"I viaggi di Gulliver" in scena al Puccini

Domenica 13 novembre alle 16.30

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2011 18:17

Si apre domenica 13 novembre alle ore 16.30 al Teatro Puccini, la Rassegna di Teatro Ragazzi per Grandi e Puccini, con "I viaggi di Gulliver", la nuova produzione firmata Catalyst e Pupi di Stac che, per la prima volta insieme, raccontano attraverso l'incanto della fabulazione e la magia del Teatro di Figura, un grande classico che unisce il piacere dell'avventura e del viaggio alla meraviglia dell'esotico e inesplorato. Pupazzi, attori, burattini, personaggi reali e immaginari, trasportano grandi e piccini in un viaggio divertente e emozionante alla scoperta di altri mondi, popolando il palco di personaggi reali e immaginari che a ben vedere non sono così diversi da noi.

Una scrittura scenica incalzante, ricca di invenzioni e di trovate linguistiche esilaranti, la forza evocativa dei pupazzi e delle scene, figure incantate cariche di suggestione, la magia delle luci e delle musiche, capaci da sole di evocare quei mondi fantastici e di farli diventare vicini e reali. La scrittura di Rombi rimane fedele al testo originale di Swift: un medico della marina inglese si trova per vari casi a naufragare su isole fantastiche abitate da personaggi altrettanto fantastici e i racconti di quei viaggi diventano lo spunto per una lucida critica della società contemporanea, mostrando le deformità del nostro vivere “civile”.

In ognuno dei suoi viaggi scopre che gli abitanti di quelle isole, (che si chiamino Lillipuziani o Houyhnhnms poco importa) con i loro vizi e difetti non sono poi tanto diversi da noi umani e proprio da questi favolosi incontri con il supposto diverso, altro da sè, Gulliver e gli spettatori riconoscono la fragilità dell'esistenza e l'importanza di superare i confini tracciati da una diversità spesso solo apparente. Un contrasto che si rinnova a ogni naufragio e che sulla scena viene sottolineato dal rapporto attore/pupazzo, vita e animazione che riescono convivere solo all'interno della scatola magica del teatro.

Nell'immaginario fantastico della scrittura scenica pensieri, sentimenti e azioni dei protagonisti sembrano trovare una magica conciliazione nel linguaggio orginalissimo creato da Rombi, che mescola la lingua dei Lillipuziani, simile a un esperanto con spiccato accento padano, al suono consonantico dei giganti e al linguaggio comune, la nostra lingua, parlato proprio dagli Houyhnhnms, i cavalli, i veri animali che nel finale sapranno indicare a Gulliver, e a tutti i loro interlocutori, la strada da seguire per arrivare a costruire “il migliore dei mondi possibili”.

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