Anagrafe, a Firenze è una passione.. anche per Giancarlo Antognoni

Dopo lo spostamento degli uffici al Parterre è difficile capire la razionalità delle procedure e spesso il cittadino rischia di perdere tempo nella serra di piazza della Libertà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 luglio 2012 15:08
Anagrafe, a Firenze è una passione.. anche per Giancarlo Antognoni

Li chiamano Cubi, sono gli Uffici comunali del Parterre di piazza della Libertà a Firenze. In realtà sono vetrate esposte al sole caldo dell'estate. Ci sono giunte in Redazione diverse segnalazioni da parte dei fiorentini in merito all'astruso sistema di ricevimento dell'anagrafe cittadina. Abbiamo voluto provare di persona come si fa, quello che accade e perché nelle loro lettere i lettori sono rimasti così sorpresi e contrariati. Presso l'ex ufficio Anagrafe del Comune di Firenze in Palazzo Vecchio è rimasto solo il bancone delle Informazioni dove due addetti servono un cittadino alla volta spiegando che il punto di riferimento per gli atti quali Carta di Identità, Certificazioni, Variazioni di indirizzo ecc avviene presso il Parterre di piazza della Libertà. In piazza della Libertà l'addetta alle informazioni accoglie i cittadini con l'invito a prenotarsi telefonicamente presso lo 055 055.

"Ma siamo qui, non ci sono persone in fila.." non conta, serve la prenotazione. "Di cosa avremo bisogno?". "Ve lo diranno al telefono". Componiamo il numero passeggiando sul piazzale polveroso del Parterre e ci viene detto che c'è posto il mattino successivo sul presto. "Dove siete voi del call center?". Silenzio. "Questo è un call center". "Piacere.. dove si trova la vostra sede?". "A Sesto Fiorentino" per l'Anagrafe di Firenze deve essere un grosso smacco. Il mattino successivo ci rechiamo nuovamente al Parterre dichiarando la prenotazione e l'orario.

Puntualissimi. "I moduli li avete dietro già compilati?"... prenotando per telefono potrebbe esser dura compilare anzitempo dei moduli, ma l'addetta non si scompone e ci fornisce il materiale. Dopo la compilazione dei moduli viene fornito un numero di attesa. Fornirlo prima, assieme ai moduli, impedirebbe forse il sopraggiungere di altre persone.. ma tant'è. L'incontro che non ti aspetti. Seduto in sala di attesa scorgiamo il capitano (non è un ex, ndr) viola Giancarlo Antognoni, visibilmente contrariato per il protrarsi della sua permanenza nell'accogliente serra del Parterre. Nel frattempo un cittadino lamenta l'impossibilità riscontrata di poter integrare la documentazione mancante via fax: "Ho provato ieri, stanotte, stamattina, non ricevono nulla".

Lo sportello mette in attesa anche lui, che decide di fare delle fotocopie fuori, in zona, perché non si sa mai. L'eleganza non abbandona mai i migliori e l'unico 10 aspetta il suo turno in religioso silenzio, composto, firmando autografi a chi lo riconosce (tutti, anche chi non ha mai tifato), impassibile nonostante il suo appuntamento fissato per telefono si sia allungato intanto di oltre un'ora. Si limita a far notare: "Ma a cosa serve la prenotazione telefonica se poi ci date il numero per mettersi in fila ad aspettare?"...

L'addetta non risponde, fa spallucce, si guarda attorno. Arriva infine il turno del capitano gigliato che esce dallo sportello sfoderando uno dei sorrisi più soddisfatti ed accomodanti di sempre, zoppicando un po' per via dell'ennesima partita a calcetto alla quale non si è voluto sottrarre durante le vacanze in Sardegna. "Ma era Antognoni?" esclama una anziana appena entrata. "Quant'è bello ancora oggi..." aggiunge. Si compie così anche il percorso del cittadino che intende svolgere una operazione anagrafica di sportello.

In merito alla semplificazione della burocrazia, forse, c'è qualcosa da rivedere.

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