Cento tipologie di rifiuti per l'abito tutto da riciclo della sposa

La scelta "eco" di una coppia di San Miniato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 luglio 2010 00:04
Cento tipologie di rifiuti per l'abito tutto da riciclo della sposa

SAN MINIATO (Pisa)- Cento tipologie di rifiuti, migliaia di pezzi “ricamati a mano”, due mesi di lavoro, tra ricerca dei materiali, cuciture e prove, sono serviti per l’abito con cui la sposa, tolto il “bianco” classico con cui si è presentata all’altare, ha ricevuto gli ospiti. Succede a San Miniato, segnatamente a Stibbio, al centro ricevimenti “La Fonte“, per la festa di nozze di Elena Bertini e Antonio Lapolla. Il neo sposo Antonio Lapolla è infatti rappresentante legale della Rew Trasporti, una delle società del Gruppo Ecolevante, l’azienda santacrocese che opera a livello nazionale nello smaltimento e nel recupero di rifiuti industriali, e che ha fatto della cultura del riciclo il perno della filosofia aziendale con iniziative e collaborazioni di grande successo: dalla mostra “Scart” con i rifiuti trasformati in oggetti di design che hanno arredato anche lo studio di Licia Colò per la trasmissione “Alle falde del Kilimangiaro”, alla collaborazione con la Walt Disney per il lancio in Italia del film sulle avventure della fatina riciclona “Trilli” vestita con i rifiuti di Ecolevante.

Da qui una nota “eco”, per sottolineare di nuovo l’impegno e la scelta aziendale, anche per le nozze di uno dei proprietari di Ecolevante. L’abito da “riciclo” per la bella sposa che è stato realizzato da Angela Nocentini, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Firenze con la collaborazione del modellista Francesco Campidori. Insieme hanno assemblato, cucito e fatto diventare preziosi, lampadine fulminate, fili elettrici, ritagli di pelle e carta, tessuto non tessuto, plastiche, viti, bulloni, vecchi cd, pezzetti di metallo, perfino fiori secchi ed un vecchio santino.

Il centro “La Fonte”, per l’occasione, era arredato con alcuni pezzi di “Scart”, a sottolineare come l’arte sia in grado di dare una seconda vita, anche più bella della prima, a quella che comunemente e a volte anche troppo frettolosamente chiamiamo spazzatura. Carlo Baroni

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