Sindacato: 'difendere il Lavoro e cambiare la riforma'

Se ne discute domani con Alessio Gramolati e Vincenzo Scudiere. Cgil, Cisl e Uil in piazza il 13 aprile contro la riforma delle pensioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2012 17:24
Sindacato: 'difendere il Lavoro e cambiare la riforma'

La protesta unitaria, annunciata dalla Camusso, anticipa quella del 17 aprile, inizialmente indetta dal solo sindacato di Corso Italia. Bonanni spiega: ''Manifestiamo per gli esodati, governo e Parlamento risolvano il problema''. A Firenze le Segreterie Provinciali, intanto, denunciano l'atto unilaterale delle Autolinee Toscane contro un proprio dipendente. L'Azienda, dopo aver cessato l'effettuazione di una delle proprie linee a deciso il licenziamento del dipendente che svolgeva la tratta in base all'articolo 26 del r.d.

148 del 1931. Alcune settimane indietro la stessa proprietà (RATPDEV) francese si è resa protagonista di un altro strappo con le OO.SS e i lavoratori, con il tentativo di sostituire alcuni conducenti della Tramvia di Firenze in sciopero. Per quel tentativo è al vaglio un’azione legale. Domani 29 marzo 2012, all'Obihall di Firenze in via de Andrè, 3 si ritroveranno più di mille delegati per l'attivo del quadro dirigente diffuso della Cgil Toscana. Il via ai lavori sarà dato da Alessio Gramolati, le conclusioni saranno demandate a Vincenzo Scudiere della segreteria nazionale.

All'ordine del giorno dei lavori la cura, anzi le cure Monti-Fornero. Dell'articolo 18, della contrarietà della Cgil ad una sua sostanziale manomissione è nota, è stata ripetuta un giorno dietro l'altro, è stata 'gridata' nelle piazze della protesta. Ma nella riforma Fornero non c'è solo l'art.18, vale la pena capire bene il prima e il dopo. Per questo la Cgil presenterà delle simulazioni in questo senso, per categorie, per sesso, classi d'età, cosa sarebbe successo ai lavoratori toscani a normativa vigente ed ora cosa potrebbe succedere dopo la riforma delle pensioni e la proposta di riforma del mercato del lavoro. Due esempi per tutti.

La retorica del governo su un intervento teso a ridurre la precarietà viene diffusa ampiamente, allora forse il caso di ricordare che le tipologie di contratto in Italia 46 erano e 46 restano. Ma vediamo cosa succede a Mario Rossi, 57 anni di età e 32 anni di contributi. La crisi si sa ha macinato, Mario Rossi è stato collocato ad ottobre 2010 in Cassa Straordinaria e successivamente in mobilità per tre anni. Prima della riforma avrebbe avuto diritto alla pensione nel 2014 a 61 anni di età.

Dopo, non raggiungendo alla fine della mobilità i 42 anni e 6 mesi per la pensione anticipata, dovrà pagarsi i versamenti volontari per 6 anni (12.000 euro anno circa) o attendere la pensione di vecchiaia nel 2020 a 67 anni, sei anni senza pensione e senza stipendio. Con i nuovi ammortizzatori sociali, poi, avendo diritto solo all'Associazione Sociale per l'Impiego (ASPI) per 18 mesi dovrà pagare versamenti volontari per 8 anni e 4 mesi o restare per il tempo equivalente senza stipendio e senza pensione.

Se poi Mario Rossi fosse Rosa Bianchi dovrebbe versare contributi volontari e/o restare senza stipendio e senza pensione per un anno in più, 7, e con i nuovi ammortizzatori sociali 2 mesi in più. E i giovani, quelli che ancora non hanno problemi di pensione? Presto detto. Oltre il 60% dei nuovi avviamenti al lavoro in Toscana, prevalentemente giovani, con riforma a regime non avrebbe alcun beneficio e e non accederebbe all'ASPI, nulla di nulla.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza