Costa Concordia, la pratica degli 'inchini' arriva in Parlamento

Sani: «chiarire in modo inequivocabile se Guardia costiera e Capitanerie di porto sapevano della pratica degli “inchini”. Scelte nette per impedire che questa pratica possa ripetersi in futuro. Il ruolo di Costa Crociere va capito fino in fondo»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 gennaio 2012 16:33
Costa Concordia, la pratica degli 'inchini' arriva in Parlamento

Luca Sani, insieme ai colleghi Velo e Mariani, torna sulla vicenda della Costa Concordia, presentando un’interrogazione a risposta nelle Commissioni infrastrutture e trasporti, ambiente, tutela del territorio e del mare. «Considerata la gravità di quello che è accaduto – spiega Sani – e tenuto conto della direzione che stanno prendendo le indagini della Magistratura, mi pare evidente che non tutto sia riconducibile alla responsabilità diretta del comandante Schettino, il cui comportamento è stato senz’altro inaccettabile.

Per questo è fondamentale sapere se Capitanerie di porto e Guardia costiera fossero a conoscenza della consuetudine di praticare i cosiddetti “inchini”, e se così fosse, perché non hanno agito per impedirne la prosecuzione. Così come, è assolutamente prioritario capire se la compagnia di navigazione Costa Crociere assecondasse o pretendesse questo tipo di pratica, che aveva come conseguenza l’allontanamento delle navi dalle rotte programmate e comunicate alle autorità di controllo marittimo.

La compagnia di navigazione, in questa vicenda, ha messo in evidenza troppe lacune, che tutti ci auguriamo la Procura di Grosseto sia presto in grado di inquadrare con chiarezza. Una volta chiariti questi aspetti – aggiunge Sani – è necessario che il Ministero dei trasporti, per conto del quale Capitanerie di porto e Guardia costiera svolgono il controllo sui nostri mari, prenda un’iniziativa decisa per impedire che in futuro continuino a verificarsi gli “inchini”, che mettono a rischio la sicurezza in mare.

Infine – conclude nella sua interrogazione Sani – è importante conoscere nel dettaglio cosa intenda fare il Ministero dell’ambiente per preservare l’ambiente marino dall’inquinamento conseguente al semi affondamento della Concordia, e come intenda in futuro tutelare il comprensorio del Parco nazionale dell’Arcipelago toscano rispetto ai rischi conseguenti il traffico marittimo civile e commerciale». "Gli errori commessi dal Comandante Schettino sono sotto gli occhi di tutti e sulla rilevanza penale del suo comportamento si esprimerà la magistratura.

Tuttavia bisogna rilevare una grave disorganizzazione nella gestione dell'emergenza da parte del personale e della stessa compagnia armatrice. Schettino ha delle enormi responsabilità, ma anche la Costa Crociere ha molte cose di cui rispondere". Lo ha dichiarato Gianpiero De Toni, Capogruppo IdV in Commissione Lavori Pubblici al Senato, durante l'audizione dell'ad di Costa Crociere Pierluigi Foschi. "Da ciò che abbiamo potuto apprendere - ha aggiunto - l'incidente è stato fronteggiato in maniera del tutto inadeguata: scialuppe che non vengono calate in mare, personale disorientato e impreparato, ordini assurdi come quello di tornare in cabina.

C'è stata troppa confusione nell'applicazione delle norme di sicurezza, la stessa compagnia ha preso sotto gamba l'accaduto. Si è perso del tempo prezioso mentre la nave non era ancora affondata: infatti per più di un'ora dopo l'impatto, nonostante i numerosi colloqui intercorsi con il comandante, non si è riusciti a coordinarsi per organizzare una rapida evacuazione dei passeggeri. E' evidente l'eccesso di leggerezza nella struttura organizzativa della Costa Crociere, esplosa in tutta la sua pericolosità nella pratica dell'inchino che - ha concluso De Toni - ha avuto il suo tragico epilogo per mano del comandante Schettino".

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