Siena: due capolavori riuniti dopo più di 100 anni

Le sculture dell’artista senese Tino di Camaino saranno esposte insieme alla XIII Mostra Mercato dell’Antiquariato, Fine Art & Gran Mercato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 marzo 2010 23:04
Siena: due capolavori riuniti dopo più di 100 anni

Siena– Un avvenimento di portata eccezionale: Banca Monte dei Paschi di Siena riunisce dopo più di un secolo due capolavori dello scultore senese Tino di Camaino. Le opere, verranno esposte insieme alla XIII Mostra Mercato dell’Antiquariato, Fine Art & Gran Mercato che si terrà nella Fortezza Medicea, a Siena, dal 20 al 28 marzo 2010 e di cui Banca Monte dei Paschi di Siena è main sponsor. Le due sculture sono un trittico raffigurante la Madonna col Bambino, Santa Caterina d’Alessandria e San Giovanni Battista di proprietà della Banca ed un altarolo con Cristo in pietà fra i due dolenti proveniente dalla Collezione Salini di Siena.

Entrambe le tavole marmoree rappresentano manufatti di altissimo pregio che, unica opera in origine, furono poi separati per ragioni commerciali nel corso dell’Ottocento o nei primi decenni del secolo scorso. L’autore delle sculture, Tino di Camaino, nacque a Siena nel 1280 circa e fu giovane apprendista nella bottega di Giovanni Pisano. Tino fu capomastro nel Duomo di Pisa e in quello di Siena dove, tra il 1315 e il 1317, realizzò il monumento funebre al Cardinal Petroni. Intorno al 1320-1330 l’artista si trasferì a Firenze ma è durante il suo soggiorno napoletano (dal 1323-24) al servizio del re Roberto d’Angiò che è possibile collocare l’esecuzione delle nostre opere con una datazione che si attesta verso la fine del terzo decennio del XIV secolo.

L’esposizione dell’altarolo ricomposto di Tino di Camaino è un’occasione imperdibile, non solo per l’eccezionalità dell’evento, ma soprattutto perché ci restituisce una rara testimonianza di scultura di devozione privata Trecentesca. Banca Monte dei Paschi di Siena sostiene l’arte da più di 500 anni e questo straordinario evento dimostra come l’istituto senese faccia dell’attenzione alla cultura un suo aspetto fondante.

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