Lavoro, la priorità è la riforma degli ammortizzatori sociali

Il segretario della Uil Toscana Marchiani: “Il governo chiarisca cosa intende fare con la cassa integrazione straordinaria e in deroga. Basta polemiche sull’art. 18, affrontiamo i temi di occupazione e sviluppo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2012 16:28
Lavoro, la priorità è la riforma degli ammortizzatori sociali

Fermare un dibattito, quello sull’articolo 18, ormai avvitato su stesso e affrontare davvero i problemi del mondo del lavoro, a partire dalla riforma degli ammortizzatori sociali. Questa la richiesta avanzata dalla Uil attraverso il segretario generale della Toscana Vito Marchiani: “Siamo assolutamente contrari a qualsiasi modifica dell’articolo 18. I principi dell’onere della prova da parte del datore di lavoro ed il reintegro nel posto di lavoro non possono essere toccati anche per i nuovi assunti.

Riteniamo necessario fare chiarezza sulla genericità dei motivi di giusta causa nel codice civile che possono essere specificati prendendo anche a riferimento quanto elencato nei contratti nazionali di lavoro. Le esigenze relative alla necessità di dare maggiori certezze di flessibilità alle imprese e mantenere le tutele per i lavoratori possono essere affrontate e risolte senza modificare l’art. 18 della Legge 20/5/1970 n. 300”. “Bisogna porre fine ad un dibattito sterile ed altamente polemica sull’art.

18 per affrontare i temi dell’occupazione e dello sviluppo del sistema produttivo – è quindi l’appello di Marchiani -. Per noi esiste un problema molto più importante per quanto riguarda il mercato del lavoro. Si tratta della riforma degli ammortizzatori sociali, sia per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria che in deroga. Se il governo ha intenzione di togliere la cassa integrazione per sostituirla con un’indennità di disoccupazione deve però dire, cosa evita di fare, quante risorse saranno assegnate, a quanto ammonterà l'indennizzo e per quanto tempo sarà erogato al lavoratore.

Il governo chiarisca questi aspetti, che riteniamo fondamentali, oppure noi difendiamo l’esistente, che è sempre meglio del vuoto in cui si troverebbero i lavoratori nelle aziende in crisi. Secondo noi questa sarebbe una situazione molto rischiosa che avrebbe conseguenze molto gravi a partire dalle numerose crisi aziendali attualmente presenti in Toscana”.

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