La Toscana non dimentica, ad un anno dalla strage dei senegalesi

“Li abbiamo trattati come lavoratori italiani”. Questo il commento del presidente della Regione Toscana Rossi riferendosi alle vittime senegalesi dell’agguato razzista di un anno fa a Piazza Dalmazia e Piazza San Lorenzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2012 13:56
La Toscana non dimentica, ad un anno dalla strage dei senegalesi

FIRENZE – “Li abbiamo trattati come lavoratori italiani”. Questo il commento del presidente della Regione Toscana Rossi riferendosi alle vittime senegalesi dell’agguato razzista di un anno fa a Piazza Dalmazia e Piazza San Lorenzo, Modou Samb e Mor Diop, e a Moustapha Dieng, reso tetraplegico dalle pallottole, insieme a Sougou Mor e Mbenghe Cheikh, feriti in modo grave. “Il contributo di 20mila euro che abbiamo dato a ciascuna delle famiglie di Modou Samb e Mor Diop e a Moustapha Dieng, che purtroppo è ancora in cura presso un ospedale fiorentino – prosegue Rossi – è lo stesso che concediamo ai familiari dei toscani vittime del lavoro.

Quanto abbiamo fatto è semplicemente doveroso e dovuto, ma fa anche parte di quello spirito solidale, umano e civile che è nella mente e nei cuori dei toscani”. “La Regione Toscana non dimentica e non fa chiacchiere – prosegue Rossi – ma gesti concreti di solidarietà per costruire un clima nuovo di sensibilità e di accoglienza nei confronti dei migranti presenti sul nostro territorio”. “Abbiamo inoltre chiesto al presidente Napolitano – continua il presidente Rossi – di concedere ai tre senegalesi feriti, Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheikh, la cittadinanza italiana come atto concreto di riconciliazione con la loro comunità.

Per ora hanno avuto i permessi di soggiorno temporaneo in attesa che si completi l’iter della pratica, in dirittura di arrivo, per la cittadinanza. E’ un impegno che abbiamo preso e vogliamo portarlo fino in fondo”. “Purtroppo – riflette il presidente – quanto è accaduto a Firenze un anno fa è frutto di una cultura e di una ideologia che spingono alla violenza fascista e razzista e che continuano a scorrere nelle vene più nascoste della nostra comunità. Recentemente un gruppo di esponenti di Forza nuova ha tentato una incursione razzista nel teatro di Pontedera in cui era in corso la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria ai figli dei migranti nati in quel comune.

Segnali di allarme che non cessano di suonare e che dobbiamo ascoltare. E che mi fanno porre ancora una volta la domanda se le istituzioni abbiano combattuto e stiano combattendo con sufficiente rigore il razzismo”. “Credo – prosegue Rossi – che molte cose ancora restino da fare. Deve essere abolita la legge contro la clandestinità, perché punisce una condizione, non dei reati. In Toscana abbiamo una legge che garantisce a tutti il diritto di assistenza e di cura e l’abbiamo dovuta difendere davanti alla Corte costituzionale.

Ritengo anche che i bambini di genitori stranieri che nascono in Italia dovrebbero essere subito italiani, e credo che il fatto che il 10% della forza lavoro del nostro paese non abbia diritto di voto costituisce un regresso per la democrazia. Dobbiamo continuare ad essere sempre più vigili per impedire che la cultura razzista e xenofoba si diffonda su internet e in altri ambienti. A un anno dai fatti di Piazza Dalmazia questo è ancora il nostro impegno. Lo dobbiamo a Modou Samb e Mor Diop ma anche a noi stessi”. “I tragici fatti avvenuti a Firenze il 13 dicembre dell’anno scorso ci confermano che bisogna sempre mantenere alto l’impegno contro le culture che promuovono l’odio e l’intolleranza”.

È quanto ha affermato il sindaco Gianni Gianassi nell’anniversario della strage razzista in cui furono assassinati i cittadini senegalesi Mor Diop e Modou Samb e rimasero feriti Cheikh Mbengue, Mor Sougou e Moustapha Dieng. Una delle vittime dell’attentato (Modou Samb) viveva a Sesto Fiorentino, in un appartamento a Quinto Basso, e per questo furono proclamati due giorni di lutto cittadino con la volontà di esprimere dolore e cordoglio, ma anche sdegno e solidarietà a nome dell’intera cittadinanza.

Nel marzo scorso, durante la Fiera di Primavera di Sesto Fiorentino, la vedova di Modou Samb - Ndeye Rokhaya Mbengue - è stata ospite di un incontro promosso dall’Arci di Firenze. Ci sarà anche una delegazione del Pd fiorentino e regionale oggi al presidio organizzato a Firenze dalla comunità senegalese a un anno dalla strage di Piazza Dalmazia. Per non dimenticare la morte di Samb Modou e Diop Mor e i connazionali rimasti feriti e per dire no ad ogni forma di razzismo il Pd sfilerà al fianco della comunità senegalese.

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