Prato: un'imposta territoriale contro l'esportazione di capitali?

Ogni anno da Prato 500 milioni di euro "partono" per la Cina. La proposta del vicepresidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana Bettazzi oggi alla Fortezza da Basso: «Necessaria una misura per non prosciugare i distretti già impoveriti»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2010 22:29
Prato: un'imposta territoriale contro l'esportazione di capitali?

Contro la speculazione finanziaria e l'esportazione all'estero di enormi capitali che "depredano" i distretti produttivi, il vicepresidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Toscana, Maurizio Bettazzi, avanza la proposta di creare un'imposta sulle transazioni valutarie, in modo da rimpinguare le risorse disponibili per servizi ai cittadini e alle famiglie, sostegno alle imprese e riconversione industriale. La proposta, da rivolgere al Parlamento europeo, è stata lanciata da Bettazzi nell'ambito della presentazione della campagna per la tassazione delle transazioni finanziarie "Tassiamo la speculazione", avvenuta stamani alla Fortezza da Basso durante la rassegna dell'innovazione nella Pubblica Amministrazione Dire e Fare.

Oltre a Bettazzi, all'incontro erano presenti l'europarlamentare PD Leonardo Domenici e il segretario della Cisl di Firenze Roberto Pistonina. In quest'ambito Maurizio Bettazzi ha appunto proposto di allargare il raggio d'azione del progetto di legge europeo includendo i trasferimenti di grossi capitali all'estero. Il presidente ha infatti riportato l'esperienza di Prato, da cui ogni giorno, secondo i dati ufficiali diffusi dal Ministero delle Finanze, parte soltanto verso la Cina circa 1 milione e mezzo di euro al giorno, per un totale di circa 500 milioni di euro l’anno che non vengono perciò reinvestiti nel territorio che li ha prodotti: «Con questo sistema i distretti vengono "prosciugati" della propria ricchezza, perdendo competitività e produttività e generando un circolo vizioso di effetti negativi che si ripercuoteranno sul futuro - ha spiegato Bettazzi – Per produrre quella ricchezza le amministrazioni comunali sono chiamate ad erogare beni e servizi ai cittadini senza alcun tipo di ‘ritorno’ per i servizi resi. Se il Parlamento europeo introducesse a livello comunitario un'imposta sulle rimesse verso l’estero si ricreerebbe invece una seppur minima forma di equità sociale, oltre che economica: bisogna infatti pensare che il territorio mette a disposizione risorse e servizi ad imprese, famiglie e cittadini e deve poter recuperare una parte della ricchezza per andare avanti, risollevarsi dalla crisi e creare nuove opportunità di sviluppo e di lavoro». cb

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