Gli ori e le gemme del Museo Etrusco di Chiusi

L’inaugurazione è prevista il 7 luglio alle 10. La mostra resterà aperta dall’8 luglio al 30 settembre. Una piccola ma raffinata esposizione targata ArcheoFest 2012

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 luglio 2012 15:34
Gli ori e le gemme del Museo Etrusco di Chiusi

Il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi mette in mostra gli ori e le gemme della sua preziosa collezione, grazie ad una piccola ma raffinata esposizione, che si inaugura il 7 luglio alle ore 10 e che fa parte del ricco cartellone di eventi targati ArcheoFest 2012. Una raccolta straordinaria che nel tempo si è arricchita di pregiati esemplari. A partire dalle belle corniole ritrovate al Botusso, località ad est di Chiusi, che prese il nome di Campo degli Orefici, proprio “per il numero elevato di scarabei che vi sono stati ritrovati” come ci racconta il viaggiatore inglese George Dennis. Sono rinvenimenti che avvenivano accidentalmente ad opera di contadini dopo le forti piogge che cadevano spesso in quella zona.

Ed è ancora di straordinaria attualità la domanda sul perché queste gemme fossero abbondanti qui, più che in qualsiasi altro luogo della città come testimoniato anche da Bianchi Bandinelli, che rinvenne anche esemplari “non completamente lavorati”. Le belle corniole ritrovate al Botusso erano andate ad arricchire alcune collezioni chiusine del XIX secolo soprattutto quelle dei canonici Pasquini e Carducci e avevano incrementato la raccolta Paolozzi. La “raccolta di piccole gemme incise e pastiglie in vetro figurate” arrivò al Museo Etrusco di Chiusi nel 1897 per lascito testamentario del canonico Brogi, che per oltre un quarto di secolo aveva ricoperto la carica di Conservatore del Museo. Si tratta di piccoli reperti frutto di acquisti presso i contadini che lavoravano i campi nella zona del Botusso; alcuni di essi provenivano dall'Orto del Vescovo, dove l'arciprete aveva effettuato scavi nel 1895, altri erano stati ritrovati nella necropoli di Poggio Gaiella, località nella quale il canonico Brogi condusse apposite ricerche nella terra di risulta degli scavi praticati da Pietro Bonci Casuccini, recuperando insieme ad alcune "pietre iscritte", oggetto del suo interesse, anche qualche gemma.

Un nuovo incremento alla raccolta del Museo, al pari di quella delle oreficerie ritrovate nel corso degli scavi della Commissione Archeologica Municipale a Fonte Rotella nel 1873, avvenne con l'arrivo della Collezione Paolozzi nel 1907. Informazioni su www.archeofest.it

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