Apprendistato: le Regioni ne hanno parlato al Ministro Fornero

Il documento delle regioni si sofferma, in particolare, sull’apprendistato finalizzato al raggiungimento della qualifica e del diploma che il testo unico disciplina all’articolo 3 e che riguarda i giovani fra i 15 e i 25 anni di età.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 marzo 2013 12:32
Apprendistato: le Regioni ne hanno parlato al Ministro Fornero

“L’apprendistato rappresenta lo strumento fondamentale per l’ingresso nel mercato del lavoro grazie alla sua doppia caratteristica di contratto con una forte componente formativa che permette di acquisire le competenze fondamentali e l’esperienza professionale essenziale per il lavoro e la sua finalizzazione in un rapporto a tempo indeterminato all’interno dell’azienda”. Lo ha ricordato Gianfranco Simoncini, assessore alle attività produttive lavoro e formazione della Regione Toscana e coordinatore delle Regioni per la materia lavoro, nel presentare, questa mattina al ministero del Lavoro, il documento approvato dalle Regioni sullo stato di attuazione del nuovo testo unico sull’apprendistato e sulle proposte per superare le criticità presenti.

L’incontro è stato promosso dal ministro Fornero. L’assessore ha fatto presente come le Regioni, a partire da questa idea condivisa, abbiano lavorato per una larga diffusione di questo strumento adeguando, così come aveva fatto la Toscana, le leggi regionali al nuovo testo unico. Il documento delle regioni si sofferma, in particolare, sull’apprendistato finalizzato al raggiungimento della qualifica e del diploma che il testo unico disciplina all’articolo 3 e che riguarda i giovani fra i 15 e i 25 anni di età.

Le Regioni propongono di valorizzare maggiormente questo tipo di apprendistato, che appare ancora poco utilizzato dalle imprese. “Si tratta di un aspetto significativo – ha spiegato l’assessore Simoncini – che, se sapremo risolvere alcuni problemi che ne limitano l’utilizzo, può dare un importante contributo anche al recupero dell’abbandono scolastico”. Fra i problemi rilevati dalle Regioni l’eccessiva onerosità per l’azienda e la mancata corrispondenza fra durata contrattuale e durata del percorso formativo: E’ per questo motivo che le Regioni propongono di “sollevare il datore di lavoro dalla remunerazione del tempo dedicato alla formazione strutturata, commisurando il salario dell’apprendista all’effettivo impegno lavorativo e formativo…”. Per renderlo più appetibile si propone di rendere la durata del contratto per qualifica o diploma (secondo l’articolo 3) uguale a quella prevista per l’articolo 4, ovvero per la formazione professionalizzante dei giovani fra i 18 e i 29 anni.

Dovrebbe quindi essere prevista, per chi non raggiunge nei termini di durata del contratto la qualifica o il diploma, la possibilità per il datore di lavoro di stipulare un nuovo contratto, in modo da dare al lavoratore una ulteriore possibilità di recupero. Fra le proposte, anche lo studio di sgravi contributivi in proporzione all’impegno formativo per disincentivare l’interruzione anticipata del rapporto di lavoro, mentre si ribadisce la necessità di avviare una revisione generale dl sistema di istruzione e formazione professionale che preveda un ampliamento delle qualifiche e dei diplomi di riferimento.

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