Ataf, se ne parla durante lo sciopero, Bonaccorsi e Sindacati a nervi tesi

Il D-day dedicato ad Ataf potrebbe sciogliere alcuni dei nodi legati alla privatizzazione dopo che la relazione dell'Advisor vedrà la luce in Palazzo Vecchio. Lo sciopero di 24 ore incombe sulla città, mentre la tensione è ai livelli di guardia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 luglio 2011 12:09
Ataf, se ne parla durante lo sciopero, Bonaccorsi e Sindacati a nervi tesi

Il presidente Filippo Bonaccorsi si è speso fin dal suo primo giorno in Ataf per migliorare le cose. Si è tuffato in un calderone incandescente ed ha giocato tutte le carte possibili, compresa quella del marketing e della comunicazione. Sostenuto dall'amico fidato e sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha organizzato veri e propri eventi mediatici come "Sei il regista della tua pensilina" piuttosto che "Il biglietto sul cellulare" e l'autobus "A chiamata", ed ha cavalcato quelli altrui come l'abbattimento della Pensilina di Toraldo o l'arrivo di una nuova flotta di mezzi presentata in grande stile in piazza Stazione. Non ha lesinato interventi da "Sceriffo" con veri e propri blitz sugli autobus a caccia di viaggiatori irregolari ed ha dichiarato battaglia contro i ''furbetti'' interni sui giorni di malattia ed i permessini. In tutto questo è rimasto molto isolato.

Con i suoi ragazzi ha legato poco, reo di aver guardato all'effetto mediatico dello Spot e poco ai propri dipendenti (situazione che ricorda vagamente il clima di Palazzo Vecchio), rimasti ad esempio senza bagno dopo l'abbattimento della Toraldo, riducendo il numero dei tagliandi venduti sempre per lo stesso motivo, andando a toccare i dipendenti sulla disciplina mentre quel che mancavano erano i servizi per migliorare la regolarità delle corse. Queste, ed altre, accuse da parte dei sindacati, rispedite prontamente al mittente da parte della Presidenza, con tanto di dati e prove.

La situazione era dunque già tesa e con la Privatizzazione che ha preso sempre più piede come mera voce di corridoio per poi concretizzarsi, il caos è degenerato in manifestazioni di ogni tipo, interruzione del servizio e scioperi. Dopo la riunione sul Bilancio i sindaci detentori del futuro di Ataf si sono incontrati altre volte su tavoli itineranti per fare il punto della situazione e mettere d'accordo volontà divergenti. Intento unico, per certi versi ''necessario'' come sostenuto da Gianassi, sindaco di Sesto, ma le strade per arrivarci attraversano percorsi differenti per modalità e prerogative. Adesso siamo giunti al momento di scoprire le carte e davanti al Consiglio comunale di Firenze l'advisor dovrà essere convincente per poter permettere una votazione in merito, con ciascun consigliere responsabile per il voto che deciderà di esprimere.

"Il processo di privatizzazione di Ataf inizierà prima della gara regionale. Le dichiarazioni di quanti sostengono che la vendita delle quote di capitale dell'azienda avverrà dopo la gara regionale sono prive di fondamento - tuona Bonaccorsi - e denotano totale ignoranza dei meccanismi di piazzamento delle aziende sul mercato, oppure chi le rilascia sa già che Ataf vincerà la prossima gara, ma poi deve spiegare perchè ne è così sicuro". "Infatti - prosegue Bonaccorsi - il valore reale di Ataf è strettamente legato all'esito della gara: non è difficile capire che se Ataf vincesse la gara varrebbe molto di più che se la perdesse.

E' come vendere un bar con la licenza o un bar senza la licenza: cosa vale di più?". Ma la Privatizzazione non dovrà spiegare solo il prezzo di Ataf al privato, o le dinamiche burocratiche, ma anche come verranno gestite le due Società che si accolleranno depositi e debiti da una parte e personale e stipendi dall'altra. "A proposito dei 480 posti 'a rischio' citati a più riprese dai sindacati: non esistono. In nessuna parte del documento dell'advisor e in nessuna delle elaborazioni successive viene mai considerato un solo esubero a seguito della privatizzazione.

E in tema di salvaguardia dei posti di lavoro, ricordiamo che nonostante l'azienda da sette mesi percorra tre milioni di chilometri in meno (con conseguente decremento dei corrispettivi incassati) nessuno ha perso il posto. Anzi, 47 lavoratori precari hanno avuto la conversione del contratto a tempo indeterminato. Se i sindacati volessero dare un contributo concreto per contrastare eventuali posti di lavoro a rischio, potrebbero per esempio accettare la riduzione delle ore di permesso sindacale e consentire così all'azienda il recupero di importanti risorse economiche". Nelle ultime ore la vicenda ha invaso il territorio della giustizia con l'ipotesi rilanciata dai Sindacati che Bonaccorsi avrebbe querelato alcuni dirigenti e rappresentanti della categoria: "Non c'è nessuna querela o richiesta danni verso il sindacato Fit Cisl - ha precisato il presidente - le azioni sono state intraprese dall'azienda contro singole persone fisiche che hanno rilasciato dichiarazioni a nostro giudizio lesive.

Nel merito valuterà il giudice, ma buttarla ancora una volta in politica è assolutamente fuori luogo". Inutile dire che i Sindacati non l'hanno presa bene e lo sciopero di 24 ore del 18 luglio, indetto "Per poter essere tutti a Palazzo Vecchio a dire no alla privatizzazione" ne è un chiaro segno tangibile. I disagi del mancato servizio ricadranno tutti sugli utenti e di questo si scusano sia i dipendenti che la presidenza, ma la partita è arrivata al momento determinante. Ant.

Len.

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