Toscana ad alta qualità sanitaria? La storia del presidente di Aduc

Il Servizio Sanitario Nazionale, cosi' come erogato nella regione Toscana continua ad essere di buon livello, al pari di quello della Lombardia e dell'Emilia Romagna, ma Aduc fa il punto sugli ultimi episodi accaduti esaminando il 'caso CTO'

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 luglio 2012 15:40
Toscana ad alta qualità sanitaria? La storia del presidente di Aduc

La testimonianza è del presidente di Aduc, Vincenzo Donvito che fa un punto sul Servizio Sanitario a Firenze, prendendo in esame il ''caso CTO'': "Ne sono stato protagonista in prima persona: mia madre, 91 anni, si e' rotta una spalla ai primi del mese di giugno cadendo grazie ad una cattiva manutenzione del marciapiede sotto casa sua, nella semiperiferia di Firenze. Portata al pronto soccorso, le e' stato messo un tutore e fissato un appuntamento per successiva visita di controllo dopo due settimane". "Il 16 giugno sono con lei al Centro Traumatologico Ortopedico (CTO di Careggi, seguendo le istruzioni riportate nelle ricette per le visite.

Appuntamento alle 10,15 per l'accettazione per fare i raggi e appuntamento alle 11 per successiva visita. Mi presento con lei - 91 anni - all'accettazione verso le 10 e dopo un'ora di coda mi danno il necessario, con cui andiamo a fare un'altra coda di 20 minuti per fare i raggi e successivi 15 minuti per ottenere le lastre coi risultati. Con i quali ci spostiamo ad altro ufficio accettazione per la visita medica, coda di tre quarti d'ora e quindi assegnato il codice per la visita medica. Coda di un'oretta, visita medica di cinque minuti (ovviamente) a cui chiedo al medico come mai tutti queste procedure con tempi sballati.

“Oggi c'e' una confusione terribile e manca il personale, e' un miracolo che riusciamo a soddisfare tutti...”, mi viene risposto, fissandomi appuntamento per la successiva vista il 6 luglio. Avendo compreso che gli orari con gli appuntamenti sono un elemento decorativo del foglio informativo, il 6 luglio (oggi) mi organizzo diversamente per cercare di far soffrire il meno possibile mia madre di 91 anni. L'appuntamento per l'accettazione questa volta era per le 9,36. Vado da solo alle 7,45 e quando, alle 8,30 ho l'accettazione per fare i raggi, telefono a mia sorella che mi raggiunga in ospedale con mia madre (ho risparmiato cosi' ad una donna di 91 anni la prima coda). Mezz'ora di attesa per fare i raggi e tre quarti d'ora per avere i risultati.

Ma io - pensando di essere previdente - nelle varie attese lascio mia madre con mia sorella (ecco quindi perche' c'era bisogno di due accompagnatori, altrimenti non potevo lasciare la mamma da sola) e vado a prendermi il cartellino per l'altra coda di accettazione della visita medica, coda che - grazie al mio stratagemma - e' solo di una trentina di minuti. Infatti alle 9,50 siamo in fila per la visita medica. Passa il tempo, si conversa tra persone in attesa su scomode seggiole in un ambiente strapieno di persone in attesa, dove chi deambula male riesce a sedersi solo grazie alla gentilezza di altri piu' fortunati.

Dopo 3 ore, verso le tredici, mi viene il sospetto che per un qualche errore la mia accettazione della visita non sia andata a buon fine; mi dico: “come mai non ci chiamano, 3 ore, va bene che ci possono essere persone piu' malconce di mia madre, ma una donna di 91 e' pur sempre una donna di 91 anni”. Chiedo ad una infermiera se la mia registrazione risultava in lista, mi viene risposto affermativamente e, avendo fatto presente la precarieta' del paziente, vengo fatto subito entrare nello studio, col medico e l'infermiera che saltellavano da una stanza all'altra e, mentre guardavano le lastre di mia madre, contemporaneamente ne guardavano altre, dispensando contemporaneamente diverse indicazioni mediche.

Mentre mi chiedevo cosa sarebbe stato quel posto nel caso di una emergenza tipo terremoto, alluvione, etc chiedevo al medico se era sempre cosi', visto che la situazione, rispetto a due settimane prima, era peggiorata. Mi viene confermato che la situazione sta degenerando ed e' sempre piu' caotica: “pensi che se durante una visita ho bisogno di una lastra, siccome dove si fanno le lastre chiude ad una certa ora, io devo capire prima, analizzando le varie situazioni al computer, a chi devo dare la precedenza, altrimenti rimango senza lastre”; ed io gli dico: “una situazione in cui il 'worker friendly' ha piu' importanza del 'users friendly'..

il medico annuisce. Che succede? Lo chiediamo ai politici (come anche ha detto - in modo pesante - il medico di cui sopra) e, soprattutto a chi organizza il sistema di accoglienza e registrazione. Che bisogno c'e', per esempio, di fare due file per le accettazioni, non basta che una volta fatte le lastre uno abbia gia' il numerino per la visita? Certo, io parlo da “profano” e di un piccolo caso specifico, con un “consiglio” che potrebbe anche ignorare tanti problemi. Ma quando fra due settimane ci tornero', cosa trovero'?"

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