Renzi, assalto finale al trono del PD: attenzione ai brogli

Il sindaco interviene dal palco della Leopolda di Firenze a conclusione della tre giorni: Viva l'Italia viva - il meglio deve ancora venire. Il 25 novembre la sfida finale a suon di voti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2012 12:41
Renzi, assalto finale al trono del PD: attenzione ai brogli

Matteo Renzi interviene dal palco della Leopolda di Firenze a conclusione della tre giorni: Viva l'Italia viva - il meglio deve ancora venire. Ultimo assalto al vecchio PD ad una nomenclatura che per il rottamatore ha ormai i giorni contati. A ''scalciare'' nelle ultime ore non è stato Renzi, ma il panorama che si è stretto attorno al sindaco di Firenze per sottolinearne accenti e stonature dai sondaggi alle accuse di essere un robottino teleguidato. Il candidato Premier non ascolta e tira diritto assieme ai suoi amici, quei cittadini che si sono riuniti in comitati spontanei al suon di "Non ci prendiamo troppo sul serio.

Ma facciamo le cose maledettamente sul serio" come recita lo slogan del comitato di Varese. "Se toccano anche uno solo di noi, toccano tutti noi" ha ricordato Renzi dalla Leopolda stringendo ancor più il gruppo di lavoro che lo ha visto artefice di una cavalcata che ha, ad oggi, già scardinato paletti che sembravano piantati nella pietra. Ha destato scalpore il Vademecum circolato nelle ultime ore tra i rappresentanti di Renzi ai seggi per le Primarie: troppe le indicazioni per evitare possibili brogli e quel "fotografate i verbali" avrebbe sconvolto un'amicizia oramai solo apparente.

Alzi la mano chi ha pensato che potesse esserci collaborazione fraterna tra 5 sfidanti alla leadership del partito più forte d'Italia. Se gareggiano è per vincere, o no? Ore 12 e 20 alla Leopolda: Matteo Renzi si alza tra il pubblico e sale sul palco. Tutti in piedi. Ovazione per il sindaco di Firenze che prende la parola: "Quando vengo qui alla Leopolda da sindaco, perché viene utilizzata anche per altri eventi, mi viene un brivido a ripensare le cose che abbiamo fatto qui.

Siamo partiti da una intervista a Repubblica nell'agosto 2010 dove abbiamo tirato fuori "Rottamazione senza incentivi" una espressione sulla quale oggi si scrivono trattati. Forse valeva la pena parlare in modo diverso di politica: sentiamo ad esempio i bambini in sottofondo, e devono esserci anche loro per permettere ai genitori di partecipare comunque. Nel novembre 2010 eravamo qui con Prossima fermata Italia, poi è stato il Big Bang e poi.. Adesso!. Siamo nelle condizioni di cambiare questo Paese? C'è stato un momento preciso.

Il PD a Parma è andato al ballottaggio con un esponente del Movimento 5 Stelle candidandosi come "Usato Sicuro" ed abbiamo perso. Bersani se ne è uscito con "A Parma non è che abbiamo perso, abbiamo non vinto". E' scattato qualcosa, perché non potevamo permetterci di dire un domani "Abbiamo non vinto". Ma non parliamo male dell'usato sicuro, però abbiamo un'idea diversa. Domenica prossima non ci sono due curriculum, due tradizioni ma un modello di futuro basato sulla sicurezza e la tranquillità ed un altro che si presenta come una sfida ed è per questo che siamo orgogliosi di esserci.

Abbiamo un governo che ha paura.. ma cosa vuol dire "Accorpiamo le province, ma solo un po'?". Nel viaggio fatto in Italia abbiamo imparato tanto. Dal 27 marzo 1994 aspettiamo queste elezioni, allora furono sei mesi di vittoria sicura, già si spartivano i posti e le poltrone, ed è finita con una sconfitta. Chiedete conto oggi delle assurdità di chi ci accusava di voler rompere tutto, andateli a cercare quelli che ci accusavano di voler indebolire il PD. Abbiamo raccolto 145.000 euro, non era mai accaduto in Italia per un finanziamento di questo tipo e metteremo on line tutto, basta nascondersi.

