Un marito ideale di Oscar Wilde al Teatro della Pergola da martedì 18 a domenica 23 febbraio (ore 20.45 - domenica 16.45)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2003 13:09
Un marito ideale di Oscar Wilde al Teatro della Pergola da martedì 18 a domenica 23 febbraio (ore 20.45 - domenica 16.45)

Squadra che vince si cambia solo in minima parte. L'importanza di chiamarsi Ernesto di Oscar Wilde è stato il bestseller per numero di spettatori tra gli spettacoli di prosa nella stagione invernale 2001/2002. Il più giovane Stabile d'Italia, il Teatro Stabile di Calabria, presenta dunque un nuovo capitolo dei society dramas del drammaturgo inglese, Un marito ideale. Confermata la formula di base, con Geppy Gleijeses e Debora Caprioglio nei ruoli principali, la partecipazione di un’attrice di grande esperienza come Manuela Kustermann (come Lucia Poli nell’Ernesto), la sapiente direzione di Mario Missiroli: Un marito ideale rappresenta il naturale approfondimento di un percorso critico "a rebours", la seconda tappa di un dittico di straordinario interesse.


Un marito ideale si colloca nel secondo giro del ciclo delle cosiddette "commedie salottiere" (society dramas, appunto) di Oscar Wilde, composte e andate in scena tra il 1893 e il 1895.
In tutti e tre i drammi assai apprezzati alla loro epoca, anche se più dal pubblico che dalla critica, Wilde mette a frutto la propria familiarità col teatro di boulevard di Sardou e di Dumas figlio, e soprattutto trasferisce sulla scena la scintillante conversazione che già lo aveva reso noto in società.


Nei "drammi di società" un personaggio nuovo appare sulla scena rispetto al consueto repertorio del genere, personaggio che si vede affidate le funzioni di portavoce dell’autore: in Un marito ideale è il dandy Lord Goring, instancabile confezionatore di epigrammi nuovi e scintillanti. Se Ernesto è un impareggiabile e deflagrante congegno di acrobazie verbali, Un marito ideale tra i society dramas quello costruito con maggiore cura, più corposo con i suoi quattro att ricchi di siatuazion ie riflessionii; quello con il maggior numero di personaggi di rilievo; quello in cui è meglio realizzata la fusione tra la comicità assurda che già guarda all'Importanza di chiamarsi Ernesto e la trama "seria".

È anche il testo in cui l’impegno di fondo sottolinea con più efficacia l'ostentata frivolezza del tono. Ma l'elemento più originale di queste commedie è forse la natura paradossale degli accadimenti che vi si verificano, che risultò vagamente oscura ai contemporanei di Wilde troppo impegnati ad essere vittoriani per percepire lo straniamento ascosto dietro al fuoco di fila delle battute.
Sir Robert Chiltem, integerrimo giovane statista dal fulgido futuro, sposato con Lady Gertrude Chiltem, esempio di bellezza e moralità, viene ricattato dall'avventuriera Mrs.Cheveley, ma è infine salvato dall'intervento del perdigiorno Lord Goring che, pur sembrando occuparsi solo del fiore da mettersi all'occhiello, si rivela all'occorrenza molto più saggio e affidabile del futuro primo ministro, il quale ha un enorme scheletro nell'armadio, ma, morale inquietante nonché paradossalmente ineccepibile, è, come responsabile di cose pubbliche, preferibile a qualcuno che non sia mai uscito dalla retta via: il peccatore riformato è migliore, più temprato del moralista mai indotto in tentazione.

FIRENZE A TEATRO
In occasione del ciclo di incontri curato da Patrizia Creati, appuntamento con i protagonisti di Un marito ideale giovedì 20 febbraio alle ore 17.45 presso il Teatro Le Laudi (via L.Da Vinci, 2) con ingresso libero.

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