Alluvione in Maremma. L'indignazione di Legambiente

Gentili: "Occorre una strategia per evitare le costruzioni in aree a rischio e chiedere risorse in deroga al patto di stabilità per un puntuale piano di monitoraggio, controllo e prevenzione. Non vengano a dirci che non ci sono i soldi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2012 16:52
Alluvione in Maremma. L'indignazione di Legambiente

Il bilancio è di quattro morti e milioni di euro di danni alle aziende, prima fra tutte quelle agricole ma anche ai beni culturali: ieri sera è crollata parte della antiche mura di Magliano in Toscana, un paese della Maremma investito anch'esso dall'ondata di maltempo che per tre giorni consecutivi si è abbattutto su tutta la regione e in particolare nel grossetano. E se "ieri era il giorno del cordoglio e delle condoglianze. Oggi, tuttavia, è tempo di fare il punto". A sotenerlo è l'associazione ambientalista toscana di Legambiente che dopo aver espresso il loro cordoglio alle famiglie delle vittime dell'alluvione dichiara: "Sono mesi che attendiamo educatamente un riscontro dai territori.

Un segnale che ci dica una parola chiara sulla reale intenzione delle Istituzioni di prevenire il rischio idrogeologico. Ma per tutta risposta che cosa abbiamo ricevuto? Niente di niente. In Lunigiana gli unici interventi, non solo avallati ma fortemente voluti dai Sindaci dell’area alluvionata nel 2011, sono stati dragaggi e rimozioni di sovralluvionamenti di dubbia origine". "L’alluvione dell’anno scorso, allora, non sembra aver insegnato nulla? chiedono Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana ed Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente.

E’ ormai ineludibile una radicale inversione di rotta. Rendere non più edificabili le zone alluvionate e quelle individuate ad elevato rischio idraulico è condizione necessaria ma non sufficiente. Crediamo sia giunta l’ora di sottolineare l’urgenza d’intervenire sull’intensa urbanizzazione delle aree ad alta criticità idrogeologica attraverso una rapida delocalizzazione degli edifici e rivedere radicalmente tutte le previsioni dei piani urbanistici incompatibili col rischio idraulico, oltre a destinare adeguate risorse verso politiche volte ad una concreta mitigazione del rischio.

Da questo punto di vista, per aggiornare le normative e la pianificazione degli interventi sul territorio, sia in aree fortemente antropizzate come la provincia di Massa Carrara che nelle aree rurali del sud del grossetano, dobbiamo pretendere una deroga stringente ed immediata al Patto di Stabilità del Governo Monti, in modo tale che si possa intervenire con urgenza ed efficacia sui territori. E’ tempo di passare da una cultura dell’emergenza ad una buona pratica della prevenzione". – Lo dichiarano Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana ed Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente.

“Il disastro che è avvenuto in Maremma in queste ore – prosegue Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente - dimostra in modo chiaro ed inequivocabile l’importanza di un’accurata e puntuale opera di prevenzione, mitigazione del rischio idraulico, manutenzione ordinaria al fine di evitare conseguenze così gravi per le popolazioni residenti e per i territori. Un dato inconfutabile è senza dubbio quello legato alla quantità eccezionale di pioggia che si è abbattuta sulla Maremma, dai 300 ai 400 mm di pioggia a secondo delle zone, quando in un anno si arriva mediamente a 800 mm; in questi casi porre freno alla furia delle acque è davvero molto difficile e complesso anche in un’area come quella maremmana poco antropizzata e con vaste aree di territorio aperto dove i fiumi, i torrenti e le acque superficiali possono defluire ed espandere i letti dei corsi d’acqua”. “Occorre allo stesso tempo pensare da subito – continua Gentili - a una politica che eviti di costruire, come purtroppo troppo spesso si è fatto, in aree a forte rischio idraulico, ma la necessità più forte è quella di trasferire da subito risorse economiche agli enti locali, allentare il patto di stabilità e consentire l’utilizzo delle risorse necessarie per la più grande opera pubblica che possiamo realizzare che è rappresentata proprio da una corretta gestione e manutenzione del territorio.

La Maremma non ha retto alla furia delle acque con danni spropositati e incalcolabili che rischiano di mettere in ginocchio un’intera economia basata sull’attività turistica e agricola di qualità e su un reticolo di imprese di grande eccellenza che sono stati gravemente danneggiati da questo evento eccezionale che ha colpito senza risparmiare nessuno l’intero territorio. Ora bisogna passare dalle parole ai fatti, la macchina dell’emergenza è già in azione e sta cercando di tamponare i danni tramite l’intervento delle istituzioni locali, della Protezione civile, del volontariato e degli angeli del fango, ma non basta, bisogna ragionare in termini di strategia per oggi e per il nostro futuro: la via della prevenzione è l’unica da seguire, occorre una pianificazione degli interventi per la manutenzione ordinaria e straordinaria, per la cura e la gestione degli ecosistemi fluviali per il monitoraggio attento e scrupoloso del rischio idraulico per la messa in sicurezza delle aree a rischio idrogeologico anche in deroga agli obblighi relativi al patto di stabilità, senza tralasciare l'obbligo sacrosanto di non costruzione e delocalizzazione degli edifici da aree ad alta pericolosità.

Occorre dichiarare lo stato di calamità per la Maremma e istituire, tramite una legge speciale, un percorso chiaro che individui obiettivi, priorità e strumenti destinando a questo percorso senza esitazione ingenti risorse economiche. E non ci vengano a dire che i soldi non ci sono per la prevenzione perché prevenire in questo caso è cento volte più economico che intervenire dopo i disastri per riparare alla meno peggio i guasti e i danni avvenuti. Occorre avere la responsabilità e il coraggio per spostare risorse economiche da spese militari o opere pubbliche inutili e spesso dannose verso la priorità rappresentata da una strategia chiara e puntuale di prevenzione, altrimenti saremo sempre pronti a piangere i nostri morti e gli ingenti danni senza aver fatto nulla di concreto per prevenire davvero”. L'esponente toscano della Lega Nord al parlamento europeo Claudio Morganti fa sapere di essersi attivato perché dall'Europa arrivino i fondi necessari: "Farò tutto il possibile per portare aiuti economici non solo dall'Ue, pressando il Governo per un'immediata richiesta, ma anche dal territorio.

Sono certo del grande cuore dei toscani perché la Toscana ha sempre dimostrato di essere solidale. È di questi giorni, inoltre, la notizia del via libera dei 18 milioni di euro destinati dalla Commissione Europea dopo i danni dell'alluvione dello scorso anno ad Aulla. Mi auguro che in questo caso i tempi siano ben più celeri e che nessuno manchi di prestare il proprio aiuto". Poi, l'europarlamentare si sofferma sulle vittime che hanno perso la vita. «Il mio pensiero va alle loro famiglie, alle quali esprimo la mia vicinanza.

Tragedie del genere non si devono ripetere, ma bisogna prevenire, pianificando meglio la gestione del territorio e facendo attenzione a dove si costruisce».

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