La multinazionale Calvin Klein dismette le attività e licenzia 150 lavoratori

Dopo una riunione sindacale, i lavoratori hanno deciso di incrociare le braccia stamattina davanti allo stabilimento di via Lucchese. Rifondazione: "Massacro sociale. La Provincia convochi immediatamente Confindustria e proprietà"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 marzo 2012 11:19
La multinazionale Calvin Klein dismette le attività e licenzia 150 lavoratori

La Calvin Klein dell’Osmannoro chiude i battenti e oggi 150 lavoratori incroceranno le braccia davanti allo stabilimento di via Lucchese. Sono ancora in corso trattative della proprietà con i sindacati sul futuro dei dipendenti, ma di sicuro il famoso marchio di moda se ne andrà presto dallo stabilimento di via Lucchese nel comune di Sesto Fiorentino. Il programma di dismissione è spalmato in un anno e mezzo, al termine del quale le competenze affidate ai lavoratori italiani “voleranno” da qualche altra parte del mondo, probabilmente a Londra. Si tratta di un annuncio drammatico e di una gravità inaudita dal punto di vista sociale.

Sta di fatto che solo per motivi di mercato e di massimizzazione dei profitti la multinazionale sceglie di giocare il proprio interesse di marketing solo sulla pelle dei lavoratori. Immediata la risposta dei lavoratori e del sindacato che proclamano un primo sciopero con presidio. Rifondazione Comunista nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori e il pieno sostegno alla vertenza chiama le Amministrazioni Locali – Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino – ad attivarsi immediatamente convocando Confindustria e proprietà per contrastare il massacro sociale e mettendo a disposizione dei lavoratori la massima attenzione e sostegno. Stamani il sindaco Gianni Gianassi ha partecipato insieme all’assessore all’economia Roberto Drovandi al presidio davanti allo stabilimento di via Lucchese.

“È una situazione estremamente preoccupante - ha detto - perché sebbene l’azienda non sia in crisi, la ristrutturazione decisa dalla multinazionale statunitense Warnaco farà perdere il lavoro a tanti dipendenti ad alta professionalità, con l’aggravante della chiusura definitiva di un’importante unità produttiva presente da anni nel nostro territorio”. "Si tratta di un annuncio drammatico e di una gravità inaudita dal punto di vista sociale - osservano i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Sta di fatto che solo per motivi di mercato e di massimizzazione dei profitti la multinazionale sceglie di giocare il proprio interesse di marketing solo sulla pelle dei lavoratori".

Immediata la risposta dei lavoratori e del sindacato che proclamano un primo sciopero con presidio. Rifondazione Comunista, nell’esprimere la piena solidarietà ai lavoratori e il pieno sostegno alla vertenza, "chiama le Amministrazioni Locali – Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Sesto Fiorentino – ad attivarsi immediatamente convocando Confindustria e proprietà per contrastare il massacro sociale e mettendo a disposizione dei lavoratori la massima attenzione e sostegno".

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