Rossi: “Risparmi, tagli e chiederemo di più a chi ha di più”

Confindustria Firenze teme conseguenze pesanti sulla competitività delle aziende e del territorio, sul mercato interno e sull’occupazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2012 21:45
Rossi: “Risparmi, tagli e chiederemo di più a chi ha di più”

FIRENZE, 29 settembre '12- “Dal 2010 a oggi i governi nazionali hanno tagliato alla Regione 600 milioni di trasferimenti, il 45 per cento delle risorse libere regionali, che da 2,2 miliardi di euro sono scese a poco più di 1,6. Con i provvedimenti di spending review finora attuati abbiamo recuperato 80 milioni. Ma se vogliamo mantenere l’offerta attuale dei servizi, nell’assistenza, nella cultura, nelle scuole, dobbiamo fare uteriori interventi e nuovi risparmi, su cui la giunta sta già lavorando.

Ma tutto ciò non basterà, sarà quindi necessario agire anche sulla leva fiscale, che in Toscana non tocchiamo, con l’eccezione del bollo, dal 1998. La pressione fiscale è oggi tra le più basse d’Italia, si tratterà quindi di portarla ai livelli medi delle altre Regioni. I toscani, comunque non pagheranno più degli altri italiani”. Così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sintetizza le valutazioni con cui la giunta ha iniziato oggi il lavoro cher porterà a definire scelte e provvedimenti della manovra finanziaria 2013.

La giunta, prima di definire le sue proposte, aprirà un confronto con la società toscana sulle spese da comprimere, sui servizi non essenziali su cui si può intervenire, su ulteriori risparmi nel funzionamento della macchina, e sulle scelte irrinunciabili per salguardare le attività economiche, le tutele sociali, la coesione territoriale. “Lo dico chiaramente – continua Rossi -: se l’alternativa, fatti tutti i risparmi e i tagli possibili, è chiudere una scuola materrna o un nido o fermare treni e bus o cancellare l’assistenza agli anziani non autosufficienti, allora preferisco chiedere un contributo ai toscani che hanno di più”.

La Giunta ha intanto approvato stamani la proposta di legge per la determinazione dei nuovi importi della tassa automobilstica regionale, che verrà trasmessa al Consiglio per consentirne l’approvazione in tempo utile perché possa entrare in vigore dal 1 gennaio 2013. La proposta prevede un aumento del 3 per cento del bollo per i vecoli con potenza fino a 100kw, mentre per i kw che eccedono i 100 l’incremento sarà del 10 per cento. Rimangono inalterati gli importi per le auto delle società di noleggio senza conducente.

Dalla rimodulazione dei nuovi importi sono attese maggiori entrate per circa 17 milioni di euro. Le anticipazioni di stampa sulla manovra finanziaria della Regione preoccupano fortemente le imprese toscane per gli ulteriori effetti recessivi che può avere su una situazione economica già pesantemente provata da cinque anni di difficoltà senza precedenti. Confindustria Toscana è consapevole del quadro critico dei conti pubblici e della necessità di mantenere adeguati standard sociali nei servizi a titolarità regionale.

Ma è anche convinta che - in questa situazione - un inasprimento della pressione fiscale rischia di essere un nuovo shock anti-ripresa, deprimendo i consumi - la cui stagnazione sta soffocando tutte le imprese che lavorano sul mercato interno; colpendo la competitività del sistema produttivo, oggi sostenuta faticosamente dalle aziende a prezzo di una continua erosione dei margini; e abbassando ulteriormente l’attrattività degli investimenti sul territorio. Per non parlare di un eventuale inasprimento dell’Irap che, per gli imprenditori toscani, resta una tassa iniqua da abolire e che sarebbe il colpo di grazia all’inversione del ciclo, con inevitabili riflessi anche sul versante dell’occupazione.

Da tempo, le imprese toscane sostengono che la riduzione del deficit strutturale basata sulle sole manovre fiscali, è una scelta sostanzialmente errata, destinata a portare solo un sollievo temporaneo nei conti, mentre c’è bisogno di un ripensamento strutturale di tutte le politiche di spesa. La spending review, pur necessaria, servirà a ben poco se non sarà accompagnata da una ‘riforma della riforma federale’, che parta da una revisione profonda di tutta l’architettura istituzionale e amministrativa delle regioni e da una razionalizzazione del perimetro del pubblico in ampi settori dell’economia.

Vale anche per la Toscana, i cui bilanci sono stati comunque, negli anni, più attenti e virtuosi di molte altre regioni. Ma si deve, soprattutto, intervenire sulle dinamiche del Pil. La Toscana deve lavorare per aumentare in maniera esponenziale la propria capacità di competere, di attrarre investimenti e di aumentare la produttività totale dei fattori. Per questo Confindustria Toscana auspica l’apertura di un confronto con il governo regionale che consenta di impostare una manovra in grado di coniugare il necessario riequilibrio dei conti, con gli standard e la sostenibilità dei servizi, e con quella re-industrializzazione della regione che gli imprenditori chiedono da tempo.

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