Artigianato: crisi della filiera casa in provincia di Lucca

Perso, nel primo semestre 2010, il 12,6% di fatturato. Anche sei mesi per riscuotere da enti e privati: crisi di liquidità per le imprese edili. Numerose segnalazioni agli sportelli di Cna di imprese in difficoltà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2010 19:50
Artigianato: crisi della filiera casa in provincia di Lucca

Filiera della casa in crisi. Pagamenti da parte di enti e privati con ritardi siderali tra le cause principali di mancanza di liquidità che hanno portato sul lastrico numerose aziende edili. Dopo aver tirato per anni l’artigianato lucchese con importanti dati di crescita, sia a livello occupazionale che di fatturato, il settore delle costruzioni sta vivendo il momento più difficile della storia recente. Bruciato, nel primo semestre del 2010, il 12,6% di fatturato secondo i dati offerti dall’Osservatorio dell’Artigianato Regionale analizzati dalla Cna locale (in Toscana i dati sono tristi: 8% di occupazione, pari a 7000 posti di lavoro); una brusca frenata segno tangibile di una crisi che al momento non accenna ad arrestarsi.

“Purtroppo – spiega Antonella Gabbriellini, Presidente Provinciale del settore costruzioni – la situazione per edilizia ed in generale per il comparto è buia. A contribuire negativamente la mancanza di liquidità causata dal ritardo di pagamenti per opere eseguite da parte delle amministrazioni comunali, enti, ma anche privati che stanno sfruttando la scusa della crisi per rimandare, contestate e farsi abbassare i costi dei lavori”. In generale è tutto l’artigianato a soffrire (9,4%) ma l’edilizia “costituisce da anni un settore strategico capace di tirare, e tirarsi dietro – analizza la Gabbriellini – altri settori come il lapideo, la green economy e i servizi.

Non è un caso che si registri anche in questi settori un rallentamento”. E sono numerose le segnalazioni e le lamentale raccolte dalla Cna locale da parte delle imprese del settore costruzioni, edili ed impiantisti in particolare, che hanno lamentato difficoltà e ritardi nel riscuotere quanto dovuto per ristrutturazioni ed interventi effettuati, con conseguente incremento dei contenziosi. “Non è una circostanza nuova – ammette il Presidente dei costruttori – avevamo già anche in passato lanciato l’allarme.

Ma la situazione sta diventando pesante per tutti, anche per chi è stato licenziato ed è costretto a riciclarsi nel circuito di lavoratori irregolari. Non è solo una questione di contributi e tasse, è una questione anche di sicurezza e di qualità del lavoro. Il settore così sarà sbranato se poi saranno fatti rispettare i parametri di Basilea 3 che rischiano di dare la mazzata finale alle imprese”. All’orizzonte ci sono i fondi liberati (60 milioni di euro) dalla Regione Toscana per i comuni virtuosi che potranno sforare così il regime del patto di stabilità.

In tutto, nel 2010, erano 32 i comuni virtuosi in Toscana), ed allora sul piatto c’erano 100 milioni. Ora c’è tempo fino alla fine del mese di ottobre per la Provincia e per i comuni per presentare le proprie adesioni e dimostrare la proprio virtuosità. “Ci auguriamo – conclude la Gabbriellini – di non perdere questa importante opportunità che potrebbe davvero fare la differenza per molte imprese. Già lo scorso anno era stata considerata una delle misure di emergenza su cui puntavamo molto per ridare respiro, almeno in parte, ad una fetta di imprese che sono in attesa di riscuotere crediti da parte degli enti”. Andrea Berti

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