Saper dire "Grazie" è la prima cosa che si insegna ai bambini e poi ce ne dimentichiamo. Ho ricevuto molto più di quel che vi ho dato. Il popolo della Leopolda sarebbe alla ricerca del piano B? Renzi discute di cosa accade se perde? Visione romantica degli sconfitti. Abbiamo una brutta notizia: vogliamo vincere! Chi si ritira all'ultimo chilometro è un vigliacco. Programma? Combatteremo l'incubo della burocrazia, la paura di provare a sfondare nel mondo del lavoro affinché fallire sia possibile acquisendo esperienza.

Cultura, Economia, Ecosostenibilità non sono temi per gli addetti ai lavori. Tutto ripartirà dalla scuola. Dopo due mesi e mezzo siamo quasi noiosi per i contenuti detti e ripetuti. Allora come mai ci accusano di non avere contenuti? Forse ci vogliono far passare come un gruppo di persone che chiacchierano senza coraggio. L'antipolitica fa paura. Ma basta avvicinare la gente alla politica per fermare il fenomeno Grillo, basta eliminare i vitalizi, ritoccare gli stipendi dei parlamentari, affinché le persone possano fidarsi. Lui è di destra? Se non si prendono i voti..

anzi ve la risparmio questa, ma perché dovrei fare un accordo per prendere i voti di destra per conto terzi e non avere il coraggio di chiederli direttamente. Siamo gli unici che possono cambiare le cose senza dover dare giustificazioni, perché non siamo tra quelli che fino ad ora c'erano e non hanno fatto nulla. Siamo il cambiamento che l'Italia aspetta.

Le regole.

Fanno bene a tornare alle regole di prima per la Lombardia, ma per noi le hanno cambiate. Smettiamo di lamentarci però, perché per ciascuno di noi che si lamenta delle regole ci sono cinque persone che hanno paura di andare a votare. Se non ti registri prima, domenica 25 novembre puoi votare comunque portandoti dietro i documenti e fare una fila più lunga.. Meglio perdere un quarto d'ora che perdere 5 anni! Nell'ultima settimana dobbiamo andare porta a porta invitando la gente a votare e non vogliamo una delega, vogliamo che tutti partecipino con il rispetto che abbiamo preteso per ogni cittadino, il diritto di votare senza pubblicizzazione degli albi. L'Italia non sarà la stessa.

Fa paura? Non dovrei dirlo? E invece lo dico perché la paura di adesso è parte del fallimento. Finisce la realtà dei partiti e se non amassi il mio partito non mi sarei preso l'insulto di 'fascistoide' non mi sarei sentito dire che sono 'contro le regole'. Non possiamo stare chiusi e non far passare i sedicenni che vogliono votare. Chi vince ha il dovere di governare e non ci saranno partitini che potranno mettersi nel mezzo per impedirlo. Vorrei ringraziare a tal proposito Antonio Di Pietro che è stato a Firenze per dire votate tutti ma non Renzi.

Se vinciamo noi non ci sarà più spazio per il potere di veto. La politica è per le persone normali che hanno debolezze che tornano sulle loro decisioni e sanno fermarsi senza che qualcuno lo faccia notare loro. C'è un Patto che proponiamo, non posiamo perdere la dignità, siamo portatori di valori ed entusiasmo, se ci impegnamo in politica non lo facciamo per i premi di consolazione. Non sarò mai come loro! Un leader vero i sondaggi non li commenta, li cambia". Non è paura, forse è arroganza, la stessa che porta i giocatori qualunque a diventare campioni.

Non è paura, è il coraggio di contrapporsi a chi detta le regole. Sembrava impossibile "La vittoria è a portata di mano" ha concluso Renzi. Adesso la sfida può avere inizio. Antonio Lenoci foto di Nicola Novelli

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