Nessun "silenzio agli Innocenti"

Non c'è rischio chiusura per le strutture di accoglienza

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2013 21:50
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L'Istituto risponde al documento divulgato da CGIL Funzione Pubblica e dalle operatrici della Cooperativa di Vittorio. Nessun rischio chiusura, nessun calo di qualità. Le strutture di accoglienza continuano ad essere funzionanti e gestite da personale interno qualificato, assunto con regolare concorso. «In seguito alle affermazioni che chiamano in causa la gestione delle nostre strutture di accoglienza sentiamo forte la necessità di chiarire alcune questioni, che riguardano la qualità del nostro operato».

Anna Maria Bertazzoni, Direttore Generale dell'Istituto degli Innocenti interviene sulle accuse di scarsa attenzione e professionalità verso i servizi di accoglienza diffuse da CGIL e dalle educatrici della Cooperativa Di Vittorio, in seguito al mancato rinnovo dell'appalto di una delle tre strutture dell'Istituto. «In un documento diffuso in queste ore si pongono dubbi su come l'Istituto possa "garantire un lavoro di qualità [...] con un personale totalmente nuovo e inesperto".

La questione educativa è talmente centrale - prosegue Bertazzoni - che l'Istituto degli Innocenti, dal 2007 ad oggi ha assunto, con regolare concorso, operatori professionali qualificati inseriti all'interno delle strutture educative e di accoglienza». Le case di accoglienza dell'Istituto sono tre, Casa Bambini, Casa Madri, Casa Rondini, il numero degli ospiti è variabile e dipende dagli invii disposti dal Tribunale per i minorenni e dai servizi. Attualmente nelle strutture lavorano 10 operatori, 1 coordinatore e 1 responsabile di servizio, tutti dipendenti qualificati.

«In questo momento in cui le esternalizzazioni dei servizi sono la regola – continua Bertazzoni - l'Ente sta invece tentando di invertire questa tendenza, proprio per la volontà di mantenere interne le figure educative, strategiche per gli obiettivi di qualità». «Le necessità cambiano – prosegue Anna Maria Bertazzoni - sono sempre di più i bambini piccoli, da 0 a 6 anni ovvero il target di Casa Bambini, inseriti in affidamento familiare o preadottivo. Cambia così anche l'accoglienza: più apertura all'esterno, più servizi in sinergia con il territorio, pù sostegno alle famiglie.

L'Istituto ha, tra l'altro, recentemente rafforzato la sua collaborazione con il Comune di Firenze con un accordo triennale, stipulato protocolli d'intesa con la Camera Civile per l'assistenza legale delle mamme e con l'associazione Nosotras per far fronte con maggiore attenzione ai bisogni delle donne straniere». «Senza entrare nel merito delle modalità della protesta, ovviamente legittima, e della forma della comunicazione - afferma Alessandra Maggi, presidente dell'Istituto - non accettiamo il tentativo di screditare il nostro lavoro con affermazioni approssimative.

La qualità della gestione delle strutture e l'attenzione ai bisogni degli utenti da sempre caratterizza il nostro operato. Continuerà ad essere così». Francesca Coppini

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