Segno positivo per l'export toscano

Rossi: “Il manifatturiero cuore della ripresa. Non è certo un caso che il nuovo Piano regionale di sviluppo sia in gran parte centrato sul manifatturiero e sull’industria, individuati come fattori decisivi su cui scommettere”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2011 18:38
Segno positivo per l'export toscano

Firenze – “L’export riprende a tirare, tanto da tornare ai livelli del 2007. Era dunque giusto fare affidamento sugli imprenditori e i lavoratori toscani e sulla capacità del nostro manifatturiero di offrire prodotti che avrebbero avuto la forza di conquistare nuovi mercati, oltre che di consolidarsi sulle aree più tradizionali”. Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, commenta i dati positivi emersi dal rapporto Irpet sulle esportazioni toscane presentato stamani a Villa Fabbricotti, sede di Toscana promozione. “Non è certo un caso – prosegue – che il nuovo Piano regionale di sviluppo sia in gran parte centrato sul manifatturiero e sull’industria, individuati come fattori decisivi su cui scommettere per la ripresa economica e occupazionale della Toscana.

Su di essi puntiamo, certo sapendo che neanche la ripresa del manifatturiero e di un altro settore chiave per la Toscana, il turismo, che cresce da noi di un 2,7 per cento a fronte di una calo nazi onale dello 0,7, saranno sufficienti a garantire una crescita in grado di riassorbire gli oltre 100mila disoccupati e le decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Ci sono il peso enorme dei tagli governativi ai trasferimenti alla pubblica amministrazione e agli investimenti e i vincoli alla capacità di spesa di Comuni, Province e Regione che si fanno sentire e impediscono una crescita in grado di scongiurare disagi sociali, emarginazione e lento arretramento della nostra regione e dell’intero nostro Paese”. “Questo quadro – aggiunge Rossi – si aggrava anche in conseguenza del ‘patto per l’Europa’ e del nuovo Def, recentemente approvato in Parlamento.

Tremonti taglia ancora e riduce, egli stesso, le previsioni di crescita. Dobbiamo battere questo disegno del governo perché privo di prospettive e contrario agli interessi delle imprese, dei lavoratori e delle giovani generazioni”. “Tuttavia – sottolinea il presidente – una regione come la nostra non può limitarsi solo alla critica. Per quanto possibile dobbiamo farci carico di avanzare proposte nuove per affermare un nuovo modello di sviluppo che ci faccia tornare a crescere senza generare nuovo debito pubblico, senza compromettere il nostro paesaggio e senza scaricare i problemi di competitività sul costo del lavoro.

Occorrono politiche in grado di stimolare l’intero sistema economico e di attrarre nuovi investimenti per accelerare la crescita. Coglieremo l’occasione per discuterne in Consiglio regionale e in quella sede avanzeremo anche le nostre proposte. Noi – è la conclusione di Rossi – non ci rassegniamo né ci culliamo sui pur buoni risultati dell’export regionale”.

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