Costa Concordia. Si conclude la prima giornata dell'udienza. Schettino in aula

Dai periti viene presentata un'integrazione alla maxi perizia che solleva l'unità di crisi della Costa da pesanti responsabilità su quanto accaduto quella notte

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2012 20:30
Costa Concordia. Si conclude la prima giornata dell'udienza. Schettino in aula

E' terminata intorno alle 17 e 30 la prima udienza per l'incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia naufragata la notte del 13 gennaio dinanzi all' isola del Giglio. Oggi al Teatro Moderno di Grosseto, trasformato per l'occasione in un aula di tribunale seduto in platea c'era anche il comandante Francesco Schettino che al termine della prima giornata di udienza ha lasciato il teatro di Grosseto ed è salito a bordo dell'auto con cui era arrivato stamani e si è diretto nella struttura 'top secret' in Maremma dove pare soggiornerà fino alla fine del processo.

L'incidente probatorio che si è aperto stamattina con la relazione dei periti della Procura sulla scatola nera durerà una settimana. Prima dell'inizio dell'udienza un passeggero della nave Luciano Castro si è avvicinato al comandante e stringendogli la mano ha detto: "Speriamo che la verità venga accertata presto". Sì, la verità deve essere appurata", ha risposto Schettino. "Volevo solo guardarlo negli occhi da vicino" ha dichiarato più tardi il naufrago della Costa Concordia.

La convinzione diffusa tra i passeggeri che quella notte erano a bordo della nave da crociera è che la responsabilità dell'incidente non sia attribuibile solo ed esclusivamente a Francesco Schettino. "ci sono altre colpe di cui qualcuno dovrà rispondere" ripetono. Ma a metà udienza il colpo di scena: viene presentata dai periti del gip un' integrazione alla maxi perizia secondo la quale "l'unità di crisi di Costa Crociere la notte del naufragio non poteva fornire assistenza alla Concordia perchè l'allagamento determinato dalla falla fu troppo rapido".

Una conclusione questa che solleverebbe la Compagnia Costa da pesanti responsabilità, perchè - proseguono i periti: "l'unità di crisi non poteva offrire alcun ausilio alla nave perché la velocita' con la quale la falla ha provocato l'allagamento non poteva consentire all'unità di crisi d'intervenire in alcun modo per prestare un alcun aiuto". Inoltre: "La seconda considerazione delle nuove conclusioni e' che l'unità di crisi ha prestato tutta assistenza che ha potuto nelle fasi successive del salvataggio". Il gip Valeria Montesarchio ha poi respinto tutte le richieste e tutte le eccezioni avanzate dai legali delle parti, a cominciare da quelle dell'avvocato Bruno Leporatti per conto di Francesco Schettino che aveva chiamato in causa il timoniere responsabile di non aver compreso gli ordini impartiti dal comandante e lamentano l'impossibilità di fare le dovute verifiche sulla nave i cui ambienti- secondo il legale - nel frattempo avrebbero subito alterazioni per via delle operazioni di recupero.

E proprio a proposito delle operazioni di recupero interviene l’Osservatorio sul recupero della Costa Concordia che si dichiara "del tutto estraneo agli aspetti processuali sul naufragio in corso di svolgimento a Grosseto, né potrebbe essere diversamente. Per sua natura infatti risponde del controllo sulla completa l’attuazione del progetto di recupero del relitto, nel rispetto del quadro prescrittivo indicato dalla conferenza dei servizi e dal commissario straordinario Franco Gabrielli, di cui l’Osservatorio è strumento operativo”. La presidente dell’Osservatorio, Maria Sargentini, replica così ad alcune prese di posizione apparse oggi.

“Il nostro lavoro nulla ha a che fare con le dinamiche e le responsabilità’ dell’incidente, né si comprende perché e a che titolo l’Osservatorio, ma ancor prima gli addetti ai lavori di recupero dovrebbero essere distratti dai propri compiti. Forse qualcuno ha problemi di visibilità rispetto allo spettacolo mediatico in scena, per noi però l’obiettivo è chiaro e indifferente rispetto ai temi trattati nelle aule giudiziarie”. “Laddove le dinamiche dell’incidente risultassero diverse, e indipendentemente dalle responsabilità riscontrate o riscontrabili – conclude Sargentini -, il lavoro di rimozione e smantellamento e il lavoro di controllo dell’Osservatorio non cambiano nell’interesse in primo luogo dei cittadini dell’Isola del Giglio, e poi di tutta la Toscana.

L’obiettivo è quello di procedere nei tempi più brevi possibili garantendo la massima attenzione alla tutela dell’ambiente. Di che si sta dunque parlando, e perchè si vogliono confondere aspetti cosi chiaramente diversi?”.

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