Europa e Stati Uniti nella nuova Governance globale

Atti del seminario di studi alla Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze, l'8 ottobre 2010

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 giugno 2011 15:23
Europa e Stati Uniti nella nuova Governance globale

"L'equilibrio geo-politico del pianeta si giocherà sulla gestione delle risorse, in particolare quelle dell'Africa". Il giudizio di Maurizio Molinari sui futuri scenari mondiali è contenuto nel suo intervento L'America di Obama e l'Europa, pubblicato nel libro Europa e Stati Uniti nella nuova Governance globale (pp. 112, euro 12), in uscita il 1° luglio. Il volume, edito da Polistampa e curato dallo storico Cosimo Ceccuti e dal giornalista Italico Santoro, raccoglie gli atti del convegno tenutosi lo scorso ottobre alla Fondazione Spadolini di Firenze: in quell'occasione numerosi studiosi, tra cui giornalisti, americanisti ed esperti di diritto e relazioni internazionali, sono stati chiamati a confrontarsi sui rapporti tra USA e Europa nello scenario geopolitico mondiale. Molinari, da molti anni corrispondente negli USA del quotidiano «La Stampa», si chiede quali paesi riusciranno a controllare le maggiori quantità di greggio, gas, acqua o risorse minerarie.

Queste ultime, molto importanti per le nuove economie emergenti, potrebbero essere al centro di una competizione internazionale che impegna tuttora le maggiori potenze, in primis USA e Cina: "la grande sfida geo-strategica sulla gestione delle risorse è quello sul quale l'amministrazione lavora, perché questa è la sfida dei prossimi vent'anni". Gli investimenti minerari cinesi riguardano in modo particolare il continente africano, che potrebbe essere al centro di una contesa tra America e Asia: una sfida che potrebbe però essere un'occasione anche per l'Europa, geograficamente più vicina all'Africa.

A patto che vengano messe in atto le giuste strategie, e si inizi a guardare con reale interesse ai paesi emergenti, nuovi motori dell'economia, piuttosto che concentrarsi su problemi già studiati come la questione mediorientale. "Ho la sensazione che noi europei", conclude Molinari, "ci stiamo interessando a temi che appartengono alla fine del '900 e che non riguardano l'inizio del XXI secolo. Di questo forse dovremmo discutere tutti assieme".

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