Isole del Pensiero: Böcklin, de Chirico, Nunziante

In mostra a Fiesole sino al 19 giugno tre artisti connessi da una linea ideale intessuta di comunanze di temi, espressioni, sensibilità.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 aprile 2011 14:24
Isole del Pensiero: Böcklin, de Chirico, Nunziante

“Isole del pensiero. Böcklin, de Chirico, Nunziante” č un percorso espositivo che in qualche modo intende collegare la prima edizione dell’ Isola dei morti di Böcklin ai lavori piů recenti di Nunziante, passando per de Chirico, qui assunto come esempio, alto e rarefatto, dell’enorme influenza che l’opera di Arnold Böcklin ebbe su molti importanti artisti del Novecento europeo. “L'esposizione , afferma Giovanni Faccenda che della mostra č il curatore, cade nel centodecimo anniversario della morte di Böcklin, avvenuta in quella stessa Fiesole che oggi ospita la rassegna.

Non intendiamo mettere a confronto i tre autori cui la mostra č intitolata, piuttosto documentare una ideale convergenza intellettuale fra i tre protagonisti, lungo una linea di continuitŕ fra modernitŕ e contemporaneitŕ. Una linea, cui č estraneo qualsiasi concetto di “discepolato” e nella quale emergono senz’altro piů numerose le differenze delle affinitŕ fra Böcklin, de Chirico e Nunziante. Ciascuno, peraltro, viaggiatore isolato, in epoche diverse, nel misterioso ed intrigante universo della metafisica.» Di Arnold Böcklin sono presenti quattro opere: “Villa am Meer – Villa sul mare” (1892-93), “Flötender Pan – Pan che suona lo zufolo” (1897),” Die Kapelle – La cappella”, 1898, e l’ultima, incompiuta,” Pan im Kinderreigen – Pan fra i bambini in girotondo”, dipinta dal grande svizzero, poco prima di morire, nella sua Villa Bellagio.

I lavori ricordano le atmosfere oniriche popolate di architetture classiche e simbolismi , che richiamano l' inarrivabile “Isola dei morti”, oggi considerato il quadro piů famoso al mondo. Un’opera di cui permangono 4 delle 5 versioni dipinte dall’autore e che divenne prestissimo un’opera feticcio. Il quadro evoca, in parte, il Cimitero degli Inglesi a Firenze, dove vennero dipinte le prime tre versioni, anche se il modello per l'isolotto roccioso č fonte di dibattito fra gli storici dell'arte Arnold Böcklin non ha fornito alcuna spiegazione pubblica circa il significato del suo dipinto, anche se l'ha descritto come "un'immagine onirica: essa deve produrre un tale silenzio che il bussare alla porta dovrebbe fare paura" Quanto grande sia il debito nei confronti di Böcklin maturato da vari protagonisti del Novecento, lo testimonia, in Italia, soprattutto de Chirico, e non soltanto nei due periodi che sappiamo informati ad un eloquente stile böckliniano.

Del primo, tra il 1909 e il 1910, la mostra propone forse il massimo capolavoro, La passeggiata-Il tempio di Apollo a Delfi, del 1910, appunto. Ma anche tutto il periodo romantico, tra l’inizio degli anni ci mostra un pittore ancora evidentemente attratto da Böcklin. Com’č testimoniato in mostra dal Castello di Rapallo (1947-48), Cavaliere con cane (1948), Vita silente con marina (1950), I romani in Britannia (1953). In linea con queste indicazioni appaiono anche le opere di Nunziante che come ha scritto Vittorio Sgarbi "in ogni sua composizione conduce l’osservatore lungo un percorso metafisico e allusivo, in un accadimento atemporale..." In mostra a Fiesole alcune pregevoli pitture quali “Laggiů dove tutto č possibile”,” Accadde un mattino”, “Attesa”, “Il volo di Pindaro”, "L’alba vinceva l’ora mattutina…” ,”Prometeo" e “La partenza degli Argonauti”.

La mostra che č aperta tutti i giorni sino al 19 giugno č accompagnata da un ottimo catalogo, edito da Electa, curato da Giovanni Faccenda con contributi di Hans Holenweg e Paolo Parrini. Alessandro Lazzeri

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