano ma soprattutto dell'intera nazione. C'è bisogno quanto prima di una politica nazionale forte ed efficace. Questo il ragionamento espresso dall'assessore alle Attività produttive: Gianfranco Simoncini nel corso della sua relazione. “La principale crisi è quella diffusa nella piccola impresa.

Secondo gli ultimi dati disponibili, a metà 2012 tra le imprese artigiane si è registrato un calo di 1534 aziende rispetto alla metà del 2011, determinando una riduzione del tessuto imprenditoriale artigiano dell’1,3 per cento. Le imprese sotto i 19 dipendenti rappresentano il 98 per cento delle aziende toscane e occupano il 70 per cento dei lavoratori. La spesa degli ammortizzatori in deroga, in Toscana è passata da 48 milioni del 2009 a 87,5 nel 2010, 99,6 nel 2011 fino a raggiungere una spesa che nel 2012 toccherà probabilmente i 150 milioni”.

Questi alcuni dei numeri fotografati dall’assessore alle Attività produttive Gianfranco Simoncini nel corso della comunicazione sullo stato delle vertenze aziendali. Le domande di cassa integrazione in deroga (Cig) pervenute al 17 aprile “sono 7.879 e riguardano 25.024 lavoratori per un impegno di spesa di circa 98 milioni, alle quali si aggiungono le 1.847 domande di mobilità in deroga per altrettanti lavoratori il cui impegno di spesa è stimabile in circa 15 milioni”. “Gli uffici – ha continuato l’assessore – hanno potuto autorizzare richieste di Cig in deroga pervenute entro il 31 gennaio per un importo complessivo di circa 37,5 milioni che coinvolgono 12.072 lavoratori e richieste di mobilità in deroga pervenute entro il 28 febbraio per un importo complessivo di oltre 12,5 milioni per 1.583 lavoratori.

Dallo scorso 11 aprile, siamo stati costretti a bloccare le autorizzazioni. In questa fase, l’unica indicazione che la Regione ha potuto dare è quella di utilizzare lo strumento del contratto di solidarietà rispetto al quale è prevista anche una integrazione regionale al reddito”. Tra le aziende citate anche il Maggio musicale fiorentino , Simoncini ha chiarito che la volontà della Regione Toscana resta quella di “accompagnare il risanamento continuando a dare futuro a questa realtà storica importante”.

Tra le altre aziende citate, la ex Mabro di Grosseto che conta 234 addetti, Beltrame di San Giovanni Valdarno (70 lavoratori), Ex Eaton (250), Ex Isi (350), Floramiata (120 addetti più 80 avventizzi), KME (920 più 80 di Firenze), Menarini (1500), Pirelli Figline (450), Richard Ginori 1735 spa in fallimento (300), Selex Ex (1300), Seves spa (175), Shelbox in fallimento (148), comparto gomma-plastica Livorno, Gbl/Trelleborg-Tss Italia (45 più 138 addetti), Novaol (35), Polo siderurgico Piombino, Polo produttivo della componentistica auto motive di Livorno e Collesalvetti, De Tommaso spa in fallimento (142 addetti). “La crisi è drammatica” ha continuato Simoncini.

“Tuttavia, facendo un confronto con le dinamiche osservate a livello nazionale e internazionale, il mercato del lavoro in Toscana ha retto maggiormente l’impatto di un ciclo economico particolarmente negativo”. “Siamo però ancora lontani dal recupero dei livelli pre-crisi” ha osservato ricordando che il tasso di occupazione nella popolazione 15-64 anni, nel 2012 “è ancora un punto e mezzo sotto il livello del 2008” (63,9 per cento a fronte del 65,4). Il tasso di disoccupazione si è attestato al 7,8 per cento, “in ascesa rispetto al 6,5 per cento dell’anno precedente, mostrando un ritmo più contenuto rispetto alla dinamica nazionale” (nel 2012 salito al 10,7 per cento dall’8,4). “La Toscana – ha concluso – sta facendo la sua parte, mostrando fino ad oggi una sostanziale stabilità occupazionale pur in un quadro di rallentamento dell’economia.

Certamente non basta. Serve una politica nazionale che metta al più presto il lavoro e lo sviluppo al centro della sua azione”. In Consiglio Provinciale invece si affronta la questione Seves, la storica azienda di Castello produttrice di mattoni in vetro con 106 dipendenti in cassa integrazione fino a fine giugno. Dopo la drammatica chiusura del forno e il trasloco dei timbri usati per decorare il vetro mattone che avevano fatto pensare a un epilogo negativo, forse stavolta si intravede una luce in fondo al tunnel.

Per l'azienda le novità potrebbero venire dal fondo tedesco di investimento Triton. Le novità, spiegate in Consiglio provinciale dal Presidente della Provincia di Firenze e assessore al Lavoro Andrea Barducci, al termine di un incontro con l'assessore regionale Gianfranco Simoncini, il rappresentante della Provincia, e l'amministratore delegato della Seves con le organizzazioni sindacali. L'offerta prevede che gli azionisti di Seves vendano le loro azioni al prezzo simbolico di un euro. C'è la necessità di un accordo triangolare, comprensivo dell'assenso degli azionisti (già comunicato) e dei tre istituti bancari Banca Intesa, Unicredit e Bnp che dovrebbero acquistare il debito con il taglio del 50% dello stesso.

Su questo punto non ci sarebbe ancora convinzione da parte di Intesa. Per parte sua l'amministratore delegato di Seves ha sottolineato che l'azienda non ha possibilità d'intervento. Il tavolo di confronto si riunirà nei prossimi giorni. Per il consigliere di Rifondazione Andrea Calò "è importante aver smascherato tentativi di delocalizzazione. La proprietà si è rivelata finora scarsamente autorevole. Ci vuole un continuo monitoraggio delle Istituzioni che invito a confrontarsi con Intesa". Si è conclusa stamani in Provincia di Prato la vertenza Hidra con l'accordo che sospende i licenziamenti durante il periodo della cig in deroga, per la quale verrà richiesta una proroga. L’accordo è stato sottoscritto da Franca Ferrara, dirigente del servizio Orientamento e lavoro della Provincia, Lorenzo Brogi, liquidatore della Hidra srl, assistito dai consulenti Gian Luca Pinto e Alice Posfortunato, Fabrizio Gorelli per la Fp Cgil e dai rappresentanti dei lavoratori. L'azienda ha aperta una procedura di mobilità per cessazione dell'attività produttiva per 18 lavoratori.

L'accordo impegna l'azienda a richiedere alla competente Regione Toscana la proroga della cassa integrazione in deroga, nei limiti consentiti dalle vigenti disposizioni di legge. I sottoscrittori dell'accordo hanno concordato sull'attuazione di un programma di politica attiva del lavoro finalizzato alla riqualificazione dei lavoratori dell’azienda. In particolare, per coloro i quali emergerà la necessità e l’interesse ad intraprendere interventi formativi finalizzati ad ampliare le conoscenze e l’occupabilità, nello stesso comparto o in un settore produttivo diverso, i servizi per l’impiego della Provincia metteranno a disposizione orientamento e assistenza.

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