Un quartiere che scompare

A Firenze il commercio di vicinato da sempre caratterizza il tessuto sociale di intere aree dell'abitato urbano. Questa 'tradizione' scompare sotto gli occhi dei passanti. Vetrine vuote, serrande abbassate, cartelli colorati. Chiude anche un albergo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2011 11:54
Un quartiere che scompare

Firenze da sempre "città di bottegai" tra le altre peculiarità di pregio, di storia e di costume di una metropoli urbana tra le più prestigiose d'Europa. Negli ultimi mesi però qualcosa è cambiato. Passeggiando per le strade ci si imbatte in serrande abbassate e negozi vuoti sui quali campeggiano quei cartelli colorati che invitano ad Affittare o Acquistare il fondo dei propri sogni. L'attività in proprio è spesso una scommessa per volenterosi investitori e sovente, sbocco professionale per i giovani in cerca di una propria strada. Ma come poter avvicinarsi ad una attività che chiude per mancanza di introiti, per schiacciante peso della burocrazia e, non da ultimo, per i costi d'impresa, affitto compreso? Se si pensa che l'argomento che ha tenuto calda l'attività del Comune in questi giorni è l'apertura o meno delle attività commerciali per le feste comandate, il paradosso è al limite della barzelletta. Camminando per la zona di Bellariva a Firenze Sud, rivendicata da sempre come "Centro commerciale naturale" definizione a più riprese riconosciuta anche in sede Ammministrativa, ci si imbatte in una moria demoralizzante di attività che abbandonano la strada, dopo anni di onorata carriera. Così è possibile leggere in poche centinaia di metri, il cartello affisso dal proprietario di un noto Bar Latteria che "Ringrazio tutti, i miei vicini ed i miei clienti per questi anni passati assieme.." ma anche vedere più cartelli sulla stessa vetrina di quello che una volta era il Tappezziere, per non parlare della figura di riferimento per una intera collettività come ci spiega una signora "L'ortolana era una forza della natura, adesso mi sento un po' più sola". Ma ad andarsene sono anche il riparatore di elettrodomestici, e tante altre attività di buon vicinato che non reggono il peso di una dimensione economica che non permette sconti a nessuno. "Guardi - il commento di un anziano signore che porta a spasso il suo cane - se ne sono andati anche quelli dell'Albergo che da mesi è completamente abbandonato". "Non è colpa nostra - ci spiega un commerciante - reggiamo finché ce la facciamo, poi un brutto giorno tocca chiudere.

Non biasimo i miei colleghi, purtroppo non sono previsti aiuti e nessuno si rende conto veramente di quanto sta accadendo" "E' sparita la Concessionaria vicino al Cinema Variety - interviene un cliente - e dopo alcuni mesi in cui il grande fondo è rimasto vuoto, è apparso uno di quei negozi a 9,99 Euro che ha aperto per un mese e adesso è tutto chiuso. Triste, parecchio, ma si vive così, alla giornata" In un quartiere che perde i suoi riferimenti diurni, che si impoverisce di relazioni socio-economiche e, come uso dire, diventa 'dormitorio', per non farsi mancare nulla, scompare anche l'Albergo. di Antonio Lenoci

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