Mihajlovic alza la voce: ''Mi rode regalare le partite così''

Mihajlovic incontenibile chiede una lavagna per spiegare alla stampa i suoi schemi, quasi a voler dire che non è vero che non c'è gioco, gli schemi ci sono, le partite vengono preparate. E poi, cosa accade? "C'è un problema psicologico".

Redazione Nove da Firenze
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12 novembre 2010 17:12
Mihajlovic alza la voce: ''Mi rode regalare le partite così''

La gara dell'Olimpico era proibitiva per la Fiorentina di questa stagione che ha stentato con squadre definite dallo stesso staff viola di tono minore, non ugualmente "motivanti" ed era proprio su questo aspetto che ha puntato Mihajlovic presentando il match contro gli uomini di Ranieri. La compagine viola, sprovvista tra gli altri della regia di Montolivo ha segnato due reti con Gilardino su assist di Ljajic entrato a partita in corso e con il rientrante D'Agostino, e per la matematica sarebbe bastato prenderne una in meno per vincere ed assicurarsi 3 punti più che preziosi, ma la squadra non ha girato.

"Siamo stati rinunciatari, con questo spirito non andiamo da nessuna parte" e non lo ha detto il tifoso in trasferta, né quello rimasto in poltrona, lo ha detto Mihajlovic che a questo punto risulta ancor più lontano dai suoi ragazzi. Marchionni e Vargas hanno spinto molto meno delle aspettative, si è mosso bene Santana arretrato in mediana e quindi troppo lontano da tutto, e poi Boruc e la sua scellerata uscita nel momento in cui la sua presenza iniziava ad essere rassicurante e soprattutto ha fatto rivalutare (troppo presto?) il DS Corvino quasi che la scelta del polacco fosse nata ad hoc per sostituire l'infortunato 'predestinato' Sebastian Frey. "Volevo fare il tennista - esordisce Mihajlovic sollecitato sulla voglia di tornare in campo per far vedere ai suoi come si deve giocare - non mi piaceva il calcio, mi è piaciuto calciare" e recentemente ha raccontato del garage di casa preso abbondantemente a pallonate. "Io spiego sulla lavagna e in campo come affrontare le squadre, i miei sapevano benissimo cosa dover fare, e chiedo sempre se è tutto chiaro e se c'è qualcosa che non è chiaro.

Ho trovato allenatori che una volta in campo non davano più riferimenti e non sapevi se doverti muovere o aggirare o stare fermo. I miei sanno sempre cosa devono fare" "E' un problema psicologico - continua - preferisco prendere un gol in contropiede ma non soffrire per 90 minuti. Se tu attacchi pensando a difendere non vai da nessuna parte. Ci sono due momenti distinti, se attacchi devi attaccare, non me ne frega un c... - aumentando il tono di voce - non puoi tenere il pallone andando avanti pensando che se mi stacco può succedere qualcosa.

Parlandone con loro ho capito che c'è questo problema, non perché non mi sia spiegato e perché non abbiano capito, ma perché c'è questo problema psicologico ed io non voglio che la mia squadra la pensi così" Probabile formazione: "Con Mutu, Gilardino, Ljajic e D'Agostino è ancora presto - prosegue - poi dobbiamo capire come stanno i giocatori, qualche cambio ci sarà voglio vedere e parlare con tutti. D'Agostino non è pronto ai 90 minuti né a partire dall'inizio che sarebbe un cambio sicuro, se arriva a 45 minuti è già tanto" Pasqual ha interpretato bene le indicazioni di Mihajlovic? "Io quando dico che i due terzini devono restare dietro non vuol dire che non devono attaccare, certo devono capire quando poter attaccare, devono scegliere il tempo perché se attaccano loro il centrocampo non lo deve fare, non posso dirlo io dalla panchina, lo devono capire loro è inutile salire sempre, meglio salire due tre volte ed ottenere risultati" "E' tutto in bilico ancora, bisogna vedere come stanno, come si muovono, se ce la possono fare, si gioca tra 24 ore c'è ancora tempo per capire.

Si può fare una squadra a rombo con Ljajic o albero di Natale con le mezze punte ma il problema è sempre a centrocampo ci vogliono tre centrocampisti e se noi a centrocampo... Mi spiace per Cerci, pensavo di farlo entrare, tu prepari la gara in un modo, poi magari sei costretto a cambiare in corsa e Cerci non rientrava più nei piani, peccato. Sarebbe stato motivato poi aveva segnato la rete contro il Chievo, ma dovevamo cercare di fare qualcosa in più in fase offensiva. Zanetti so che è un professionista, lo conosco, se non gioca è perché sta male, dalla prossim asettimana ricomincerà a giocare con noi" "Il primo gol è regalato, ma ci vorrebbe la lavagna, noi abbuiamo preferito lasciare Riise da solo sacrificando Marchionni che ha fatto l'interno destro di centrocampo, Riise aveva libertà fino a che non trovava De Silvestri, poteva arrivare ma fare solo cross.

La rete è arrivata mentre eravamo tutti dentro l'area e nessuno è riuscito a liberare spazzando via. Hanno fatto gol sulle nostre cazz... Ci possono stare a perdere così, se giocano da Roma, ci puoi stare, ma così mi rode perché così l'hai regalata" "Io sono contento di Pasqual. Vargas non può fare il ruolo meglio di Pasqual, il suo ruolo è quello di esterno sinistro, i cambi di Pasqual sono Gulan e Felipe" Prossimo avversario che ha battuto la capolista: "Sarà una squadra difficile come con il Chievo, ma saranno anche più veloci, pur mantenendo in copertura la stessa mentalità ed ordine dei gialloblu.

Non dobbiamo farci prendere dall'ansia di vittoria, dobbiamo stare sereni, tranquilli, avere pazienza, cercare di risolvere in qualche maniera facendo poi la differenza" Non ci sono scusanti, si torna ad un passo dal 'calcio nel sedere', senza dirlo apertamente, ma i toni sono forti e decisi. "I ragazzi sono preparati e sanno cosa devono fare" dice il mister, e perché poi non lo fanno? Questo interrogativo resta chiuso nello spogliatoio. "Avere serenità" certo non è facile in un momento così, specie per chi come Boruc avendo commesso un errore si sentirà maggiormente sotto pressione.

Se non fossimo alla 12ma giornata con 12 punti e se non avessimo carenza di gioco su ogni campo compreso quello casalingo, e se non fossimo a Firenze, e non avessimo perso equamente con squadre sorpresa, di mezza classifica e blasonate, potremmo anche contare sull'indulgenza, aspettando il rientro di chi, ad onor del vero, è già rientrato ma ancora non corre, invece tocca contare sulla vittoria. "Ma 40 punti bastano?" E' la riflessione più gettonata in città. "E la Champions?" no questo per ora non se lo chiede più nessuno.

di Antonio Lenoci

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