Primarie il day after: Renzi non va in Consiglio, quale maggioranza Adesso?

Le reazioni dell'opposizione interna al Partito democratico fiorentino. Il capogruppo Bonifazi invita all'unità e scongiura il caso Siena.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2012 18:45
Primarie il day after: Renzi non va in Consiglio, quale maggioranza Adesso?

C'era grande attesa oggi in Consiglio Comunale, cronisti e consiglieri aspettavano di vederlo entrare nel Salone dei Duecento per partecipare alla seduta odierna ma Matteo Renzi diserta. In mattinata il primo cittadino scherzando con la stampa aveva detto "Sono in modalità off, la partita è chiusa finish" per lasciarsi alle spalle il risultato della sfida alla quale ammette il rottamatore "Era scontato straperdere" ma ci ha provato lo stesso e adesso torna a fare il sindaco nella sua Firenze che lo ha premiato nello scontro con Bersani. Gli assessori, i suoi fedelissimi, ci sono tutti: da Rosa Maria Di Giorgi al vicensindaco Dario Nardella, Elisabetta Meucci, Stefania Saccardi e Massimo Mattei.

C'è anche il suo portavoce Marco Agnoletti ma di lui nessuna traccia. Per tutta la campagna elettorale ha ripetuto che in caso di sconfitta sarebbe tornato a fare il sindaco di Firenze e questa oggi è l'argomentazione più ripetuta dai bersaniani fiorentini che gongolano per la vittoria del segretario Bersani. La campagna elettorale di questi mesi ha riacceso la passione politica, indipendentemente dai risultati ha ridato linfa a un dibattito che sembrava ormai stantio e incapace di uscire dai palazzi del potere.

E di questo Renzi è sicuramente il principale protagonista, l'artefice. Ma nella sua Firenze la candidatura del sindaco rottamatore ha inasprito le differenze e le fratture tra i cosiddetti 'renziani' e 'bersaniani': durante le ultime settimane era difficile distinguere un intervento dell'opposizione da quello di un esponente Pd fedele al segretario di partito. L'ultima di tre giorni fa, la delibera sull'assestamento di bilancio è passato con ben 5 consiglieri Pd che si sono astenuti. Tocca al portavoce del Pd Francesco Bonifazi gettare acqua sul fuoco: "La divisione non ha riguardato proprio tutti, da parte della maggioranza c'è stata grande responsabilità, l'amministrazione è andata avanti senza interruzioni.

Qualcuno forse un po' di calma in più credo la debba avere, d'ora in poi. E' normale poi che in un partito si discuta ma a Firenze abbiamo avuto una maggioranza netta". Una calma che però al momento pare ancora lontana: "Mi dispiace molto che anche oggi non sia venuto. Sono tre mesi che non viene. La questione sta diventando di una gravità eccezionale'' dirà di lì a poco Cecilia Pezza, la giovanissima esponente Pd ultrabersaniana a proposito dell'assenza del sindaco che anche sui dati in Tosacana non sembra concorde con il suo capogruppo: "il risultato è molto cambiato fra primo e secondo turno: ''In citta' Bersani ha recuperato cinquemila voti rispetto a domenica scorsa, e Renzi ne ha persi circa mille''. Chi invece invita il Pd a guardare all'esperienza delle primarie come a un capitolo finalmente nuovo e positivo per il partito stesso è Franco Ceccuzzi, l'ex sindaco di Siena , cioè della stessa città in cui, manco a dirlo, il Pd si è spaccato: "Grazie a Bersani e a Renzi da oggi niente sarà più come prima. Entusiasmo e partecipazione.

In queste due semplici parole è racchiusa la lunga e appassionante avventura della primarie. Dal ballottaggio escono due protagonisti:Pierluigi Bersani, candidato premier, rafforzato da un grande consenso popolare e Matteo Renzi, al quale va il merito di aver combattuto una battaglia coraggiosa e leale, incarnando quella voglia di rinnovamento e di novità che soffia forte nel Pd e in Italia. Renzi ha dato un contributo importante per fare del Pd un partito più moderno ed aperto. L’entusiasmo e le energie che si sono liberate, grazie a lui, saranno determinanti per vincere le politiche del 2013 e far tornare il centrosinistra alla guida del Paese".

F.D.

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