Da Assassin's Creed a Jersey Shore: la Firenze che ignora la globalizzazione

A fine anno andrà in onda l'ultima serie del reality di MTV. Che immagine della nostra città si formeranno milioni di giovani spettatori in USA e nel resto del mondo?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 giugno 2011 21:57
Da Assassin's Creed a Jersey Shore: la Firenze che ignora la globalizzazione

di Nicola Novelli Direttore di Nove da Firenze FIRENZE- Nonostante tutte le polemiche le riprese di Jersey Shore, il reality giovanile targato MTV, continuano. La produzione ha subito una serie di divieti di accesso ai luoghi monumentali della città, perché l'immagine di Firenze uscirebbe villipesa da un simile trattamento televisivo. Esponenti della classe dirigente locale hanno indossato i panni di paladini della tradizione culturale nazionale. Ma il risultato quale sarà? A fine anno, quando la nuova serie dei volgarissimi ragazzi italo-americani andrà in onda, che idea della nostra città si formeranno milioni di giovani spettatori in USA e nel resto del mondo? Di Firenze non vedranno gli Uffizi e Palazzo Vecchio.

Non vedranno la statua del David, né Boboli. Potranno invece seguire i guidos che passeggiano davanti alle vetrine di boutique multinazionali in via Tornabuoni, che fanno notte nei locali di via dei Benci e che mangiano pizza napoletana da 'O Vesuvio. E' questa la Firenze che vogliamo sia vista nel mondo? Non c'è il rischio che, tutti questi veti, finiscano per far percepire un'immagine di Firenze non molto diversa da quella di Miami Beach, dove i beniamini TV hanno soggiornato lo scorso anno? Non viene il dubbio che il nostro atteggiamento sia un po' datato? All'epoca della globalizzazione e dei cambiamenti tecnologici la diversificazione dei supporti digitali, via cavo, satellite, etere, internet ha favorito la diffusione di nuovi contenuti.

L'approccio USA alla globalizzazione è attivo e mescola contenuti di massa e mainstream con argomenti specializzati e di nicchia. Sul fronte televisivo i format statunitensi si impongono sui mercati nazionali a fianco dei prodotti locali e hanno grande successo perché producono storie non semplicemente americane, ma universali e globali. Ancora prima di puntare sul mercato interno i media USA sono gli unici a pensare all'esportazione dei contenuti. Si tratta di un obiettivo economico e apolitico, diverso da quello ideologico perseguito da tanti produttori culturali in Europa, che non pensano mai a come piacere in tutto il mondo.

In questo avvantaggiati dal valorizzare la presenza di minoranze etniche, come quella raccontata in Jersey Shore, come elemento centrale del modello americano. E in un mondo passato in un secolo da uno a sei miliardi di individui, i giovani, specie nei paesi impetuosamente in sviluppo, sono il gruppo sociale più rilevante. In questo cambiamento culturale epocale si delieano vincitori (USA e paesi emergenti) e sconfitti (gli europei e il resto del mondo) che vedono diminuire le quote di mercato, perché non hanno, o non hanno più, industrie creative, perché continuano a considerare internet una minaccia e non un'opportunità per il mercato dei contenuti culturali.

E' il caso dell'Italia. La tanto bistrattata Miami, al cui livello sarebbe “caduta” Firenze a causa della visita dei Guidos, è la capitale mondiale della discografia latina (cubana e regge comprese), di agenzie di talenti, network radio-televisivi, società di diritti d'autore, finanziarie specializzate, riviste musicali. A Miami le industrie dell'intrattenimento sono sostenute con contributi pubblici, attraverso crediti di imposta, per facilitare l'insediamento locale. Al contrario, causa crisi economica, il grande network giovanile globale, MTV, la sede italiana, a Milano, l'ha chiusa e spostato tutto nell'Europa del Nord. Pensate al caso di Assassin's Creed, il celebre videogioco ambientato nella Firenze medievale.

In città è considerato al più una mera curiosità, ignorando che quella dei videogiochi è da anni per fatturato la maggiore industria della comunicazione mondiale. Stessa cosa accade ora per la popolare teen comedy di MTV. Firenze ha una tradizione feconda e di successo per arte, storia e valori secolari. Ma se si parla di cultura contemporanea, pur di qualità, non va oltre la scala nazionale, non è più esportata nella dimensione di massa e sopratutto per i giovani. Ovunque l'unica cultura contemporanea per i giovani è la cultura americana.

Sarà un caso che in uno dei paesi demograficamente più vecchi la classe dirigente ne è l'esatta rappresentazione?

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