Lega Nord: ''Se Monica Faenzi si dimette al Carroccio il quarto consigliere''

Intanto l'ufficio elettorale della Regione ha confezionato un fascicolo di 48 pagine con mappe del voto, riepiloghi regionali, confronti con le altre regioni e tabelle per provincia e sistemi locali.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2010 20:15
Lega Nord: ''Se Monica Faenzi si dimette al Carroccio il quarto consigliere''

"E' incredibile come alcuni, anziché pensare alle mosse per risolvere i problemi in Toscana, si dilettano a fare calcoli con l'unico scopo di indebolire l'opposizione di centrodestra”. Lo afferma l'eurodeputato della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti, in merito ad alcune voci secondo cui al Carroccio Toscano, nel caso in cui l'onorevole Monica Faenzi lasciasse il proprio incarico, non spetterebbe il quarto consigliere. “La legge regionale della Toscana parla chiaro – asserisce il segretario nazionale toscano delle camicie verdi – e se Faenzi rinuncia, alla Lega Nord Toscana spetta il quarto consigliere.

I meccanismi previsti dalla legge elettorale per la surroga dei consiglieri eletti che rinunciano all'incarico, in particolare l'articolo 24, sono semplici – spiega –. Per i candidati presidenti eletti che decidono di cessare la carica come consiglieri regionali, al loro posto subentra il candidato della circoscrizione provinciale che ha il miglior resto non ancora utilizzato. In caso di coalizioni, invece, si considera il quoziente più alto di tutte le liste che compongono quella stessa coalizione.

In questo caso tocca alla Lega Nord, nella persona dell'avvocato Dario Locci, essere eletta nel listino provinciale di Arezzo”. Il segretario nazionale si sofferma, inoltre, sulla presenza del Carroccio in Consiglio Regionale: “La Lega Nord – conclude – sarà inflessibile, dura e all'occorrenza anche propositiva, sempre nell'interesse dei cittadini”. Curiosità e prime analisi sul voto del 28 e 29 marzo 2010 L'ufficio elettorale della Regione ha confezionato un fascicolo di 48 pagine con mappe del voto, riepiloghi regionali, confronti con le altre regioni e tabelle per provincia e sistemi locali.

I voti considerati sono quelli ancora provvisori ed ufficiosi. Il fascicolo si può scaricare dalle pagine sulle elezioni del sito della Regione Toscana (www.regione.toscana.it). Affluenza, la Toscana terzultima regione in Italia La prima analisi riguarda l'affluenza al voto: 60,7 per cento, la più bassa dal 1970. Per partecipazione la Toscana è stata la terzultima su 13 regioni chiamate alle urne: peggio hanno fatto solo Lazio e Calabria.

Nel 2005 era settima, dunque a metà classifica. E tolto il Lazio, la Toscana è stata anche la regione dove l'affluenza si è più ridotta: -10,7%, contro il 4,4 per cento appena di minori elettori alle urne in Basilicata, il 4,7% della Calabria, il 5,2 per cento del Piemonte o il 6% del Veneto. In Emilia Romagna l'affluenza al voto è scesa dell'8,6%, dell'8,4% in Lombardia e del 12,5% nel Lazio. Come vota la campagna e come vota la città La nota più curiosa riguarda l'analisi del voto per numero di abitanti del Comune.

Un tempo le città votavano più a sinistra, la campagna più a destra. E' quello che continua ad accadere, ma con qualche distinguo. L'ufficio elettorale ha raggruppato voti e comuni per classi demografiche. La Lega trovi i maggiori consensi medi nei comuni più piccoli: al crescere degli abitanti, i voti si riducono. Lo stesso vale per l' Udc. La sinistra prende più voti in città, ma non sempre: vale per Sinistra Ecologia e Libertà e vale ancora di più per l'Italia dei Valori (che quasi raddoppia i voti), ma non può dirsi lo stesso della Federazione della Sinistra e dei Verdi che raccolgono (di poco) più consensi nei comuni più piccoli e meno in quelli urbani più grandi.

Non vale del tutto neppure per il Pd, che i maggiori consensi (guardando almeno le medie percentuali) li riscuote nei comuni tra 5 e 10 mila abitanti (45,46%) e quelli minori nelle città tra i 50 e i 100 mila abitanti (36,66%). Il Pdl raggiunge il picco massimo (30,08%) nei comuni tra 50.000 e 100.000 abitanti, gli stessi dove il Pd va peggio. Percentuali che salgono, voti che scendono Non sempre le percentuali vanno comunque di pari passo con la contabilità dei voti assoluti: la variabile, che complica il quadro, è la minore o maggiore affluenza alle urne da un'elezione all'altra.

L'ufficio elettorale della Toscana ha confrontato le regionali toscane del 2010 con le regionali del 2005 e del 2000, con le Europee del 2009 e le Politiche del 2008. Il centro sinistra ha conquistato il 60,7 lo scorso 28 e 29 marzo (922.240 voti): cinque anni fa, sommando i voti di Rifondazione, aveva il 64,9% (1.172.209 voti) e il 56,93% (1.115.450) nel 2000. Rispetto al 2005 il centro sinistra e la sinistra hanno così perso 250 mila voti. Il centro destra, con l'Udc, ha invece mantenuto grosso modo gli stessi voti (solo 13 mila in meno).

Anche rispetto alle europee dell'anno scorso il centro sinistra e la sinistra perdono voti (204 mila in meno), ma guadagnano in percentuale (dal 54,15 al 60,7%). I voti persi rispetto alle politiche 2008 per la sinistra e il centro sinistra diventano addirittura 411 mila, ma anche in questo caso la percentuale del 2010 è migliore rispetto a quella di due anni fa (56,24%). Qualcosa di simile è successo al centro destra. Nel 2008 Pdl e Lega Nord aveva raccolto 797.427 consensi (287 mila voti in più di ora), ma la percentuale era grosso modo la stessa (33,62% contro il 33,61% del 2010).

Meno bianche e meno nulle C'è una tabella dedicata anche anche alle schede bianche e nulle: 59.700 nel 2010 (l'1,47 e il 2,17%), 30 mila in meno rispetto a cinque anni fa. Sono di meno forse, perché chi rinunciava ad esprimere un voto stavolta ha magari deciso di rimanere a casa (o andare al mare). Effetto presidente Infine il voto personale. La legge elettorale toscana permette il voto disgiunto: si può votare solo il presidente e nessuna delle liste che lo sostengono, si può votare un partito e un presidente diverso da quello che appoggiano. I presidenti continuano a raccogliere più voti, in termini assoluti, delle liste che li sostengono.

Tra il 2005 e il 2010 non ci sono grandissime differenze. Nel 2010 sono stati 247.978 i voti ai soli presidenti (260 mila nel 2005): Rossi, rispetto alla sua coalizione, ne ha presi 133.511 in più, la Faenzi 98.039, Bosi 8.558, De Virgiliis 5.478 e Palmisani 2.392. Martini nel 2005 aveva riscosso 161.268 voti personali, Antichi 82.516, Ciabatti 3.457, Macelloni 6.683 e Gozzoli 6.194. (di Walter Fortini)

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