Indignati, da Manhattan a Madrid passando per Firenze

Più di 200 persone in piazza riunite in assemblea pubblica per discutere temi del vivere sociale. Dagli affitti abitativi alle dinamiche finanziarie. Dal baratto alla fusione economica mondiale da twittare e condividere. Dibattiti a cielo aperto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 novembre 2011 02:14
Indignati, da Manhattan a Madrid passando per Firenze

Santissima Annunziata, la piazza fiorentina considerata un po' il salotto del popolo, dove si svolgono gli incontri equi e solidali e dove spesso si tocca con mano l'emarginazione sociale nel mondo globale, è lo scenario in cui sono comparsi gli "Indignati". Quelli veri, quelli che stendono a terra i tappeti, fanno la colletta per i pasti, che vorrebbero gestire il vivere quotidiano non con l'euro ma col baratto. Quelli che dopo un po' che li osservi ti dicono "Siediti con noi, è un'assemblea pubblica le domande ce le facciamo in piazza e non all'ombra".

Ti ritrovi inginocchiato su una stuoia che farebbe tanto villaggio vacanze o scenografia esotica se non fosse su una piazza storica spesso spruzzata di detergente e disinfettante da parte delle squadre di Quadrifoglio, per mantenere salubre almeno nell'aspetto, un degrado che è parte di noi, alla maniera di quei temi adolescenziali in cui, guardandosi attorno "Mi sento un po' sgarrupato anch'io". "Non sono un economista - dice un ragazzo, non un leader perché non ce ne sono, anche se poi uno lo trovi sempre, ma non è il solito portavoce, solo quello che ha maturato più esperienza - non sono nessuno per dare lezioni e non ho ricette.

Però posso dirvi che se non facciamo gruppo non ne usciremo mai, se non eliminiamo le barriere anche tecnologiche non potremo mai superare il muro che ci divide" Beh, sì però se non fosse per i Social Network (Facebook e Twitter), ed i tag, ed i click, e l'evento che piace, al quale si partecipa sì, no, forse ci sarò... "Beh si certo. Ma mica diciamo di eliminare internet, anzi". Poi capisci tra la folla che la parola "Tam Tam" funziona e "postare e loggare" vanno alla grande e ti accorgi che tra il personal computer e la stuoia non ci sono così tante differenze.

La piazza virtuale si incontra e diventa voce, sguardo, responsabilità di prendere il microfono e fare una domanda "Ma voi, cioè, voi avete capito dove stiamo andando, no. Perché io non lo so". A volte prendere consapevolezza della dimensione e della direzione, come si insegna nel disegno tecnico, è la giusta via di fuga per una prospettiva migliore. Ma se corri, ti distrai, annuisci a caso, sbadigli, ti volti, scappi e non ci senti.. diventa più difficile. Volenterosi, spregiudicati, sognatori essenziali e solidali, ma non sprovveduti, ad esempio l'economista c'è è Joseph Halevi, professore all''Università di Sydney in Australia, e New York ed in Francia.

Uno che gira il mondo, che conosce gente e fa cose e che soprattutto si accorge di come certe situazioni apparentemente ovvie diventino razionalmente incomprensibili se viste da altre prospettive culturali. Monterete le tende? "L'abbiamo già fatto, la risposta della gente fin dal mattino è stata buona. Noi non molliamo, siamo convinti che l'unica strada sia parlarne tra noi, ad oltranza, di tutto. Senza filtri economici, politici, istituzionali, senza preconcetti" AntLen

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