Stefano Marmugi: ''Ho cercato Torselli per invitarlo al dialogo''

Il presidente del Quartiere 1 porge la mano a Francesco Torselli che lo ha querelato per alcune presunte dichiarazioni relative agli "ambienti violenti" dove si anniderebbero le problematiche sociali sfociate nell'agguato di martedì scorso

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 dicembre 2011 14:23
Stefano Marmugi: ''Ho cercato Torselli per invitarlo al dialogo''

La strage avvenuta a Firenze ha risvegliato una intera comunità dal torpore e dall'indifferenza verso un problema che, invece, resta piuttosto forte e sentito. Dopo il corteo di sabato è nata una polemica piuttosto aspra da parte di Casaggì nei confronti del presidente del Quartiere 1 che avrebbe indicato in alcuni ambienti dei luoghi in cui potrebbe celarsi una rabbia repressa destinata a non produrre effetti positivi nella società. La querela è stata depositata da parte del consigliere comunale di area PdL Francesco Torselli.

Al presidente Marmugi sono giunti nelle ultime ore diversi messaggi di solidarietà. Una settimana difficile per Firenze che si è chiusa con una polemica tra lei ed il consigliere comunale Francesco Torselli. "Mi dispiace se qualcuno si è accalorato, avrei preferito che Torselli avesse partecipato al dibattito nel quale era presente anche Franco Cardini. Ho cercato il consigliere, ma invano. Approfitto dell'occasione anche per lanciare a Torsellii questo messaggio; porgo lui la mano, e lo invito a parlarne, poi ciasciuno prende le proprie posizioni ma è sempre meglio parlarne.

Un po' come ha fatto CasaPound nelle ultime ore. Resta libero di fare tutte le azioni che crede necessarie se si è sentito offeso o meno" Francesco Torselli ha richiesto un risarcimento danni e già pensa di usarlo per la struttura che supervisiona. "Credo sia presto chiedere dei soldi per pagare l'affitto di Casaggì, poi ciascuno è libero di fare come crede. Piuttosto siamo davanti ad un atto efferato ed ingiustificato e tutti dovremmo riflettere sul fatto, compiuto da un soggetto che, non è un mistero, si rifaceva ad una ideologia ben precisa.

Lo apprendiamo dai suoi scritti, Gianluca Casseri lo ha dichiarato in quel che ci rimane di lui. Ci sono però i funerali dei due ragazzi, e dobbiamo rispettare la perdita di figli e di amici. La città tutta ha perso due persone ed essere uccisi così per strada... nessuno si deve sentire in colpa, ma è un fatto imperdonabile per chiunque. Ora è il momento del rispetto, non chiedere soldi per l'affitto a nessuno credo sarebbe più opportuno". Cosa insegna quanto accaduto all'intera comunità fiorentina? "Ci insegna che abbiamo trascorso anni ed anni..

e siamo ancora davanti a fatti di violenza. Quel che mi spaventa è che simili esempi, cattivi esempi, possano esssere emulati e in Italia ne abbiamo visti gli effetti. Penso a Torino, Roma, contro gli zingari oggi e contro i senegalesi domani, sempre contro questo e contro quello. Se fossimo a favore non guasterebbe. Mi lascia l'amaro in bocca pensare a tanti sforzi che forse non sono serviti. Ripartiamo dai bambini, riportiamo la Costituzione e l'antifascismo nelle scuole, diciamo ai nostri figli che costituiscono classi multietniche che si può cambiare.

Abbiamo tutti i nostri limiti..." Nel concreto cosa si può fare adesso? "Ha detto bene Enrico Rossi in Santa Maria Novella, ci sono anche dei diritti da applicare, facciamo votare queste persone, lanciamo il messaggio che in Italia anche chi viene da fuori possa sentirsi italiano. Noi abbiamo fatto un atto in Quartiere nel quale diciamo che chi nasce in Italia deve essere cittadino italiano, un'idea condivisa anche dal nostro Presidente Giorgio Napolitano" Il Quartiere 1 si confronta quotidianamente con il 'problema' dell'integrazione.

"Noi ci misuriamo giornalmente con l'interculturalità e l'interreligiosità, dialoghiamo con il mondo musulmano. Ospitiamo anche gli spazi per la preghiera. Ringrazio il mio consiglio per gli atti votati all'unanimità su temi così delicati, l'ultimo segno di solidarietà è la bandiera del Senegal che abbiamo affisso alla facciata del Quartiere. Non solo porte aperte, ma anche menti aperte, basta avere la voglia di dialogare" Ant Len

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