“Borrani al di là della macchia”

Al Centro Matteucci per l’arte Moderna di Viareggio è in corso sino al 4 novembre un’attenta retrospettiva su Odoardo Borrani.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2012 10:48
“Borrani  al di là della macchia”

La mostra “Borrani oltre la Macchia” a cura di Silvio Balloni ed Anna Villari nasce da un'idea di Giuliano Matteucci, e ricostruisce in modo omogeneo e lineare, dagli esordi sino alle ultime esperienze creative, l'attività dell'artista toscano. Il percorso espositivo proposto al Centro Matteucci inizia subito con un quadro inedito, il “Milite della Guardia Nazionale Toscana,” archetipo della meditazione sulla pittura a “macchia”, e continua offrendo preziose novità in relazione a ogni momento che scandisce le stagioni della pittura del Borrani: i soggiorni di San Marcello Pistoiese (1861) e di Castiglioncello (1867), sono chiariti nel loro intero sviluppo da incalzanti sequenze pittoriche, composte di due “trittici” che appurano nelle minime sfumature il peso specifico dello stile in questi momenti della sua evoluzione: il primo col recupero di un’opera come” Pascolo sulle Alture”, accostata a “Pascolo” e alla monumentale “Raccolta del grano sull’Appennino”; il secondo, esponendo nella sua integrità il ciclo di quadri dipinti nell’estate del 1867 a Castiglioncello, aventi come tema unificante il carro rosso coi buoi bianchi aggiogati: il celebre “Carro rosso”, infatti, viene posto a confronto con un’inedita versione, seguita da” La raccolta del grano a Castiglioncello”.

Infine, altri due quadri ritrovati ci immergono nella quiete profonda di Piagentina: “Casolari a Piagentina “e il meraviglioso “Arno a Varlungo”, uno dei suoi capolavori non più esposto dal 1868, allorché fu acquistato dalla Società Promotrice di Firenze. Anche l’attività artistica del Borrani fra l’Ottavo e il Nono decennio risulta estremamente documentata, grazie all’esposizione di altri recuperi fondamentali, tra cui “ Chiostro Verde in S. M. Novella”, “Pescatore sul Mugnone”, “Interno dell’oratorio della Confraternita di Santa Monaca in Firenze “e un’inedita versione de “Il richiamo dei contingenti”, esposta l’ultima volta a Torino nel 1868: quadro che, abbinato al coevo Alla fonte, offre l’esatta misura di un’altra specifica fase del lessico pittorico borraniano.

Queste opere sono poi integrate da noti capolavori della ritrattistica dell’artista, come “Ritratto di giovane uomo” e “Ritratto di bambino in piedi”, e da un quadro altamente riassuntivo della sua poetica intimista maturata nel Settimo decennio: “Al coro”. L’importanza della mostra risiede anche nel testimoniare come Borrani, nell’estremo periodo della sua vita, fosse ancora capace di dipingere quadri di elevata caratura formale, sfatando il luogo comune della critica che ne svaluta ingiustamente l’ultima produzione, rappresentata in mostra da due assoluti capolavori: “Dintorni di Firenze” (1897), del quale è stato identificato il soggetto nella suggestiva Villa Medici di Fiesole, e “L’Arno a Rovezzano”, quadro anch’esso decisamente poco noto, che testimonia lo scorrere nell’anziano pittore di una vena ancora altissima di poesia. “Fondamentali novità – ha dichiarato il Direttore del Centro, Giuliano Matteucci – sono scaturite anche dalle ricerche d’archivio relative alla biografia dell’Artista: per la prima volta, infatti, viene documentata l’attività di Borrani di decoratore per conto della Manifattura Ginori di Doccia: è stato infatti individuato con assoluta certezza un vaso di ceramica Ginori decorato da Borrani, acquistato da re Carlo I di Romania, di cui è stata reperita anche l’esegesi critica.

Le ricerche nei vari archivi, inoltre, hanno attestato l’elezione del pittore ad Accademico Onorario di Merito presso l’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, avvenuta il 9 gennaio 1879, consentendoci di far luce sulla sua attività di docente, anch’essa, finora, poco indagata”. La mostra destinata ad essere uno dei più importanti eventi espositivi dell'estate 2012 è stata resa possibile grazie a fondamentali recuperi di dipinti inediti, o non più esposti da molti anni, i quali, integrando le tessere di mosaici figurativi in sé conclusi, rimasti sinora incompleti, consentono di narrare compiutamente l’itinerario creativo dell’artista . Alessandro Lazzeri Http://www.centromatteucciartemoderna.it/

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