Teatri di Guerra da ben osservare…

Il Convegno sul giornalismo: Cristiano Fubiani e Medio Oriente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 luglio 2012 22:47
Teatri di Guerra da ben osservare…

Può sembrare strano ma è vero: al pubblico spesso viene detto ciò che è stabilito e non quello troppo aderente alla realtà: per questo molti giornalisti di spessore tipo Lilli Gruber ed altri, si sono messi in discussione anche davanti ai loro ‘capi’ esponendo con forza le loro ragioni, pagandone talvolta le conseguenze. Cristiano Fubiani è un giovane giornalista di grande esperienza, che durante il convegno “Professione Giornalista” svolto all’Auditorium della Fondazione Montanelli di Fucecchio, racconta le sue esperienze: “Esperienze sul campo.

Dieci anni di corrispondenze dal Medio Oriente.” “Sono diventato giornalista per scelta, con grande forza di volontà e, ci tengo a dirlo, senza raccomandazioni. Ho lavorato all’Ansa di Tel Aviv, per Sky, Mediaset, La 7, ed altri canali ancora. La mia è stata una professione sudata e sono orgoglioso di dire che ho ricevuto anche grandi soddisfazioni. Vivere conflitti e guerre vuol dire assorbire, essere ‘freddi’ come ci dicono, anche se inevitabilmente viene coinvolto l’aspetto umano, quello di vedere cose terrificanti, con la paura che te la tieni sempre addosso” . “C’è poi l’altro aspetto – prosegue -, quello ‘normale’: bere, andare nei locali, sugli autobus….

Nel giornalismo le fonti sono essenziali: le pause, i silenzi, i movimenti strani, i parlottìi, i ‘no – comment’, i depistaggi… ai media deve essere dato ciò che viene stabilito e questo in particolar modo per quanto riguarda gli scenari di guerra. Avendo vissuto da vicino, ‘sulla mia pelle’ il conflitto del Medio Oriente… si vedono inni di pace, strette di mano…ma le sparatorie, i kakashinikov, i passa montagna, attirano di più e quindi le verità sono parziali. Persino i filmati serie you–tube, non sempre devono essere giudicati per quello che mostrano, ma per quello che vogliono mostrare: spesso è tutto un alternarsi di tattiche militaresche, di diplomazia pubblica, di ‘pilotamenti’, di saper spostare l’attenzione se ciò può far comodo.

Ed è per questo che, assieme anche ad altre ragioni, mi sono allontanato da questa professione.” di Carla Cavicchini

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza