La Toscana contro la posizione assunta da Cota e Zaia

Barducci: “Le affermazioni dei governatori del Piemonte e del Veneto sul divieto di utilizzo all’interno degli ospedali della pillola Ru486 rappresenta un pericoloso sconfinamento dai limiti della legge".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 aprile 2010 18:30
La Toscana contro la posizione assunta da Cota e Zaia

“Le affermazioni dei governatori del Piemonte e del Veneto sul divieto di utilizzo all’interno degli ospedali della pillola Ru486 rappresenta un pericoloso sconfinamento dai limiti della legge. Al di là delle conseguenze di carattere medico e legale che certi atteggiamenti provocatori comportano, occorre rilevare la mostruosità del ragionamento politico che sottende a questi comportamenti”. Il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci (nella foto a sinistra), prende posizione contro le recenti dichiarazioni dei neo presidente di regioni della Lega, Luca Zaia e Roberta Cota. “Non è più un problema di provocazione elettorale - prosegue Barducci - in questo caso, come ha fatto rilevare lo stesso ministro Fazio, siamo di fronte ad una palese violazione di una legge dello Stato.

La pillola abortiva è compatibile con la legge 194 e chi dice di non volere la Ru486 mette in discussione la stessa 194; ergo, se si ha un minimo senso delle istituzioni, non ci si avventura in affermazioni demagogiche assolutamente fuorilegge.” “Affermare infine che l’uso della pillola abortiva comporta una banalizzazione dell’aborto – conclude il presidente della Provincia di Firenze – è solo un basso stratagemma. Il problema del nostro paese è casomai l’incredibile silenzio e disinformazione sulla contraccezione e sulla sessualità; un atteggiamento, questo sì, indice di una pericolosa banalizzazione della maternità e della paternità”. “E' ormai evidente che il fiume di discussione e prese di posizione sulla pillola abortiva Ru486 non è contro l'introduzione di questo sistema meno intrusivo per interrompere una gravidanza non desiderata, ma solo un pretesto per rispolverare un problema non risolto e che non potrà mai esserlo in modo uniforme nelle coscienze di ognuno: la legalizzazione dell'aborto” si legge in una nota dell'Aduc. “Logica vorrebbe che in una società e in uno Stato non confessionale la legge dovrebbe consentire ad ognuno di rispettare il proprio pensiero senza imporlo ad altri.

Ma questa logica non appartiene al nostro sistema politico, a partire dall'articolo7 della Costituzione che privilegia costituzionalmente il rapporto con la Chiesa vaticana, cioè non un accordo con una confessione religiosa, ma la presenza in Costituzione... tutt'altra cosa e tutt'altra impostazione rispetto alla libertà religiosa. E' così e ne prendiamo atto” si legge ancora nella nota. “Sulla Ru486 se ne stanno sentendo di tutti i colori, con in testa i 'novelli ginecologi' che guidano le regioni Piemonte e Veneto e che sembra intendano amministrare una questione sanitaria a mo' di questione politica.

E che l'obiettivo sia l'aborto in sé e non il metodo farmacologico per provocarlo, è palese: chi si opporrebbe, con argomentazioni logiche e umane, ad interventi sanitari meno invasivi, meno dolorosi? Nessuno. Ma nel nostro caso i 'nessuno' si stanno inventando l'ininventabile pur di non dire che il loro obiettivo è l'abrogazione del diritto ad abortire. Una domanda è dovuta in questo gioco al massacro di istituzioni, logica e buon senso: prima dell'approvazione dell'attuale legge sull'aborto (la 194/78) le interruzioni di gravidanza venivano punite dal codice penale come delitto contro la stirpe, si vuole tornare a questo? Si levino i pretesti e si proceda in questo senso: le maggioranze parlamentari e, caso mai, i referendum abrogativi, ci sono anche per questo.

Chi la pensa così faccia la sua mobilitazione contro il diritto ad abortire, chiamando la questione con un preciso nome e cognome, e ci risparmi di continuare ad ascoltare le idiozie - istituzionali e non - di questi giorni; idiozie che pronunciate da importanti rappresentanti istituzionali crediamo abbiano solo un effetto - visto che gli allocchi sono sempre più rari -: la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e i loro rappresentanti” termina la nota redatta da Vincenzo Donvito, presidente Aduc. “E' vero che siamo in Europa, come ci ricorda il neo Governatore Rossi, ma questo non giustifica il voler interrompere una vita umana.

La vita va difesa già dal suo concepimento”. Lo afferma l'eurodeputato della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti. “L'aborto è un dramma e come tale va evitato, non si può banalizzarlo con l'utilizzo di una pillola. Anziché trovare gli strumenti per abortire, come la pillola Ru486, bisognerebbe pensare al sostegno psicologico ed economico per evitare, a tutte quelle persone che hanno intenzione di interrompere la gravidanza, di farlo. Ogni vita è preziosa e come tale va difesa. Qui non si sta mettendo in discussione il rispetto della legge 194, si tratta, invece, di una presa di posizione che deve responsabilizzare i giovani e, soprattutto, non abbandonare le donne”. Questa mattina il neo presidente della Regione Toscana aveva manifestato la propria posizione sul tema dell'aborto e della Ru486 in un'intervista al quotidiano La Stampa.

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