Debora Caprioglio in "Una stanza al buio"

Domani 10 e mercoledì 11 aprile

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 aprile 2012 18:37
Debora Caprioglio in

Domani, martedì 10 aprile, e mercoledì 11 aprile alle ore 21, il Teatro Lumière ospita in esclusiva per la Toscana il giallo di Giuseppe Manfridi “UNA STANZA AL BUIO” con DEBORA CAPRIOGLIO e LORENZO COSTA. Per esigenze dell’attrice, le date sono state anticipate rispetto alla programmazione iniziale (che prevedeva lo spettacolo nel prossimo fine settimana). “Una stanza al buio” è una commedia gialla di Giuseppe Manfridi, uno dei più noti ed interessanti drammaturghi italiani.

L’azione si svolge in un appartamentino che uno scapolo impenitente - non per nulla malvisto da un condominio di anziani - ha trasformato in una garconnière sul cui pavimento campeggia una sinistra sagoma segnata col gesso della Polizia: questo luogo peccaminoso è contaminato da un delitto sul quale ancora si sta indagando. E qui si introducono un uomo e una donna. Lui (Lorenzo Costa) è l'amministratore dello stabile, di professione scultore - almeno così dice - lei (Debora Caprioglio) ben più misteriosa, è forse un'avventuriera alla ricerca non si sa bene di che...

Lei è intrigante, calcolatrice, sicura di sé e del suo fascino seduttore, lui è ingenuo e fragile, dotato di una sensibilità che si lascia trasportare e plagiare dalla personalità di lei. L'azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra, si sentono suoni e rumori di una festicciola organizzata per brindare alla salute di due fidanzatini pluri-sessantenni.I due si sfidano in un dialogo serrato ed ironico che, fin dalle prime battute, si trasforma in una battaglia verbale.

Il rincorrersi delle parole, i doppi sensi, gli equivoci linguistici, i fraintendimenti conducono lo spettatore allo svelamento di segreti più o meno taciuti. In una scena allusiva e sottilmente inquietante, dominata dalla ‘presenza’ incombente del proprietario, si consuma la vicenda fino all’imprevedibile epilogo. La regia dello stesso Costa asseconda la ricchezza del testo, esaltandone l’originalità che porta gli attori a destreggiarsi fra i meandri della scrittura di Manfridi, acuta ed impegnativa per lo sforzo interpretativo che richiede.

La scena che rivisita la garconnière con intento pittorico è di Roberta Agostini, le musiche originali che sottolineano con discrezione la vicenda sono di Roberto Leoncino.

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