Bloccati i pagamenti delle Casse in deroga, 6000 toscani senza stipendio

Con una nota del 20 dicembre del Ministro del Lavoro ed il conseguente messaggio dell'INPS sono stati bloccati i pagamenti delle Casse in deroga richieste nel 2012 ma che, al 31 dicembre, non avevano ancora concluso l'iter amministrativo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2013 13:43
Bloccati i pagamenti delle Casse in deroga, 6000 toscani senza stipendio

Firenze 18.01.2013 - Con una nota del 20 dicembre del Ministro del Lavoro ed il conseguente messaggio dell'INPS sono stati bloccati i pagamenti delle Casse in deroga richieste nel 2012 ma che, al 31 dicembre, non avevano ancora concluso l'iter amministrativo di concessione. Tutto ciò nascerebbe da un'esigenza di chiarimento sull'entità degli oneri finanziari relativi al 2012, anche per i ritardi accumulati da alcune Regioni. "E' però del tutto incomprensibile e tanto meno accettabile - scrive in una nota il sindacato CGIL Toscana - che si blocchino tutti i pagamenti, anche per le Regioni che puntualmente e rigorosamente hanno rendicontato le autorizzazioni concesse e che si pretenda che le Regioni stesse possano avere approvato il 31 dicembre tutte le CIGD richieste fino a quella data.

In più occasioni le Regioni hanno ribadito che quanto richiesto dal Ministero era irrealizzabile, visto il necessario iter da seguire, e richiesto di revocare il blocco dei pagamenti, richieste ad oggi respinte. Per effetto di tutto ciò gran parte delle domande di Cassa Integrazione in Deroga relative ai mesi di novembre e dicembre e anche molte di quelle iniziate ad ottobre rischiano di non essere pagate, "per chissà quanti mesi, mettendo migliaia di lavoratori nella nostra regione in grandissima difficoltà, privati di ogni reddito". "E' l'ennesima disastrosa trovata di un Governo di cosiddetti “tecnici” che non hanno alcuna consapevolezza di realtà di cui si occupano e del tutto insensibili ai drammi che provocano, con questi maldestri provvedimenti, ai lavoratori e alle loro famiglie e che potrebbero sfociare in conflitti sociali di difficile gestione. Ci attiveremo nei prossimi giorni con tutte le iniziative necessarie a rimuovere questo provvedimento illogico, ingiusto e insensato del Governo" conclude la nota del sindacato.

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