Vince Aleksandar Hemon il Gregor von Rezzori

Lo scrittore bosniaco è stato premiato oggi alla presenza del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Ad annunciare il vincitore, nel corso di una cerimonia nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, Beatrice Monti della Corte von Rezzori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 giugno 2011 20:09
Vince Aleksandar Hemon il Gregor von Rezzori

Firenze - E’ Aleksandar Hemon con Il progetto Lazarus - Einaudi, traduzione di Maurizia Balmelli - il vincitore della quinta edizione del Premio Gregor von Rezzori per la miglior opera di narrativa straniera. Lo scrittore bosniaco è stato premiato oggi alla presenza del Sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Ad annunciare il vincitore, nel corso di una cerimonia nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, Beatrice Monti della Corte von Rezzori (presidente del Premio) Ernesto Ferrero (presidente della giuria) e i giurati: Edmund White, Bjorn Larsson e Alberto Manguel.

Aleksandar Hemon vince, oltre al premio, una Fellowship (soggiorno di lavoro) presso la Santa Maddalena Foundation. Questa la motivazione con cui la giuria gli ha assegnato il Premio: “Il Progetto Lazarus di Aleksandar Hemon è un romanzo lungo 290 pagine, ma non contiene nemmeno un capoverso che non sia essenziale. Questo coinvolgente romanzo racconta due storie che si svolgono in due periodi diversi. Il primo, che ha luogo all'inizio del XX secolo, narra di un immigrante ebreo di nome Lazarus che viene scambiato per un pericoloso assassino anarchico e viene trucidato a Chicago.

Lazarus viene sepolto in tutta fretta, ma (in una orrenda variazione sul suo nome) viene dissotterrato da alcuni studenti di medicina che rubano al cadavere gli organi interni. La sorella di Lazarus, Olga, lotta per ricuperare il corpo del fratello, per dargli una dignitosa sepoltura religiosa e per ristabilire la verità sulla sua innocenza. L'altra storia si svolge ai nostri giorni e narra di uno scrittore serbo, Vladimir Brik, che vive a Chicago. Brik scopre la storia di Lazarus e ne rimane affascinato.

Tenta di ricostruirne la verità e di riviverla, ritornando nell'est europeo insieme ad un amico fotografo. La violenza quasi normale della Sarajevo odierna (il fotografo viene ucciso da un passante che vuole provare il suo nuovo fucile) viene inframmezzata alla violenza dei poliziotti di Chicago dei primi anni del Novecento. Sia quando descrive Brik che si spacca la mano nel dare una lezione ad un orrendo magnaccia, che quando narra di un ebreo viennese nella Chicago di inizio Novecento che tenta di estorcere informazioni incriminanti alla sorella di Lazarus, la scrittura di Hemon è sempre ricca ed autentica.

La maggior parte dei romanzi si afflosciano, oppure si ripetono, oppure perdono la carica; Il Progetto Lazarus rimane sempre nitido e dinamico e veritiero, dalla prima pagina all'ultima. La scrittura di Hemon è sempre coinvolgente. Dal momento in cui iniziamo a leggere una pagina, o anche una frase, veniamo tirati dentro dalle correnti potenti che trascinano la narrazione. La sua sintassi è lineare, a volte anche aggressivamente asciutta, ma la sua sensitività è viva e coglie quei dettagli che iniettano vera vita in ciascun ritratto, in ciascuna scena. Viviamo in un mondo frammentato, un mondo di immigrazione, pulizia etnica, guerre tribali, globalizzazione, sfruttamento del terzo mondo da parte del primo.

Sebbene questa frammentazione abbia raggiunto il culmine ai nostri giorni, il tutto comincia con l'inizio dell'era moderna, con l'internazionalizzazione dell'economia e l'industrializzazione della guerra. Senza diventare mai didattico o saggista, Hemon ci presenta i crudi dati umani di una società violenta e frammentata, e ne rintraccia le origini agli inizi del Novecento. Queste forze, tuttavia, vengono sempre drammatizzate tramite personaggi indimenticabili che spesso agiscono e reagiscono in totale ignoranza gli uni degli altri. Aleksandar Hemon squarcia quell'ignoranza e ci permette di capire ciò che appare misterioso e nascosto all'occhio non informato.

Diventa la nostra guida alle grandi incomprensioni che minacciano la coesione del nostro mondo. Tramite la visione di Hemon possiamo finalmente rendere trasparente ciò che è opaco, capire l'imperscrutabile. Hemon è un maestro narratore, i cui racconti procedono veloci, i cui personaggi sono convincenti e particolari, le cui scene rimangono incise sulla nostra coscienza con la forza accecante del flash di una macchina fotografica nel buio. Ma questi racconti non sono solo divertenti e coinvolgenti: sono emblematici della tormentata politica dei nostri giorni. Aleksandar Hemon è nato a Sarajevo nel 1964 e dal 1992 vive negli Stati Uniti, dove è rimasto bloccato dallo scoppio della guerra in Bosnia poco tempo dopo il suo arrivo.

Appena tre anni più tardi ha cominciato a scrivere in inglese, riscuotendo gli elogi della critica anche per la ricchezza del suo stile, al punto da aggiudicarsi nel 2004 la prestigiosa “genius grant” della MacArthur Foundation, ed è oggi unanimemente considerato uno tra gli autori più raffinati e interessanti in circolazione. Presso Einaudi ha pubblicato Spie di Dio nel 2000 e Nowhere Man nel 2004. Il progetto Lazarus (Einaudi 2010), risultato finalista al National Book Award 2008, vive, oltre che nel romanzo di Hemon, nelle fotografie di Velibor Bozovic che l'accompagnano, e in un sito interne (http://aleksandarhemon.com/lazarus) che ne è l'ideale rimando multimediale.

Gli altri finalisti erano: David Mitchell, I mille autunni di Jacob de Zoet, Frassinelli; Marie NDiaye, Tre donne forti, Giunti; Miguel Syjuco, Ilustrado, Fazi; Wells Tower, Tutto bruciato, tutto devastato, Mondadori.

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