Val d'Elsa, a rischio decine di imprese del mobile

A rischio la modifica al Codice della proprietà industriale sul design per le pressioni delle multinazionali Scarpelli: “Il governo sia responsabile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 giugno 2011 13:37
Val d'Elsa, a rischio decine di imprese del mobile

“La mancata conferma della modifica del Codice di proprietà industriale, sarebbe un dramma per centinaia di aziende e di lavoratori, di cui la maggior parte in Toscana e in particolare nel distretto del mobile della Val d’Elsa”. A lanciare l’allarme è Tiziano Scarpelli, assessore alle attività produttive della Provincia di Siena, che da mesi sta seguendo da vicino una battaglia che ha visto in prima linea il Consorzio Origini - che da solo conta oltre 700 piccole e medie imprese italiane del comparto - la Regione, i parlamentari toscani e le associazioni di categoria.

Un fronte comune schierato contro una norma che avrebbe voluto introdurre la retroattività del diritto d’autore in relazione alla proprietà industriale di disegni e modelli di industrial design. Una battaglia vinta con la modifica dell’art. 239 del Codice di proprietà industriale - l’emendamento è stato inserito nel Decreto sviluppo votato in Aula – che rischia di venire nuovamente modificato per le forti pressioni di alcune forze politiche del governo e delle grandi multinazionali dell’arredamento e del design. “L’emendamento - spiega Scarpelli – se confermato, consentirà alle pmi che, prima dell’entrata in vigore nel nostro Paese della Direttiva 98/71/CE avevano legittimamente prodotto e commercializzato opere divenute di pubblico dominio, di proseguire la loro attività.

Se il governo scegliesse di fare marcia indietro, solo in Val d’Elsa sono a rischio chiusura decine di imprese con la conseguente e drammatica perdita di posti di lavoro. Stiamo parlando di un comparto produttivo rilevante per l’economia provinciale e per il Paese, che crea ricchezza e porta la bandiera del “Made in Italy” nel mondo. Non si tratta di contraffattori, ma imprenditori e artigiani che producono nella legalità, come confermato dalla sentenza della Corte di Giustizia. Tornare indietro, come ha detto ieri l’assessore regionale Simoncini, vorrebbe dire fare un regalo alle multinazionali del design a scapito di tante imprese che fanno prodotti di qualità, pagano royalties a progettisti e designer e investono in ricerca e innovazione”.

“La posizione della maggioranza, e in particolare della Lega Nord - conclude l’assessore provinciale alle attività produttive - è inaccettabile e a servizio di alcune grandi multi nazionali del nord Italia, alla faccia del federalismo e della difesa dei territori. Chiediamo al governo di mantenere gli accordi presi in questi mesi e di sottrarsi ad una logica di ricatto che non tutela l’economia e i posti di lavoro”.

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