Arrestate sei persone, 30mila capi di abbigliamento falsi tra Arezzo e Firenze

Operazione firmata dalle Fiamme Gialle aretine e dal Gico di Firenze che ha portato all'arresto di sei persone e al sequestro di trentamila capi di abbigliamento griffati falsificati ma di buona fattura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2011 15:05
Arrestate sei persone, 30mila capi di abbigliamento falsi tra Arezzo e Firenze

Operazione firmata dalle Fiamme Gialle aretine e dal Gico di Firenze che ha portato all'arresto di sei persone e al sequestro di trentamila capi di abbigliamento che, dalla Turchia, venivano smerciati tramite grossisti compiacenti. ''Rubamazzo'' il nome dell'operazione. Il colonnello Dario Solombrino, comandante di Arezzo ed il comandante del Gico di Firenze Antonino Raimondo hanno spiegato: "Gli arrestati sono un 53enne italiano da tempo residente in Germania, che si occupava dello stoccaggio e dello smistamento della merce una volta arrivata in terra tedesca, due calabresi originari di Vibo Valentia di 42 e 45 anni, considerati molto vicini ai clan della 'ndrangheta ''Anello Fiumara'' e ''Mancuso'' e tre napoletani, due ventisettenni e un cinquantenne".

Le indagini sono partite dal sequestro di alcuni carichi, effettuato dalla Guardia di Finanza che da li' si e' messa in moto per risalire a chi produceva e a chi commercializzava scarpe e capi di abbigliamento falsi ma di pregio. Dopo la produzione in Turchia, la merce arrivava in Germana e Olanda da dove veniva venduta anche in Austria, Italia, Spagna e Gran Bretagna. I finanzieri hanno operato ad Arezzo, a Firenze, Prato, Bergamo, Cittadella (Padova), Vibo Valentia, Salerno e Catania. In due episodi avvenuti in Calabria, utilizzate maniere violente per convincere gli acquirenti a comprare.

Si incontravano in locali aretini per pianificare le strategie future di azione. Elevatissimi, come ha spiegato il colonnello Solombrino, i margini di profitto con capi che, dai 14 euro iniziali, arrivavano poi a costare cifre raddoppiate al compratore finale. In questo ambito 50 le persone indagate, tra cui due grossisti aretini e alcuni fiorentini e 30 quelle ''monitorate'' dall'inchiesta che continua ad andare avanti.

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