Unicoop, Campaini «La fine del 2012 sarà il momento più difficile della crisi»

Il presidente della cooperativa ha illustra strategie di sviluppo, rapporto con il territorio, politica dei prezzi e il nuovo contratto aziendale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 settembre 2012 14:16
Unicoop, Campaini «La fine del 2012 sarà il momento più difficile della crisi»

«In periodi di crisi si possono affrontare le difficoltà con modalità diverse» ha esordito così Turiddo Campaini, presidente del consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze nel corso dell’incontro con i giornalisti che si è tenuto ieri a Firenze. Un incontro in cui si è voluto ripercorrere le diversità di schema di comportamento di Unicoop Firenze rispetto ai modelli dominanti, sotto vari aspetti: lo sviluppo, il rapporto con il territorio, con i dipendenti, e le politiche di prezzo.

«Il secondo semestre del 2012 sarà il momento più difficile della crisi» ha detto Campaini. Nel passato, appena si sono avute le prime avvisaglie, «l’abbiamo pensata come una fase prolungata nel tempo, da affrontare con le nostre strategie e le nostre convinzioni, con la sicurezza che solo così si sarebbero avuti dei risultati». La crisi sta producendo forti cambiamenti in tutte le maggiori insegne della grande distribuzione: una vera e propria destrutturazione delle imprese.

Gli esempi. Il gruppo Pam: disdice il contratto integrativo e procede con la formula del franchising, con i lavoratori che diventano dipendenti del singolo gestore. Carrefour: è il gruppo che ha inventato gli ipermercati alla francese. Ora li sta vendendo e ha acquisito supermercati, ma anche in questo caso sotto la formula del franchising. Processi di questo genere producono una forte riduzione del potere contrattuale dei lavoratori con gravi conseguenze occupazionali e di condizioni di lavoro. Ieri il presidente Campaini ha illustra strategie di sviluppo, rapporto con il territorio, politica dei prezzi e il nuovo contratto aziendale che inaugura la stagione della partecipazione dei lavoratori: «Nella crisi dunque non esiste un solo modo di essere convenienti e competitivi.

C’è un modo che si riflette negativamente sulla vita delle altre persone, e un modello alternativo che invece le valorizza: noi seguiamo senza alcun cedimento questa seconda tipologia». «Stiamo vivendo il momento più difficile di questa crisi, ma la nostra posizione ne uscirà comunque rafforzata. Non conseguiamo utili consistenti, ma questo non ci farà gestire la nostra attività caratteristica in modo negativo: faremo utili correlati alla serietà della situazione attuale»

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